Raniero Avogadro, vescovo di Vercelli, contro frà Dolcino e i suoi seguaci.
Il 23 marzo 1307 ebbe luogo un evento che decretò il successo della crociata indetta da Raniero Avogadro, vescovo di Vercelli, contro frà Dolcino e i suoi seguaci.
Nel 1291, infatti, Dolcino era entrato a far parte della setta degli Apostolici, fondata da Gherardo Segalelli. Nel tardo medioevo l’Europa fu teatro della nascita di molti movimenti religiosi mirati a riportare la Chiesa alla povertà e alla semplicità, senza la corruzione che nel corso dei secoli si era annidata nel suo seno.
Ma questo movimento, più di altri, presentava alcune caratteristiche destinate a scontrarsi con l’ala “ortodossa” della cristianità: la vita degli Apostolici era scandita da frequenti momenti di digiuno e di preghiera, ma nello stesso tempo i ministri del culto non erano obbligati al celibato e la cerimonia di iniziazione dei nuovi seguaci avveniva in completa nudità, per palesare la propria nullità davanti alla grandezza di Dio. Inoltre sostenevano che fosse giusto disobbedire al papa quando questi cadeva in errore, e che i laici potevano predicare. Più o meno paradossalmente, la stessa povertà da loro predicata giocò a loro sfavore, perché venne utilizzata come prova di furti e rapine dei quali furono accusati.
Dolcino e i suoi seguaci si stabilirono nel 1304 in Valsesia, che nei loro intenti avrebbe dovuto essere trasformata in un territorio immune dalle ingerenze di qualsiasi tipo di autorità, così da concretizzare il progetto di comunità che gli esponenti della setta teorizzavano nelle loro predicazione. Sapendo di poter fare affidamento sulla protezione dei Visconti, inizialmente si stabilirono presso la Parete Calva (nel territorio di Rassa). Quando il sostegno dei signori di Milano venne meno, si trasferirono (il 10 marzo 1306) sul Monte Rubello, nell’entroterra di Trivero, in attesa della realizzazione delle profezie millenaristiche che costituivano parte integrante del loro impianto dottrinale degli Apostolici.
Il vescovo di Vercelli non stette a guardare. I crociati capitanati da Ranerio Avogadro, al soldo del quale agivano anche alcune milizie novaresi, assediarono le postazioni degli eretici. I dolciniani resistettero a lungo, ma dopo un po’, inevitabilmente, furono piegati dalla fame: del resto la popolazione, che aveva subito varie razzie per loro mano, si rifiutava di offrire loro del cibo. A quel punto – proprio il 23 marzo 1307 – Ranerio e i suoi espugnarono il fortilizio di Dolcino. Quasi tutti gli eretici furono uccisi. Dolcino fu costretto ad assistere al rogo della sua compagna, la bellissima Margherita Boninsegna di Cimego, e di Longino da Bergamo, il suo ambasciatore. In seguito, l’1 giugno dello stesso anno, fu giustiziato egli stesso.
Guarda “Fra Dolcino 2014 – al Cippo“:
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