Anche Dracula era comunista
24 novembre 1918
La storia contemporanea non offre tanti esempi di partiti giunti al potere a pochi mesi di distanza dalla loro fondazione, ma il 21 marzo del 1919 il Partito dei comunisti di Ungheria, nato il 24 novembre del 1918 dalla fusione di comunisti e socialdemocratici, conquistò pacificamente il potere e proclamò la Repubblica Sovietica Ungherese (Magyarországi Tanácsköztársaság) guidata dal Primo Ministro Sándor Garbai e soprattutto dal Commissario del Popolo per gli Affari esteri Béla Kun, amico personale di Umberto Terracini.
La Repubblica ebbe vita breve e nell’agosto dello stesso anno fu sconfitta prima dai rumeni, che respinsero il tentativo di riconquista della Transilvania (… curiosa coincidenza visto la storia che stiamo raccontando), poi dalle forze conservatrici, guidate dall’aristocratico István Bethlen e dal sanguinario ammiraglio Miklós Horthy, che condussero una campagna di persecuzioni e violenze contro comunisti ed ebrei, nota come il “Terrore bianco”.
I comunisti vennero gettati con mani e piedi legati nel Danubio o impiccati ai lampioni del Vérmezo, un grande parco di Budapest il cui nome significa “campo di sangue”. Chi poté scappò. Scappò il regista di origine ebraica Mihály Kertész che si trasferì prima in Austria, quindi in Germania ed infine nel 1926 negli Stati Uniti dove cambiò nome e divenne Michael Curtiz molto noto per aver diretto, tra gli altri, Casablanca (1942) aggiudicandosi l’Oscar al miglior regista.
Lasciò l’Ungheria anche un giovane attore che Kertész aveva diretto in diverse pellicole: Az ezredes (1917), Lulu (1918), 99 (1918). Il suo nome era Béla Ferenc Dezso Blaskó nato a Lugoj, attuale Romania, non lontano dalla Transilvania (… ci risiamo), il 20 ottobre 1882. Bela, quarto figlio di un banchiere, fu Tenente di fanteria durante nella Prima guerra mondiale per poi muovere i primi passi tra le fila comuniste nel suo Paese e fondare il sindacato degli attori. Divenne un apprezzato interprete teatrale, ma era troppo comunista per i gusti del nuovo regime. La fuga fu una scelta obbligata.
Emigrò prima in Germania. Non senza difficoltà continuò la sua professione di attore, da segnalare l’interpretazione in La testa di Giano (Der Januskopf, 1920) di Friedrich Wilhelm Murnau il regista che si ispirò per primo al Dracula di Bram Stoker per il suo Nosferatu il vampiro (1922)… corsi e ricorsi storici. Quindi passò per l’Italia, a Trieste, dove si imbarcò clandestinamente, senza soldi e senza documenti, su un piroscafo diretto a New Orleans negli Stati Uniti. Bela non poteva affacciarsi in superficie, sul ponte della nave. Era costretto a trascorrere i giorni nel ventre dell’imbarcazione fino a quando, il quinto giorno di navigazione, una tempesta spinse la nave contro degli scogli: l’urto danneggiò la carena e costrinse “gli ultimi” ad emergere dal fondo del piroscafo. Tra i passeggeri vi era anche una coppia di aristocratici ungheresi che osservarono a lungo il loro connazionale, quindi iniziarono “ad avanzare acide supposizioni sulla possibilità di una passata militanza poco rispettosa della proprietà privata, a suggerire una spiccata inclinazione alla comunione dei beni, a mettere in dubbio, infine, la sincerità del suo patriottismo” (Franzosini). Clandestino e comunista. Davvero troppo. Solo grazie all’intervento di un capo macchine italiano, che fece presente al Capitano le difficoltà della navigazione dovute all’esiguità di personale, Bela riuscì a trovare un impiego all’interno della nave come “assistente alle macchine”. Verso la fine del 1921 arrivò finalmente negli Stati Uniti. Bela, tuttavia, volle mantenere un legame con l’Ungheria, decise così di omaggiare la sua città natale e cambiò nome in Bela Lugosi.
Nel 1923 si trasferì a Los Angeles. In quegli anni il cinema era la seconda industria del Paese, preceduta solamente dall’automobile, e l’attore voleva affermarsi a Hollywood. Si iscrisse al Casting Office e attese qualcuno che avesse bisogno di lui. Il primo a contattarlo fu J. Gordon Edwards, futuro nonno di Balke Edwards, che stava girando il film patriottico The Silent Command (1923). Negli anni successivi recitò, tra gli altri, in The Thirteenth Chair (1929) di Tod Browning e ne La seduzione del peccato (Wild Company, 1930) di Leo McCarey futuro regista di Duck Soup (La guerra lampo dei Fratelli Marx, 1933).
