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Storie di talpe e di sabotaggi

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Nella primavera del ‘76, in occasione del rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, si riaccende la conflittualità nelle grandi fabbriche di Torino e Milano. A gennaio alla verniciatura di Rivalta incominciano gli scioperi per i passaggi di categoria, segue uno sciopero dichiarato dai sindacati.

Il 17 Gennaio a Mirafiori cortei operai interni spazzolano le officine da crumiri e capi. Nei giorni successivi in varie officine di Mirafiori si diffondono scioperi spontanei per i passaggi di categoria, crescono i cortei interni “spazza crumiri”.

Il 29 dello stesso mese nuove fermate, con uscita dallo stabilimento per unirsi agli operai della Singer, e poi corteo per la città fino alla Stazione di Porta Nuova dove si occupano i binari. Il blocco dura 5 ore: scioperi e cortei interni anche alla Lancia di Chivasso. Il 30 gli operai della Singer bloccano le piste dell’aeroporto.

All’inizio di febbraio vengono licenziati due delegati della SPA Stura considerati autori di violenze contro alcuni capi. La fabbrica si ferma e crumiri e capi comprendono a proprie spese cosa sia la violenza operaia.

Il 2 febbraio gli scioperi spontanei dilagano a Rivalta, anche lì si richiede il passaggio automatico di categoria. La direzione mette in libertà i reparti a valle della verniciatura il risultato non è quello sperato: tutta la fabbrica si ferma.

Il 6 febbraio sciopero generale indetto da Cgil Cisl e Uil alla Fiat Ricambi di Lungo Stura Lazio alcuni crumiri riescono a entrare nel reparto, ma ci rimangono poco perché i picchetti entrano e li riaccompagnano fuori malconci.

Il 10 avvengono in città scontri tra polizia e studenti degli istituti tecnici.

Due giorni dopo altri scioperi in Fiat fermi gli stabilimenti di Rivalta, Lingotto e Mirafiori in questo stabilimento all’officina 68 un corteo interno “violenta” i crumiri presenti. Il 18 febbraio 4 ore di sciopero a Mirafiori. Alle Meccaniche si forma un corteo che dopo aver girato nelle officine punta alla palazzina. I cancelli vengono fatti saltare non più coi palanchini, ma con i carrelli elevatori: la lotta operaia si meccanizza.

Il 20 febbraio 3 ora di sciopero a Mirafiori, Lingotto, Fiat Avio Ferriere di Avigliana. Soliti cortei. Uno di questi partito dalle Presse di Mirafiori assalta la sede interna della Cisnal che viene distrutta: rimane a terra grave un fascista che era di turno.

Il 24 altro sciopero a Rivalta Motori, SPA Centro, Materferro, Cromodora, Lancia di Chivasso e Mirafiori.

IL 27 febbraio si fermano per quattro ore le fabbriche di Borgo San Paolo la FLM torinese constatato il crescere della conflittualità operaia dichiara che lo scaglionamento degli aumenti salariali non può essere accettato.

4 marzo 4 ore di sciopero a Rivalta, Avigliana, Fiat di Carmagnola nelle piccole fabbriche delle zone nord-ovest di Torino a Cascine Vica e a Grugliasco.

La notte del 5 la sede del Sida di Nichelino va a fuoco. Scioperi a Mirafiori e alla Lancia di Chivasso. A Mirafiori i cortei operai escono dalla fabbrica. Il sindacato per spingere il governo a calmierare i prezzi imbastisce un comizio di fronte agli ingressi dei mercati generali. Il profumo della frutta è però molto più allettante delle parole dei sindacalisti. La polizia sindacale non riesce a far muro e gli operai fanno la spesa di frutta e verdura gratuitamente senza che il Cipe o chi per lui abbia abbassato i prezzi.

11 marzo sciopero generale di 4 ore picchetti in tutte le fabbriche poi il sindacato porta 5 cortei, dopo averli fatti girare per la città con una maratona di chilometri e chilometri, sotto la sede della Confindustria e dell‘Amma.

Il 16 sciopero a Rivalta e Mirafiori. Gli scioperi vengono prolungati. La testa dei cortei interni si è motorizzata. I carrelli elevatori condotti da operai guidano la protesta elevano i cassoni di semilavorati e li rovesciano. Anche i cancelli che separano i reparti vengono divelti azionando i carrelli elevatori. A Rivalta gli operai insistono con la lotta per i passaggi di qualifica e lotta dura alla verniciatura. Da qualche giorno appena parte uno sciopero in verniciatura, i reparti a valle vengono messi in libertà. Ma questa volta sono gli operai che invece mettono in libertà la vernice, con perfetta conoscenza operaia degli impianti di verniciatura. Basta manovrare alcune valvole e alcuni rubinetti e meraviglia delle meraviglie! Macchine multicolore: 4000 chili di vernice mescolati tra loro nei serbatoi. I fratelli Agnelli non se la sentono di lanciare una nuova moda nei colori e debbono gettare e ripulite tutto gridando al sabotaggio. Produzione ferma per giorni.

