Il Comunista
Il Comunista”, 14 luglio 1921
A Torino le bande fasciste hanno voluto dar prova della loro capacità combattiva.
Avendo organizzato in un bordello il loro comando, han manovrato come meglio loro pareva per le strade di Torino. Hanno tentato l’assalto ad alcuni Circoli comunisti, han dato la caccia agli operai, ne hanno assassinati due.
Torino, città squisitamente proletaria, ha sofferto ciò. Non sappiamo quali conseguenze questi fatti avranno, ignoriamo fino a qual punto le guardie bianche vorranno giungere.
Noi domandiamo ai proletari: non è forse chiaro l’insegnamento che da questi fatti scaturisce?
«Fuori dalle officine perché la produzione s’arresta. E, nelle strade, revolverate». Questa è la parola d’ordine che guida l’azione della borghesia e delle sue guardie, nei rapporti con gli operai.
Cosa gli operai faranno? Si rassegneranno a morire di fame o di mitraglia, così, passivamente, come mandrie di bestie stanche? Ah, no, perdio! Più che il diritto di vivere, gli uomini hanno il dovere di vivere. Hanno il dovere di difendere la propria vita. Con tutte le armi.
Questo noi ricordiamo al proletariato torinese, questo l’Internazionale Comunista dice al proletariato di tutto il mondo.
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