InfoAut
Immagine di copertina per il post

Sabra e Shatila

||||
||||

Tra il 16 ed il 18 settembre 1982, il popolo Palestinese ed il mondo intero, furono colpiti da un orrendo crimine: i sanguinosi massacri dei campi profughi di Sabra e Shatila a Beirut, in Libano.
A Sabra e Shatila, abitavano migliaia di rifugiati palestinesi cacciati dalla Palestina nel 1948 durante l’occupazione Sionista delle loro case e delle loro terre.

Il 6 giugno 1982 l’esercito israeliano invade il Libano con la cosiddetta “Operazione pace in Galilea”, dando inizio alla quinta guerra arabo-israeliana. Il Libano si trova da anni nel caos. Israele sostiene con armi e addestramenti l’Esercito del Sud-Libano (cristiano-maronita) di Sa’d Haddad in funzione anti palestinese. In Libano si trovano infatti la formazione armata palestinese Settembre nero (1970), e la leadership dell’Olp.

L’Onu invia una forza multinazionale per assicurare la fuga dell’Olp da Beirut. In agosto i miliziani dell’Olp vengono scortati fino in Tunisia, dove insediano il loro nuovo quartier generale. L’1 settembre l’evacuazione è di fatto terminata e le forze israeliane cominciano a cingere d’assedio i campi profughi palestinesi. Il 14 settembre il presidente del Libano Bashir Gemayel (eletto il 23 agosto) viene assassinato in un attentato organizzato dai servi segreti siriani. La situazione precipita. Il 16 settembre, poco prima del tramonto, le truppe israeliane dislocate attorno ai campi di rifugiati palestinesi di Sabra e Shatila lasciano entrare nei campi le unità falangiste. Non solo: nella notte sparano anche bengala per illuminare i campi e facilitare il lavoro dei carnefici.
Le milizie cristiane rimangono nei campi per due giorni, massacrando uomini, donne e bambini. Molti uomini vengono uccisi sul posto, altri vengono torturati. A molti viene incisa sul petto una croce. Il numero esatto delle vittime è sconosciuto.
A dirigere le operazioni israeliane fu Ariel Sharon, allora ministro della difesa.
In seguito si cercherà di coprire le responsabilità del massacro, facendo passare l’irruzione delle milizie falangiste come un moto di rabbia per l’uccisione di Gemayel. In realtà la strage era già stata preparata durante i colloqui che lo stesso Sharon ammise di aver avuto con Gemayel ed altri esponenti dei falangisti.
Il 16 dicembre 1982 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite condanna il massacro definendolo un “atto di genocidio”.

Guarda “Retrospect: Sabra and Shatila massacre“:

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

chatilapalestinasabra

Accadeva Oggi

  1. 1968

    Immagine di copertina per il post

    La rivolta di Avola

    Verso la fine degli anni Sessanta, la società rurale siciliana era caratterizzata da forti squilibri sociali e da un pesante sfruttamento dei lavoratori agricoli. Da un lato la riforma agraria del 1950 aveva spezzato i gruppi di potere economico e politico provocando la fuga della grande proprietà latifondista; dall’altro però, solo enti statali e speculatori […]

  2. 1977

    Immagine di copertina per il post

    Il movimento 77 romano si spacca

    “TESTIMONIANZA DI VINCENZO MILIUCCI” Alla vigilia della manifestazione dei metalmeccanici, il 2 dicembre a Roma, il movimento si spacca in due assemblee… D – Come due assemblee…? Miliucci – Si defilano un centinaio di compagni e compagne che seguiranno le indicazioni moderate dei cosiddetti “11” – Bemocchi, Mordenti, D’Arcangelo, D’Avossa, Striano… – che si riuniranno […]

  3. 1977

    Immagine di copertina per il post

    L’ultimo “paziente” di Giorgio Coda

    Il 2 dicembre 1977, un nucleo di Prima Linea ferisce alle gambe lo psichiatra Giorgio Coda, a lungo a capo dei manicomi di Collegno e Villa Azzurra. Nel processo di primo grado che lo vede protagonista per le sevizie contro i piccoli pazienti del manicomio di Collegno, Coda viene condannato a cinque anni di reclusione: […]