Dopo aver recitato per anni in numerose rappresentazioni teatrali, Lugosi nell’estate del 1927 venne scritturato per interpretare il ruolo di Dracula nell’adattamento del romanzo di Bram Stoker curato da Hamilton Deane e John L. Balderston. La rappresentazione venne presentata per la prima volta a Londra nel 1924 e a Broadway fu un autentico successo. L’attore ungherese nell’adattamento teatrale di Dracula incantò tutti e l’opera venne ripetuta 261 volte!
Dal teatro al cinema il passo fu breve. Nel 1930 la Universal investì quattrocentomila dollari per la realizzazione del primo Dracula (1931) sul grande schermo. La regia venne affidata a Tod Browning, già collaboratore di David Wark Griffith e maestro della suspense nel periodo del muto con Lon Chaney. Proprio Chaney, mago del travestimento al punto di essere ribattezzato “L’uomo dai mille volti”, avrebbe dovuto interpretare il Conte Dracula, ma un tumore alla gola lo spense il 26 agosto 1930. Dopo aver preso in considerazione John Griffith Wray, Conrad Veidt, Paul Muni, Ian Keith e William Leonard Courtney, la scelta per ricoprire il ruolo del protagonista cadde su Bela Lugosi. Pur di realizzare il film l’attore accettò una paga piuttosto bassa anche per gli standard dell’epoca, 500 dollari a settimana per sette settimane di riprese.
Il film fece di Lugosi una star, in soli due giorni vennero venduti 50.000 biglietti, e rilanciò la moda del fantastico, dell’horror. La Universal lo stesso anno produsse, non a caso, Frankenstein (1931) di James Whale. Per la parte del “mostro” fu ipotizzato lo stesso Bela Lugosi che si rifiutò, secondo sue stesse dichiarazioni (secondo altre fu scartato), di interpretare un personaggio chi non prevedeva dialoghi. L’attore ungherese affermò inoltre di essere stato lui a suggerire Boris Karloff (nato a Londra il 23 novembre 1887) che, grazie a quella parte, venne lanciato nel mondo di Hollywood.
L’anno successivo Lugosi interpretò il Dottor Miracolo nell’omonimo film, Murders in the Rue Morgue in originale, di Robert Florey (primo regista a dirigere i Fratelli Marx) e soprattutto White Zombie (L’isola degli zombies, 1932) di Victor Halperin in cui per impedire il matrimonio di una giovane coppia, un uomo chiede aiuto ad un sinistro dottore haitiano chiamato Murder Legendre interpretato da un Lugosi che domina la scena. La pellicola, dalle atmosfere cupe (inquietante l’avanzata dei “non morti”), è la prima nella storia del cinema a presentare la figura dello zombie. Seguirono, tra gli altri, Mark of the Vampire (I vampiri di Praga, 1935) di Tod Browning in cui Lugosi interpreta il Conte Mora, un vampiro accusato di omicidio per dissanguamento di un ricco possidente e Ninotchka (1939) il capolavoro di Ernst Lubitsch con l’attore ungherese nella parte del commissario Razinin.
Ma a cavallo degli anni trenta e quaranta si sviluppò la rivalità con Boris Karloff che in risposta aveva recitato in Scarface – Lo sfregiato (1932) di Howard Hawks e Richard Rosson, La maschera di Fu Manchu (The Mask of Fu Manchu, 1932) di Charles Brabin, La mummia (The Mummy, 1932) di Karl Freund (1932) e Il castello maledetto (The Old Dark House, 1932) di James Whale.
I due nel 1933 fondarono, insieme ad altri, lo Screen Actors Guild ovvero il sindacato di attori e operatori nel mondo del cinema. Insieme realizzarono sette film. Il primo fu The black cat (1934) di Edgar G. Ulmer, libero adattamento del racconto di Edgar Allan Poe. L’architetto Hjalmar Poelzig (Karloff) è il seguace di una setta demoniaca che uccide donne e le tiene imbalsamate nel sotterraneo della sua casa. Verrà fermato dal Dr. Vitus Werdegast (Lugosi) desideroso di vendicare la morte della moglie e la scomparsa della figlia. 90 mila dollari di budget, 15 giorni di riprese, 2 maestri indiscussi, 1 successo clamoroso. Il film di maggiore incasso della Universal per il 1934.
Karoff raccontò “Bela all’inizio era molto sospettoso sul set. Sospettoso che io adottassi dei trucchi per potergli rubare la scena. Quando capì che io non stavo cercando di fare nulla di tutto questo, diventammo grandi amici”.
Nel 1935 i due recitarono nel film The Raven (1935) di Lew Landers con Boris Karloff nella parte di Edmond Bateman, un gangster che si scontra con Richard Vollin, uno scienziato deviato ovviamente interpretato da Bela Lugosi. Il film ebbe molti problemi per le scene di tortura, ma elevò ulteriormente i due attori. Seguì Il raggio invisibile (1936) di Lambert Hillyer, in cui lo scienziato pazzo Janos Rukh (Karloff), contaminato dalle radiazioni di un minerale, uccide tutto ciò che tocca. Il dottor Felix Benet (Lugosi) si mette alla ricerca di un antidoto. Karloff, il cui nome si stagliava nei titoli di testa, aveva ormai le parti più importanti e i guadagni migliori. Lugosi era sempre meno considerato. Inaccettabile per lo stesso attore britannico.