17 Marzo, gli operai non paghi delle 8 ore di sciopero dell’giorno precedente bloccano la fabbrica autonomamente con i carrelli sembra ci si diverta proprio; la classe operaia motorizzata fa le corse a Mirafiori poi si esce dalla porta 16. Sciopero nelle zone di Torino Nord est, Madonna di Campagna, Lucento il sindacato fa un comizio in piazza Crispi.

Il 23 marzo, 3 ore di sciopero con blocco dei cancelli ordinato e responsabile indetto dalla FLM di Mirafiori: La pressione operaia stava salendo troppo, bisognava pure fare qualcosa di apparentemente radicale (prodigio dell’idraulica sindacale).

23 sciopero generale e comizio di Trentin in piazza San Carlo. Operai in piazza pochi, tanti bancari e terziari in genere un po’ di studenti, verso la fine Lotta continua “assalta” la prefettura guidata da una 128 gialla della squadra politica. Balletto e teatro davanti alla prefettura, poi il teatro continua e allegri si va con Avanguardia operaia ad occupare una topaia tanto perché Canu possa fare il consigliere comunale.

26 marzo la musica cambia: Rivalta è occupata. Nuovo sabotaggio a Mirafiori. A Rivalta gli operai pensano che quando la direzione mette in libertà alcuni reparti si debba mettere invece in libertà la direzione, impiegati e capi: peccato sia di venerdì.

Mirafiori: perfetta conoscenza operaia. Questa volta non degli impianti, ma dei semilavorati presenti in magazzino. Dove è più facile applicare il fuoco? Al magazzino della selleria. Il fuoco divampa.

27 I gruppi indicono una manifestazione contro il carovita e per “il diritto alla casa”. Tutti gli apparati in piazza: moltissimi studenti, un po’ pochini gli operai. Discorso davanti al municipio poi le rappresentanze occupano con un’azione tupamara una casa (staccandosi dal corteo 5-6 persone innalzano bandiere e striscioni dalla casa occupata): uno slogan chiarisce fino in fondo l’ambiente politico. “35 ore 50 mila lire, la FLM lo deve capire”.

30 marzo (i papaveri calano in fabbrica ma…) A Mirafiori sono proclamate 3 ore di sciopero; si recano in fabbrica Novelli, Viglione, e altri a far la predica. Sono poco ascoltati dagli operai, molto dai funzionari del partito e del sindacato. Ma si hanno dei preavvisi per il giorno dopo. Alla Lingotto le tre ore di sciopero e il blocco dei cancelli vengono prolungate fino a fine turno e gli operai impediscono a modo loro a impiegati e operatori di entrare.

1 aprile il sindacato firma un accordo per la lotta sulle qualifiche alla verniciatura di Rivalta. Va ad annunciarlo la mattina dopo agli operai di tale officina come grande vittoria. Questi nemmeno ascoltano i sindacalisti e continuano a non lavorare. L direzione mette in libertà 5.000 operai, si va di nuovo ai cancelli. Blocco dei cancelli anche a Volvera (Fiat Ricambi) con impedimento fisico ai capi e ai dirigenti di entrare. Stessa pratica di lotta si attua alla Motori Avio, alla Cromodora, e anche (fatto nuovo perché investe una figura produttiva nuova, non classicamente operaia) ai centri di Ricerca di Piossasco. A Mirafiori dove non è stato proclamato lo sciopero scende in lotta per il passaggio di categoria il reparto Prova motori.

4 aprile è sabato, a Mirafiori sono presenti solo le squadre di manutenzione. Alle 11,30 improvvise all’officina 81 si levano le fiamme. ”Sabotaggio” si grida in direzione: esso è tecnicamente perfetto: 5 (o /) cariche di spezzoni incendiari posti in cinque punti cardine dell’officina: due ai pilastri portanti, le altre alla base delle cataste dei semilavorati più infiammabili (siamo all’assemblaggio selleria). Nel giro di pochi minuti una colonna di fumo, visibile da mezza Torino si leva nell’aria. Le squadre antincendio interne alla Fiat sono impotenti, accorrono i pompieri veri che si meravigliano dell’indomabilità delle fiamme. Gli spezzoni anche coperti dall’acqua continuano a bruciare: termite o fosforite. Anche nella preparazione incendiante la fantasia-scienza operaia ha dimostrato la sua validità: la termite non viene solo consumata produttivamente per i processi di sintetizzazione e/o saldatura delle parti… serve anche a dissaldare i profitti. Risultato: magazzini selleria 131 distrutti, linea 132 resa pressoché inutilizzabile. Valutazione complessiva dei danni da parte della direzione Fiat: un miliardo e mezzo di lire.

