La grande rivolta di Los Angeles
Il 3 marzo del 1991 il tassista afroamericano Rodney King, assieme a due passeggeri, era alla guida della sua auto lungo la Foothill Freeway, nell’area della San Fernando Valley di Los Angeles, quando una pattuglia in moto della polizia stradale rilevò un eccesso di velocità. I due agenti gli intimarono di fermarsi, ma King proseguì perché temeva per la sua licenza da tassista.
L’inseguimento proseguì per 13 kilometri, fino ai quartieri residenziali di Los Angeles, intervennero diverse pattuglie e un elicottero. Poi i due agenti in moto, Tim e Melanie Singer, bloccano Rodney e a breve si aggiunsero il sergente Koon e gli agenti Powell, Wind, Briseno e Solano. Nessuno a bordo dell’auto fermata era armato e il tassista si consegnò agli agenti ridendo e salutando ironicamente l’elicottero che stazionava sopra di loro. La reazione dei poliziotti fu durissima, si accanirono contro Rodney King con un violento pestaggio a colpi di manganello. Un testimone casuale da un balcone riprese la scena.
Il video fece il giro delle televisioni e contribuì a portare a processo il sergente Koon e gli agenti Wind, Powell e Briseno. Incredibilmente, nel 1992, furono assolti. Nella giuria, che nei processi americani viene scelta con molte trattative e compromessi, non c’erano neri: nove giurati erano bianchi, uno era ispanico, uno asiatico e soltanto uno aveva il padre afroamericano. Il 29 aprile 1992, dopo sette giorni di discussioni, la giuria, dopo aver esaminato il video, prosciolse tutti e quattro dall’accusa di aggressione, e tre su quattro anche dall’accusa di uso eccessivo della forza.
La sentenza scatenò immediatamente la rivolta degli afroamericani a Los Angeles, con scontri, auto in fiamme, barricate, saccheggi, oltre duemila feriti e 63 morti, un miliardo di dollari i danni, in un clima in cui le molestie e la violenza da parte degli ufficiali della polizia nei confronti dei membri della comunità afroamericana era pratica quotidiana. Al terzo giorno di sommosse qualsiasi evento a Los Angeles, o in altre città in cui ci furono disordini, fu sospeso. Il servizio di trasporto pubblico metropolitano si fermò. Diverse superstrade furono chiuse. L’aeroporto internazionale subì forti disagi a causa delle colonne di fumo. La polizia dovette arretrare di fronte alla rivolta. Dovettero intervenire l’esercito, i marines e persino la guardia nazionale.
Con lo schieramento dei militari, l’ordine fu ristabilito in tutta la città, ma durante i disordini furono uccise 63 persone, vi furono 2.383 feriti e più di 12.000 arresti.
Una volta calmate le acque vennero riaperte le indagini. Il sergente Koon e l’agente Powell furono condannati per violazione dei diritti civili, a 32 mesi di carcere, mentre Wind e Briseno furono ancora una volta prosciolti.
Guarda “The L.A. Riots“:
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