Nel 1939 la Universal, in calo nel mercato estero, rispolverò i suoi classici e decise di realizzare, tra gli altri, Il figlio di Frankenstein (1939) diretto da Rowland V. Lee, ingaggiando una volta di più i due grandi attori, ma i produttori volevano relegare Lugosi a poche scene. Regista e “rivale”, una volta saputa l’intenzione della produzione, andarono su tutte le furie al punto che Rowland ridisegnò il film per lasciare maggiore spazio al personaggio interpretato dall’attore ungherese e fece bene, visto che al fianco del mostro, per l’ultima volta interpretato da Karloff, si stagliò la figura del sinistro assistente Igor, Lugosi, che l’attore ripropose nel successivo Il terrore di Frankenstein (Ghost of Frankenstein, 1942) di Erle C. Kenton. Personaggio che sarà destinato ad ispirare decine di film a seguire, uno su tutti l’Igor di Marty Feldman nel Frankensterin Junior (1974) di Mel Brooks.
Nel 1940 Lugosi e Karloff recitarono ancora insieme in Black Friday (1940) di Arthur Lubin (fu l’ultimo film per la Universal), e in You’ll Find Out (1940) di David Butler insieme a Peter Lorre.
Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1941, Lugosi contribuì alla creazione dell’Hungarian Anti-Fascist Committeee che organizzò spettacoli per sostenere la Resistenza in Europa e per soccorrere le vittime del Nazismo. Con le stesse finalità realizzò Il ritorno del vampiro (The Return of the Vampire, 1944) di Lew Landers in cui tornò a vestire il mantello nero in una Londra straziata dalla guerra.
Nel 1945 gli amici-nemici Bela Lugosi e Boris Karloff si trovarono per l’ultima volta sullo stesso set per La iena – L’uomo di mezzanotte (The Body Snatcher, 1945) di Robert Wise ispirato al racconto “Il ladro di cadaveri” di Robert Louis Stevenson.
Karloff continuò ad essere un’icona del cinema horror, Lugosi, in forti difficoltà economiche, malato e dipendente dalla morfina, rimase vittima del suo personaggio più famoso e fu costretto ad accettare parti in film mediocri. Dichiarò “Un tempo ero padrone del mio destino professionale, interpretavo ruoli che spaziavano da Romeo ai classici di Ibsen e Rostand. Poi divenni il pupazzo Dracula… più di ogni agenzia di casting, a dettare il tipo di ruolo che potevo interpretare fu l’ombra della figura di Dracula… non credo che esista al mondo un altro ruolo che abbia condizionato così pesantemente la carriera di un attore”.
Carriera che Lugosi terminò recitando nelle pellicole di Ed Wood, considerato il peggior regista della storia del cinema. Nacquero così Glen or Glenda (1953), La sposa del mostro (Bride of the Monster, 1955) e il celeberrimo Plan 9 from Outer Space (1959) in cui Lugosi, morto ad inizio riprese, venne sostituito da un attore alto e pelato!!! L’incontro tra Ed Wood e Bela Lugosi fu la base del film Ed Wood (1994) di Tim Burton con Johnny Depp nella parte del regista e Martin Landau in quella dell’attore, interpretazione che gli valse nel 1995 l’Oscar come miglior attore non protagonista.
Lasciato dalla quinta moglie che gli portò via l’unico figlio, Bela Lugosi junior poi avvocato di successo, Bela Lugosi morì a Los Angeles il 16 agosto 1956 per un attacco cardiaco pronunciando queste parole “Io sono il conte Dracula, io sono il re dei vampiri, io sono immortale”. Venne sepolto all’Holy Cross Cemetery, a Culver City con indosso il mantello di Dracula. Boris Karloff lo ricordò così “Ha ottenuto in vita molto meno di quanto meritasse. Era un uomo timido, sensibile e molto talentuoso, ma commise un errore: non si prese mai la briga di limare il suo accento e imparare la nostra lingua”. Forse fu la padronanza della lingua a fare la differenza tra questi due grandissimi. Karloff morì a 81 anni il 2 febbraio del 1969.
L’influenza di Bela Lugosi nella cultura di massa è notevole. E’ più volte comparso in cartoni animati della Disney. Il gruppo inglese dei Bauhaus gli ha dedicato una canzone intitolata Bela Lugosi’s Dead. Uno dei nemici principali di Zagor è un vampiro chiamato Bela Rakosi. Il chitarrista dei Def Leppard, Phil Collen, possiede una chitarra Jackson Dinky recante l’effigie di Bela Lugosi.”
Marco Ravera: www.lasinistraquotidiana
Guarda “Bela Lugosi“:
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