6 aprile sciopero di 4 ore, di tutte le fabbriche metalmeccaniche. Si attua il blocco dei cancelli, dalle fabbriche viene impedita l’uscita delle merci, e con metodi più o meno violenti, l’entrata dei capi, operatori e impiegati. Alla RIV SKF un’auto di un capo tenta di forzare i picchetti operai, il capo viene malmenato; interviene la polizia che ferma 4 operai tra cui un delegato.

Il 7 aprile alla Riv le officine si bloccano contro il fermo dei 4 compagni. Scendono in sciopero gli elettrici.

9 aprile sciopero di due ore nelle fabbriche della gomma, alla Spa Stura 4 ore di fermata, due ore a Mirafiori, Rivalta e alla Lancia. Oltre allo sciopero viene attuata l’uscita anticipata di mezz’ora per il recupero operaio del tempo di mensa.

12 sciopero degli autotrasportatori: le merci non escono dalle fabbriche. Il trasporto una volta è bloccato dagli operai interni, un’altra volta dagli operai addetti al trasporto nel territorio. A Mirafiori, Rivalta e Lancia prosegue l’uscita anticipata di mezz’ora come appropriazione del tempo di mensa.

13 aprile Nichelino ore 5,30 il capo reparto dell’officina 78 – verniciatura Mirafiori – subisce l’attacco di un nucleo armato delle Brigate Rosse: cinque revolverate alle gambe. Proseguono gli scioperi per i passaggi di categoria alla verniciatura di Rivalta ed anche proseguono le uscite anticipate di mezz’ora a Mirafiori e alla Lancia. Ore 23,55: il fuoco divampa al magazzino gommapiuma e plastica che rifornisce i polmoni delle officine di Rivalta. Questo sabotaggio rientra nella campagna iniziata il 4 aprile a Mirafiori e produce centinaia di milioni di danni, per Lotta Continua quotidiano si tratta di provocazioni e anche le Brigate Rosse prendono le distanze.

14 aprile il sindacato a Rivalta revoca le tre ore di sciopero che erano state precedentemente dichiarate: tale revoca dovrebbe essere la risposta operaia alle provocazioni. Quanto gli operai considerino l’incendio una provocazione lo dimostrano con cortei interni che spazzano la fabbrica non solo dei soliti crumiri e ruffiani ma anche dei sindacalisti.

16 aprile. È dichiarato dal sindacato uno sciopero di 4 ore. Al mattino un corteo si reca da Mirafiori a Corso Marconi dove Benvenuto tiene un comizio. Già da prima del corteo picchetti operai sono presenti davanti alla Direzione Fiat coi loro soliti modi impediscono l’entrata degli impiegati. Gli uffici Fiat non sono solo addensati nei due palazzi bianchi, ma sono sparpagliati in molti edifici li intorno frammischiati ad abitazioni private: 6-7 isolati sono completamente sotto il controllo degli operai. Questi operai sanno proprio tutto: bandiere rosse e picchetti davanti a condomini, che sembrerebbero, e sono anche abitazione, e che a passare in strada non ci si accorgerebbe che dentro vi sono uffici Fiat. Il famoso dottor Cellerino tenta di entrare nel suo ufficio passando da un alloggio privato; un picchetto operaio violando il domicilio di un privato cittadino va a riprenderselo. Alle 18 inizia lo sciopero del secondo turno a Mirafiori. Alle 17,45 al Tectil una macchina esplodente dà fuoco al tunnel della verniciatura.

18 aprile è Pasqua a sentire il sindacato squadre operaie dovrebbero girare per le fabbriche a vigilare contro le provocazioni. A Mirafiori non ci sono più di una cinquantina di funzionari che poi non vigilano per niente.

