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Il convegno a Bologna contro la repressione

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Il 23 settembre 1977 si apre a Bologna il “Convegno contro la repressione”.

Al convegno si riuniscono tutte le componenti del movimento: dall’Autonomia, ai partiti della nuova sinistra, agli indiani metropolitani.

Si avverte una profonda differenza tra l’anno di lotta precedente e quello a venire.

“Riuniti per interrogarsi, per confrontarsi, per aprire una battaglia politica dal cui esito le prospettive del movimento e dello stesso processo rivoluzionario in Italia saranno fortemente segnate.”

Nel corso dell’Assemblea al Palazzetto dello Sport, le componenti più politicizzate hanno un confronto-scontro su temi riguardanti soprattutto l’incapacità di riuscire a creare prospettive politiche.

Viene aperto un discorso sulla repressione, ponendo come punti la concepibilità o meno della lotta rivoluzionaria senza la repressione violenta dell’apparato statale; e se la repressione sempre maggiore non è da tenere in conto come dato di prevedibilità, dato l’inasprimento dei livelli dello scontro di classe.

Nel numero speciale di “Rosso” del settembre dello stesso anno, si cercano di delineare le linee principali della discussione:

” Crediamo che sul problema della repressione quello che conta è il rapporto di forza tra le classi, lo sviluppo corretto del processo rivoluzionario e l’affermarsi del potere dispiegato che, legalizzando sulla base della forza comportamenti apertamente illegali, ne legittima l’esistenza, e indebolisce in maniera decisiva il funzionamento dei meccanismi repressivi. Ogni atteggiamento lamentevole va bandito. I comunisti non auspicano la repressione, ma la mettono nel conto e lavorano perché questo atteggiamento scientifico si generalizzi il più possibile dentro le lotte, perché questo è l’unico modo, facendo fronte al nemico di classe, di far fronte anche ai suoi strumenti di repressione e di coercizione. “

“[…] Ci interessa rimarcare la differenza qualitativa tra il carattere coatto della società capitalistica e la repressione puntuale dei militanti, delle organizzazioni, delle lotte, che lo Stato in prima persona esercita. “

“Centrale sarà a Bologna anche la discussione sull’organizzazione d’avanguardia che sottragga la lotta di massa al cattivo infinito della dialettica sempre perdente esistita finora tra la ricomposizione/ aggregazione proletaria da una parte e repressione statale dall’altra.”

La tre giorni si conclude con un corteo di più di centomila persone e uno spettacolo, in una Bologna gremita di persone.

Guarda “Bologna ’77 (Ranuccio Sodi, 1977)“:

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