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Cornelius Castoriadis

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Cornelius Castoriadis, nato a Istanbul l’11 marzo 1922 e subito dopo trasferitosi con la famiglia in Grecia, nel secondo dopoguerra si è stabilito in Francia, dove ha svolto la sua attività intellettuale e teorico-politica (è morto a Parigi all’età di 75 anni).

Ha occupato ruoli importanti all’interno di varie istituzioni, è stato dapprima economista dell’Ocse e successivamente è diventato direttore dell’École des hautes études en sciences sociales. A noi interessa ricordare innanzitutto la sua attività all’interno dell’esperienza politica di “Socialisme ou barbarie”, incentrata sulla rivista uscita tra la fine degli anni ’40 e la metà dei ’60. Ne hanno fatto parte, oltre a Castoriadis, figure del calibro di Edgar Morin, Claude Lefort, Daniel Mothé. È un’esperienza in rottura con il Partito comunista francese e il marxismo ortodosso, con le loro fondamenta staliniane. In questa critica serrata e nel tentativo di costruire nuovo pensiero rivoluzionario, confluiscono diverse tradizioni: vi è una matrice trotzkista, vi sono chiari influssi consiliaristi, libertari e autogestionari, di cui Castoriadis costituisce un’intelligenza espressione.

“Socialisme ou barbarie” è un’esperienza che, ponendosi tanto il problema di rileggere Marx in modo critico rispetto al marxismo, quanto di ripensare il rapporto tra comunismo e libertà contro l’incancrenimento dei partiti comunisti occidentali, ha alcuni rilevanti punti di affinità con la nascita dell’operaismo politico italiano. Il Diario di un operaio di Daniel Mothé, ad esempio, nell’analizzare la sua esperienza di militante politico dentro la fabbrica Renault nella seconda metà degli anni ’50, è stato un importante materiale politico di riferimento nello sviluppo della conricerca. Negli anni stessi anni ’50 Danilo Montaldi (anch’egli proveniente da una delle “minoranze storiche” anti-staliniste, quella bordighista) e Romano Alquati hanno intrattenuto continuativamente rapporti diretti con i compagni di “Socialisme ou barbarie”. In particolare Alquati ha valorizzato di Castoriadis innanzitutto il concetto-chiave di autonomia, sviluppandolo – all’interno dell’esperienza operaista – nella peculiare elaborazione dell’autonomia operaia. Se – come scrive Alquati in Camminando per realizzare un sogno comune – “l’elaborazione del gruppo di ‘Socialisme ou barbarie’ ed in particolare di Castoriadis, dalla fine degli anni ’50 si qualificò innanzitutto come ricerca di una via alla rivoluzione duramente critica ed avversa nei confronti del leninismo, e non tenera neppure con Marx”, per Alquati ripensare Lenin attraverso il concetto di autonomia è stato un obiettivo fondamentale. Dunque, ripartire da Marx e da Lenin contro il marxismo-leninismo, e in una direzione differente dalla via “abbastanza anarchicheggiante” di Castoriadis.

Va infine ricordato il significativo contributo di Castoriadis alla critica della tradizione psicanalitica e al pensiero strutturalista, con un occhio particolarmente attento alla questione della soggettività. Scrive ancora Alquati nel testo prima citato: “Castoriadis di professione faceva lo psicanalista, e ben conosceva tutto un insieme di pensatori e filosofi non solo francesi che ponevano sul tappeto non solo la ricerca oggettivante sulla soggettività altrui, ma il grande nodo di un superamento, anche rivoluzionario, o soprattutto rivoluzionario, dell’oggettivismo e del razionalismo oggettivista”.

Guarda “FILOSOFÍA_PENSAMIENTO LIBERTARIO: CORNELIUS CASTORIADIS y el concepto de AUTONOMÍA“:

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pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

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