Napoli, daspo urbano a due giovani transessuali
Il decreto Minniti continua a mostrarsi per quello che è: una legge fascista e razzista. Daspo Urbano a due transessuali che passeggiavano in centro a Napoli.
Non è la prima applicazione del Decreto Minniti a Napoli. Era già successo a un fioraio abusivo durante un fermo della Polizia Municipale, sul quale si erano mobilitate le realtà sociali e di movimento napoletane. Anche il Sindaco di De Magistris aveva preso parola a riguardo contro l’applicazione del Decreto Minniti.
Pochi giorni fa due giovani transessuali che chiacchieravano nei pressi di Piazza Garibaldi, sono state fermate dalla Polizia. Sono state accusate di adescamento dagli agenti che le hanno sotttoposte al Daspo Urbano di 48 ore e a una multa di 100 euro. Non solo, anche una terza transessuale è stata fermata dalla Polizia mentre era al bar, prelevata e sottoposta ad un controllo.
L’associazione Transessuale Napoletana che ha diffuso la notizia racconta che le ragazze hanno paura ad uscire di casa per il rischio di dover subire altri controlli e fermi.
Il Decreto Minniti sta disegnando un quadro molto chiaro lungo tutto lo stivale: chi può essere etichettato come “diverso”, chi è più povero ed escluso viene attaccato ed emarginato. Come a dire “portate i vostri problemi lontano da qua”. A chi decide di non abbassare la testa e di alzare la voce, arriva puntuale la sottrazione del diritto al dissenso. Denunce, multe, fogli di via. Lo si è visto nelle mobilitazioni contro i potenti del mondo a Roma e a Taormina, ma anche nella denuncia per “vilipendio alle istituzioni” all’attivista che aveva criticato il Decreto Minniti durante una mobilitazione al Pantheon.
A Napoli l’applicazione del Decreto Minniti ha visto un salto, prevedibile e replicabile. L’attacco alle prostitute è accompagnato da una catalogazione discriminatoria. Se sei trans, aspettati di essere fermato dalla Polizia, perchè il tuo orientamento è associato alla prostituzione. Non è tanto diverso da quello che succede per i controlli anti-terrorismo quando i fermati sono sempre neri, o in generale etichettabili come stranieri.
Il razzismo istituzionale mostra la sua vera faccia nei dispositivi securitari. Respingerli nella loro totalità e raccontare la vera complessità sociale che viene coperta e allontanata è la strada percorrere.
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