Il marcio senza fine di Expo: nuova indagine su Sala
Continua a disvelarsi, a più di due anni di distanza, il marcio nascosto dietro le luminose e scintillanti vetrine di Expo.
In questo caso non si parla dello sfruttamento spacciato per opportunità a migliaia di giovani che lavorarono gratis al mega-evento milanese, ma dei giri di soldi e delle pratiche di corruzione che avvenirono dietro le quinte.
Leggiamo dai giornali che il sindaco di Milano Sala è infatti indagato per turbativa d’asta in merito all’assegnazione di alcuni appalti, accusa che si va ad aggiungere a quella per aver retrodatato alcuni documenti relativi per cui lo stesso primo cittadino meneghino aveva subito un primo avviso di garanzia.
La risposta di Sala è una sorta di difesa etica, nella quale si rivendica lo sforzo intrapreso per aver fatto grande Milano attraverso Expo, facendo di fatto passare il messaggio che anche alcune pratiche poco lecite, casualmente finalizzate a favorire gli amici degli amici, sarebbero da considerare piccoli incidenti di percorso, dei mali minori sacrificati ad un bene più grande: quello di chi con Expo ci ha guadagnato gran soldi.
Del resto l’arroganza di Sala si era già manifestata quando, in seguito alla prima notifica di accusa, il sindaco si era auto-sospeso per quattro giorni in una sceneggiata che ancora una volta mostrava chiaramente l’attitudine a prendere per il culo chi assisteva alla scenetta.
Prese in giro come quelle subite dalle migliaia di giovani che oggi di Expo hanno in mente soltanto il ricordo dello sfruttamento a cui sono stati sottoposti, e che subiscono tuttora tra voucher che scompaiono e ritornano, contratti sempre più precari e prese in giro costanti quando si delineano le politiche che dovrebbero invertire la situazione, a partire dagli stessi ministri del Lavoro come Poletti che magnificarono le “competenze” acquisite col lavoro gratis all’evento milanese..
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