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La rivolta di Haymarket

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Il biennio 1885/86 fu caratterizzato, soprattutto negli Stati Uniti, da un’intensa mobilitazione operaia che si poneva come obiettivo la conquista della giornata lavorativa di otto ore.

I sindacati americani decisero allora di indire per il primo Maggio ’86 uno sciopero generale, che nella sola città di Chicago riunì oltre 50.000 lavoratori. In un clima di tensione, e di numerose provocazioni poliziesche, si susseguirono cortei, comizi ed iniziative varie anche nei giorni successivi alla grande manifestazione. Il 3 di maggio i lavoratori in sciopero di Chicago si ritrovarono all’ingresso della fabbrica di macchine agricole McCormick. La polizia, chiamata a reprimere l’assembramento sparò sui manifestanti uccidendone quattro e ferendone diverse centinaia. Per protestare contro la brutalità delle forze dell’ordine, gli anarchici e i socialisti locali organizzarono una manifestazione da tenersi nell’Haymarket Square, la piazza che normalmente ospitava il mercato delle macchine agricole.

Il giorno successivo circa 2000 persone si radunarono per manifestare pacificamente, ma mentre i leader sindacalisti, Spies, Parsons e Fielden, parlavano alla folla, in un clima carico di tensione, ma fondamentalmente pacifico e tranquillo, i capitani di polizia Bonfield e Ward, a capo di 180 agenti con i manganelli levati, ordinarono di disperdere il presidio. Dopo un momento di silenzio, nel buio della notte si sentì il rumore di passi in fuga. Poi ci fu un lampo e un’esplosione terribile. Qualcuno aveva gettato una bomba. Il poliziotto Mathias J. Degan rimase ucciso.

A quel punto le forze dell’ordine si sentirono legittimate a sparare sulla folla. Sette poliziotti rimasero uccisi da fuoco amico, insieme a 4 manifestanti, mentre decine di persone rimasero ferite, molti delle quali ebbero paura di ricevere cure ospedaliere, temendo l’arresto.

Il giorno dopo, furono arrestati otto leader anarchici e socialisti, accusati di omicidio; si trattava di Albert Parsons, americano, di George Fielden, immigrato inglese, di Oscar Neebe, nato in America da genitori tedeschi, e di cinque immigrati dalla Germania: Adolph Fischer, August Spies, Louis Lingg, Michael Schwab e George Engel. Tre degli imputati erano stati oratori al comizio di Haymarket – di cui tutti ricordavano i toni moderati; altri due non c’erano nemmeno andati, gli ultimi tre avevano lasciato la manifestazione prima dello scoppio della bomba.

«I sospetti furono picchiati e sottoposti al terzo grado», scrive Harvey Wish, «persone che non conoscevano il significato di socialismo e anarchismo furono torturate dalla polizia» e «qualche volta corrotte perché testimoniassero per l’accusa».«Fate prima le perquisizioni e poi consultate la legge», disse Julius S. Grinnell, procuratore dello Stato a Chicago, incaricato dell’istruttoria dei casi. John Swinton dichiarò che i lavoratori di New York vivevano «sotto il regno del terrore. Giudici e polizia, corrotti e servi dei monopoli, rastrellavano indiscriminatamente i cittadini e li conducevano in prigione».

In realtà Parsons, convinto quasi all’istante che la bomba era stata lanciata da un agente prezzolato e che egli sarebbe stato uno degli accusati predestinati, riuscì a fuggire nella confusione che seguì alla strage, ma dopo pochi giorni, pur sapendo, come confermò in seguito il governatore dell’Illinois, John P. Altgeld, che si sarebbe trovato di fronte una giuria prevenuta, testimoni falsi e giudici decisi a condannare al capestro, decise comunque di consegnarsi, comparendo improvvisamente in tribunale il primo giorno del processo.

«Mi uccideranno – disse Parsons a chi gli chiese spiegazioni per il suo gesto – ma non potevo restarmene in libertà sapendo che i miei compagni erano stati arrestati e sarebbero stati giustiziati per fatti di cui essi sono colpevoli al pari di me …» .

Il processo cominciò a luglio; malgrado gli sforzi degli avvocati della difesa, l’accusa, appoggiata dal giudice, portò la discussione su un livello puramente ideologico: fu un processo all’anarchismo, al socialismo e al movimento operaio.

In tribunale non fu portata alcuna prova del collegamento tra gli imputati e il lancio della bomba, ma venne affermato che la persona che aveva lanciato l’ordigno sarebbe stata incitata a farlo dagli imputati, i quali di conseguenza erano da considerarsi responsabili.

Il 19 Agosto, la giuria decise per la condanna a 15 anni di carcere per Neebe, sebbene nessun elemento accusatorio fosse stato trovato nei suoi confronti, e per la morte degli altri sette imputati. La notte prima dell’esecuzione, Lingg si suicidò nella cella inghiottendo una bomba fatta a sigaro. L’11 novembre, Parsons, Engel, Fischer e Spies salirono al patibolo, mentre Samuel Fielden e Michael Schwab, in seguito alla domanda di clemenza, vennero graziati nel1893.

Il 13 Novembre, 200.000 persone parteciparono ai funerali dei cinque martiri del movimento operaio.

Tre anni più tardi, a Parigi, nel corso del congresso fondativo della Seconda internazionale socialista, organizzazione che riuniva i partiti socialisti e i movimenti a tutela dei lavoratori di venti paesi nel mondo, si decise di proclamare, in ricordo del massacro dell’Haymarket square, il primo maggio come Festa internazionale dei lavoratori. Sindacati e partiti aderenti avrebbero dovuto proporre alle singole autorità nazionali una petizione che istituisse per legge la festività.

La prima celebrazione della Festa dei lavoratori si tenne a Roma nel 1890. In quell’occasione la città venne occupata da poliziotti, carabinieri, corpi dell’esercito e squadroni di cavalleria. Circa 200 operai si riunirono a Testaccio ma vennero dispersi dalle forze dell’ordine. Lo stesso accadde ad altri assembramenti in Piazza Vittorio Emanuele e in Porta Trionfale. Fino al maggio 1898, anno in cui il generale Bava Beccaris represse nel sangue i «moti del pane» a Milano, la festa dei lavoratori fu vietata e repressa dalle autorità.

Guarda “Efemérides 01 Mayo de 1889 Homenaje a los Mártires de Chicago“:

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