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I sandinisti rovesciano la dittatura di Somoza

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Il 19 luglio 1979 il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale riesce ad entrare a Managua, capitale , e  a porre fine alla dittatura della famiglia dei Somoza, istruita e armata dagli americani, di cui era fedele ed ubbidiente alleata.

Il Frente Sandinista de Liberacion Nacional (FSLN), era stato fondato nel 1961, e aveva aggiunto nel 1963 la denominazione sandinista in onore al comandante guerrigliero Augusto César Sandino che aveva combattuto e tenuto in scacco per più di sette anni l’occupante americano negli anni 20, finchè era caduto nella trappola tesagli dal primo Somoza, che lo aveva venduto agli Stati Uniti a caro prezzo. Il Fronte gode di un vastissimo appoggio popolare, soprattutto tra i contadini che più scontavano la repressione degli sgherri di somoza e il durissimo sfruttamento a cui erano sottoposti dalle multinazionali nordamericane, tra gli studenti, gli intelletuali, e molti cristiani della chiesa povera, convinti assertori della teologia di liberazione.

L’esasperazione creata dai Somoza, che hanno creato una dittatura che si basa sul massacro e sul terrore, sullo sfruttamento dei territori e l’abbandono della popolazione (più del 75% è analfabeta), ha negli anni spesso portato a gesti estremi, come ad esempio quello di Rigoberto Lopez, che nel 1956 aveva ammazzato il dittatore Anastasio Somoza, per essere immediatamente crivellato di colpi dalla guardia speciale. Altre importanti azioni di rivolta si susseguono per i decenni successivi, e creano sempre più consenso nei confronti dell’organizzazione sandinista: tanto per fare delgi esempi, la liquidazione dell’odiato generale Perez Vega, caduto nella trappola tesagli dall’avvocatessa militante Nora Astorga, o la spettacolare operazione di occupazione del Palazzo Nazionale, con il sequestro di 76 membri del congresso. Il 10 gennaio 1978 Pedro Joaquin Chamorro, editore di uno dei giornali di opposizione al regime, La Prensa, viene assasinato da sicari di Somoza, di fatto facendo crescere l’indignazione popolare e preparando il terreno per l’offensiva finale.

A seguito di questo omicidio, infatti, la rivolta popolare dilaga in tutte le città del Paese, mentre l’offensiva sandinista parte alla conquista delle campagne: in poco più di un anno la dittatura è rovesciata e il FSLN sale al potere.

La politica del fronte è da subito incentrata sull’alfabetizzazione di massa, il miglioramento del sistema sanitario nazionale e in genere nel miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Gli Stati Uniti, ostili al nuovo governo, che minaccia seriamente gli interessi del capitale nord americano nell’area, tramite la CIA, creeranno ed armeranno una milizia paramilitare, i “Contras”, che faranno dell’Honduras la propria base. I mercenari al soldo degli americani si renderanno responsabili di attacchi contro obiettivi cosiddetti “morbidi” (strutture civili indifese quali fattorie, ospedali, chiese), massacri indiscriminati contro civili, torture, stupri.

Guarda “Ejercito Popular Sandinista“:

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