InfoAut
Immagine di copertina per il post

La liberazione di Sai Gon

||||
||||

La guerra dovrebbe essere finita da un paio d’anni. Secondo gli accordi di Parigi del ’73 gli americani dovrebbero già essersene andati. Non è proprio così. Ancora si rintanano nel sud, a Sài Gòn, a casa di Văn Thiệu. Colui che i Việt Cộng chiamano il “presidente fantoccio”. Gli yankee se ne fregano delle disposizioni internazionali. Se ne sono fregati nel ’54 dopo la Conferenza di Ginevra, e hanno fatto saltare le elezioni previste che avrebbero unificato il paese sotto la guida di Hồ Chí Minh. Se ne fregano ora. Poco male.

L’ordine dell’ufficio politico, che accompagna quello dell’assalto finale, è di “avanzare con la massima determinazione fino all’ultima tana del nemico”. Sài Gòn.

Alla campagna decisiva di questa lunga guerra viene dato il nome dello Zio Hồ. E’ un augurio. Il padre del Việt Nam libero guida i suoi combattenti per l’ultima volta.

Una dopo l’altra cadono le regioni del sud. I molli mercenari filoamericani non oppongono quasi resistenza. Sanno di non potere nulla contro la rabbia di guerriglieri impegnati in trent’anni di lotte di liberazione.

La mattina del 30 aprile 1975, le truppe nord-vietnamite e Việt Cộng entrano nella capitale del Việt Nam meridionale. Il presidente Thiệu è già scappato a Taiwan, portando via quanto più oro ha potuto. Già da tre giorni una bandiera rossa e blu del Fronte di Liberazione Nazionale sventola sul ponte di Newport, a tre miglia dal centro cittadino.

I compagni avanzano dalla periferia verso il centro. Inarrestabili. La città è in subbuglio. I poliziotti, l’esercito e i burocrati del regime sono allo sbando. I civili cominciano a depredare uffici e commissariati americani, e a rivendersi a poco prezzo i surgelati, le birre, le bistecche che trovano all’interno. Euforici come a carnevale. Nell’ambasciata americana si organizza il piano di evacuazione. Elicotteri militari cominciano ad arrivare a ripetizione per trarre in salvo tutto lo stato maggiore USA.

Sài Gòn sta cadendo. La Sài Gòn creata, ingrassata, viziata e poi dichiarata malato terminale dagli Stati Uniti sta cadendo. La Sài Gòn dei giovani rampolli che dividono il loro tempo tra la piscina e il circolo ufficiali sta cadendo.

La città è in attesa mentre i carri armati nord-vietnamiti fanno il loro ingresso in Lam Son Square. Nessuno ha idea di come siano questi rossi, ma da quello che se n’è sempre sentito è meglio avere paura. Da uno dei cingolati scende un uomo. E’ un po’ confuso. Chiama a se due tra gli astanti: “Per favore mi potete indicare il palazzo presidenziale? E’ da tanto che non veniamo a Sài Gòn.”

Guarda “45 anni fa la fine della guerra in Vietnam: le foto inedite negli archivi storici Unical“:

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

liberazionesai gonvietnam

Accadeva Oggi

  1. 1919

    Immagine di copertina per il post

    Nasce Mikhail Kalashnikov

    Mikhail Kalashnikov Timofeyevich è nato 10 novembre 1919, in Kurya, un villaggio nel centro-sud della Russia. Era l’ottavo di 18 figli, solo otto dei quali sono sopravvissuti fino all’età adulta, è morto il 23 dicembre 2013 all’età di 94 anni. Mikhail Kalashnikov è il generale sovietico che ha progettato l’arma automatica onnipresente che oggi porta […]

  2. 1979

    Immagine di copertina per il post

    Torino – Dall’assemblea autonoma di classe

    Compagni, l’attacco condotto con i licenziamenti alla FIAT rappresenta la continuazione fin dentro la composizione di classe, dell’attacco complessivo che Stato e impresa stanno conducendo contro tutta la rete organizzata, politica e sociale, che ha condotto l’ultimo ciclo di lotte. I diecimila nuovi assunti alla FIAT hanno destabilizzato, in questi ultimi due anni, il progetto […]

  3. 1995

    Immagine di copertina per il post

    Muore il poeta Ken Saro Wiwa

    Kenule ”Ken” Beeson Saro Wiwa, scrittore, poeta e attivista nigeriano, nacque il 10 ottobre 1941 a Bori, una cittadina nel delta del fiume Niger. Membro dell’etnia degli Ogoni, fin dagli anni ottanta Saro Wiwa ne diventò il portavoce, conducendo una feroce e determinata campagna contro le multinazionali (Shell in primo luogo) responsabili di continue perdite […]