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Proiettili di gomma, divieto di manifestare: come i sindacati di polizia vogliono chiudere la bocca ai no tav

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Dopo la “caporetto” delle truppe a difesa del cantiere del 31 luglio scorso si è scatenata la gara tra i sindacati di polizia a chi la spara più grossa. In questi giorni abbiamo assistito a una serie di proposte surreali fatte a mezzo stampa da tutori dell’ordine evidentemente con poco familiarità del diritto di manifestare oltre che del territorio della Val Susa.

La prima invocazione di questi rambo un po’ frustrati è quella di poter sparare proiettili di gomma sui no tav. Parliamo di armi non convenzionali, criticate da ogni parte per la loro letalità (basti pensare che in Francia 17 persone hanno perso un occhio durante il movimento dei gilet gialli) e di cui Amnesty international chiede da tempo il divieto. Invece loro chiedono licenza di mutilare?

L’altra proposta è quella di sgomberare i presidi no tav. Insomma, da una parte si afferma che protestare “pacificamente” contro il tav è legittimo (vivaddio!), dall’altra si chiede di demolire i luoghi in cui i comitati della val Susa organizzano discussioni, presentazioni di libri e pranzi condivisi per opporsi all’opera. Tra l’altro i presidi sorgono tutti su terreni regolarmente detenuti da privati o messi a disposizione dalle amministrazioni comunali che possono disporne come meglio credono quindi non si capisce quindi bene a quale titolo si potrebbe procedere allo sgombero ma tant’è.

L’ultima proposta è quella di impedire manifestazioni “in un raggio di 20 km dal cantiere”. Per farsi un’idea si tratta di un’area che andrebbe da Beaulard a Rosta e Rivera compresi le valli di Viù la Val Sangone con Giaveno Trana e Coazze e praticamente quasi tutta la Val Chisone e Germanasca. Se poi si dovesse immaginare anche il cantiere di Salbertrand e di Caprie, allora i divieti arriverebbero dal Sestriere e Bardonecchia fino alle porte di Torino. Achtung Banditen!

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Da notav.info

 

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