Muore il poeta Ken Saro Wiwa
Kenule ”Ken” Beeson Saro Wiwa, scrittore, poeta e attivista nigeriano, nacque il 10 ottobre 1941 a Bori, una cittadina nel delta del fiume Niger.
Membro dell’etnia degli Ogoni, fin dagli anni ottanta Saro Wiwa ne diventò il portavoce, conducendo una feroce e determinata campagna contro le multinazionali (Shell in primo luogo) responsabili di continue perdite di petrolio e conseguenti danni alle colture e all’ecosistema della zona.
Wiwa fu inoltre molto critico nei confronti del governo nigeriano che vedeva riluttante ad avvalorare delle regolamentazioni ambientali per le compagnie petrolifere operanti nell’aerea del delta del fiume.
Presidente del movimento per la sopravvivenza della popolazione Ogoni (MOSOP), Saro Wiwa continuò la sua battaglia per i diritti culturali, ambientali e per dare maggiore autonomia all’etnia della sua famiglia e dei suoi concittadini: nel gennaio 1993, a seguito della sua scarcerazione ottenuta dopo l’arresto e la detenzione avvenuti senza che si fosse svolto alcun processo, il MOSOP organizzò infatti una grandissima manifestazione a cui parteciparono 300.000 Ogoni – più di metà degli abitanti di Ogoniland – attirando l’attenzione di tutto il mondo sull’impegno di questa popolazione.
Lo stesso anno il governo occupò e militarizzò l’intera regione.
Il 21 maggio 1994, quattro oppositori del MOSOP furono brutalmente assassinati; a Saro Wiwa fu negato l’accesso alla città di Ogoniland e venne arrestato e accusato di incitamento alla violenza: egli smentì le accuse che lo vedevano complice dell’omicidio, ma ciò nonostante venne imprigionato per più di un anno prima di essere dichiarato colpevole e condannato a morte da un tribunale speciale.
Il 10 novembre 1995, Ken Saro Wiwa venne impiccato insieme ad altri 8 attivisti del MOSOP.
Nel 1996 Jenny Green, avvocato del Centre for Constitutional Rights di New York avviò una causa contro la Shell per dimostrare il coinvolgimento della multinazionale petrolifera nell’esecuzione di Saro-Wiwa.
Il processo ebbe poi inizio nel maggio 2009 e la Shell subito patteggiò accettando di pagare un risarcimento di 15 milioni e mezzo di dollari. La Shell però precisò che aveva accettato di pagare il risarcimento non perché colpevole del fatto ma per aiutare il “processo di riconciliazione”.
Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un’intera generazione
È il poliziotto che corre all’impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L’inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina
È questo
È questo
È questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.
“La vera prigione” – Ken Saro Wiwa
Guarda “How Nigeria killed Ken Saro-Wiwa in 1995“:
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