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“Settembre Nero” a Trieste

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L’attentato all’oleodotto della SIOT del 4 agosto 1972 fu un’azione di sabotaggio perpetrata contro i serbatoi di stoccaggio del petrolio greggio situati presso la località di Mattonaia, a San Dorligo della Valle, vicino a Trieste.

La prima delle cariche esplosive all’oleodotto transalpino che da Trieste pompa greggio sino ad Ingolstadt, in Baviera, brilla alle 03:15 del mattino ma, a causa dell’errato posizionamento della carica di tritolo sulla valvola della conduttura attraverso la quale passa il greggio proveniente dai pontili del vallone di Muggia ove attraccano le navi, il cilindro di contenimento del serbatoio n. 44, il più vicino alla città e contenente 31.531 m³ di combustibile, regge all’esplosione. Nel frattempo, udito il boato, vengono allertati i vigili del fuoco che giungono anche da altre località del Friuli Venezia Giulia e persino da Veneto e Lombardia. Alle 03:25 è la volta della cisterna n.11 con 69.000 m³ di liquido infiammabile, alle 03:30 salta pure il serbatoio n. 54, anch’esso con 69.000 m³ di prodotto e, immediatamente dopo, alle 03:16, tocca anche alla cisterna n. 21 con invece soli 1.534 m³ di petrolio[1]. A quel punto i tecnici della SIOT attuano il piano d’emergenza iniziando a svuotare tutti i serbatoi di stoccaggio, pompando verso Ingolstadt più greggio possibile per evitare il pericolo di nuove esplosioni. Tuttavia nel pomeriggio, per contagio, l’incendio coinvolge anche il serbatoio n. 55. Le fiamme sono alte 150 m e le colonne di fumo, visibili a centinaia di chilometri di distanza, raggiungono un’altezza di circa 6 km; fortunatamente solo l’assenza di bora, unita al bel tempo, impediscono un ulteriore propagarsi delle fiamme e il fenomeno delle piogge acide. Il 6 agosto 1972, con un dispaccio da Damasco, i fedayn rivendicano l’attentato, per domare gli incendi ci vorranno 4 giorni, vanno in fumo circa 160.000 tonnellate di petrolio greggio.

In primo grado di giudizio, per tale azione, sono condannati, in contumacia, a 22 anni di carcere gli appartenenti di Settembre Nero: Mohamed Boudia ( organizzatore del gruppo, in seguito ucciso il 28 giugno 1973 con una bomba posta sotto il sedile della sua auto dal Mossad come obiettivo dell’operazione Ira di Dio), Chabane Kadem entrambi algerini; e le due militanti francesi Marie-Thérèse Lefebvre e Dominique Jurilli ; pena poi ridotta in appello a soli 6 anni, derubricando l’accusa di tentata strage in quella di semplice incendio doloso e con l’assoluzione da quella di associazione per delinquere. Tuttavia nessuno di loro scontò mai nemmeno un solo giorno di carcere. Il peso e la determinazione dei palestinesi a quei tempi obbligava il governo italiano a evitare spiacevoli ritorsioni.

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