23 aprile il sindacato proclama due ore di sciopero con blocco dei cancelli dalle 8,30 alle 10,30. Invece già dalle 6 parte un corteo interno dalla verniciatura che percorre l’intero stabilimento. Va a presidiare i cancelli dopo aver espulso capi e operatori impedendo agli impiegati di entrare. La fabbrica è in mano agli operai nonostante l’ostruzionismo degli operatori sindacali e dei funzionari del PCI che minacciano sanzioni agli iscritti che insieme agli operai presidiano i cancelli. Il cambio turno è cambio della guardia operaia alla fabbrica nessuno può entrare. Nello stesso giorno la Fiat annuncia che non vuole che operai e sindacalisti presidino le fabbriche nei giorni di festa.

29 La FLM dichiara la simbolica occupazione delle fabbriche metalmeccaniche per 4 ore: moltissimi sono gli operai che così iniziano il ponte del 1’ maggio.

1 maggio Corteo in piazza. Nella coreografia un dato interessante: Il Pci sfila per sezioni e la spaccatura dentro il partito si manifesta anche coreograficamente: le sezioni di strada dicono che “senza il PCI non si governa”, le sezioni di fabbrica dicono “il potere deve essere operaio”. Anche la coreografia fornisce a volte indicazioni significative.

2 maggio a Roma raggiungono l’accordo per il contratto dei metalmeccanici

3 maggio a Mirafiori verniciatura, a Mirafiori carrozzeria 131, gruppi consistenti di avanguardie operaie lasciano la fabbrica mezz’ora prima riappropriandosi del tempo di mensa, nonostante ciò che sigla l’accordo, e nonostante le ire dei burocrati sindacali.

4 maggio come il 3 maggio.

5 maggio arrivano i palloni a parlare dell’accordo raggiunto: Trentin a Mirafiori è accolto con il lancio di aranci e bulloni. Ma il dato più interessante non sono queste forme di dissenso bensì l’assenza degli operai dalle assemblee di ratifica del contratto. A Mirafiori carrozzeria su circa 20.000 operai del primo turno ce ne sono 5-6000 all’assemblea; il contratto passa con circa 100 voti contrari. E i voti di quelli che non c’erano? L’estraneità totale della classe operaia verso la fase contrattuale si dimostra anche nella ratifica.

Due riflessioni su queste lotte:

Rivalta verniciatura: dopo aver visto alcuni giorni prima macchine multicolorate alla verniciatura, gli scioperi per i passaggi di qualifica, e non per il contratto proseguono e venerdì Benussi pensa bene di mettere in libertà i reparti a valle: è un attimo, Rivalta si blocca, torrenti operai cominciano a girare, giungono alle porte e le presidiano, espellano dalla fabbrica impiegati, capi, cronometristi, operatori, figure che non entrano al secondo turno, a seguito delle buone maniere operaie, visto che qualcuno insisteva a voler entrare. Rivalta è in mano agli operai, in termini assai diversi da come il sindacato avrebbe voluto.

Mirafiori reparto sellatura: sempre venerdì, dopo quel giovedì che avrebbe dovuto vedere gli operai in piazza, ore 22,45 al fuoco! al fuoco! I pompieri quelli veri, vestiti di rosso, con sirene, spengono l’incendio senza per altro impedire centinaia di milioni di danni.

L’attacco operaio continua come lotta per il potere al di fuori della logica contrattuale. Con i momenti summenzionati ha inizio un processo di estensificazione e di generalizzazione accelerato e, direi quasi convulso dei livelli più alti delle forme di lotta. Le lotte, sulle qualifiche al di là di ogni logica contrattuale, si estendono, nuovi settori che fino ad oggi (e alcuni anche in riferimento alle lotte degli anni passati),erano stati in tono minore, arrivano alle forme di lotta più dure (ad esempio i laboratori di ricerca giungono financo al blocco dei cancelli).

Il PCI e i sindacati non sempre riescono a mediare la spinta delle lotte operaie, sempre più sovente i funzionari della Giunta “Rossa” si recano in fabbrica a far sermoni: nessuno li ascolta, o meglio li ascoltano a modo loro. Gli operai sono su posizioni di tal forza che PCI e sindacato, che debbono pur reagire, smorzano i loro toni rispetto al passato. Basta sentir la loro, tutto sommato, deboli ire, dopo il sabotaggio all’81 (per chi avesse dei dubbi vada a ricordarsi comunicati e sfuriate all’epoca dei ”fazzoletti rossi” nel contratto aziendale).

Sul crescere e generalizzarsi dei momenti di lotta operaia ai livelli più alti di lotta per il potere, si innesta il sabotaggio di sabato a Mirafiori. Chiunque l’abbia fatto, ha dimostrato di essere dentro fino in fondo alle lotte operaie di questa fase.

 

Tratto dal giornale “Rosso”

 

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