InfoAut
Immagine di copertina per il post

Libertà per Fabrizio!

||||

5 marzo 1977: In seguito alla notizia della condanna di Fabrizio Panzieri, per concorso morale per l’omicidio Mantakas, in segno di solidarietà, vengono occupate numerose facoltà , e molti sono i cortei che chiedono la sua immediata scarcerazione e la libertà per tutti i rivoluzionari rinchiusi nelle carceri dello Stato.

La risposta non tarda ad arrivare, e per il 5 marzo sono numerose le manifestazioni che chiedono la libertà per Fabrizio e per tutti i compagni arrestati.

Ia mobilitazione più significativa si tiene a Roma. Quel giorno, infatti, un grande e partecipatissimo corteo esce dall’università e con determinazione forza il divieto della Questura di poter sfilare per la città, dirigendosi fin sotto il Regina Coeli.

L’intera giornata è caratterizzata da scontri violenti con le forze dell’ordine, che senza tregua, ma senza riuscirvi, cercano di bloccare la manifestazione. La risposta del movimento contro la polizia è unitaria, violenta e di massa. Scontri che durano per ore sono vissuti con tranqullità da chi è in piazza quel giorno, non quindi una “frazione violenta e militarista” ma un movimento di massa che vede e metabolizza la necessità dello scontro con lo Stato.

Il grande successo di quella giornata è infatti la capacità del movimento di rispondere alla violenza e alla repressione in modo organizzato, ma senza bloccare la spontaneità e le potenzialità politiche delle persone scese in piazza quel giorno.

Nel resoconto sul 5 marzo, edito dal primo numero di “Comunismo” del 12 marzo 1977, si legge infatti:

“Questo è il dato fondamentale: che nella giornata del 5 il movimento si è ricomposto omogeneamente attorno ad una grande determinazione combattente di massa, dove tutto è stato “talmente spontaneo da essere ben organizzato”, dove gli elementi di coscienza, di milizia, di determinazione combattente, di organizzazione complessiva non hanno compiuto nessun “corto circuito” forzoso: sono stati riconosciuti e assunti, come patrimonio prezioso di tutto il movimento, garanzia materiale delle capacità di praticare linea e programma, di esercizio della forza, di dispiegamento della linea di massa rivoluzionaria. “

I fatti del 5 marzo a cui ne seguirono molti altri nel corso dei tutto il mese, furono significativi per il movimento e segnarono la sua capicità di affiancare la lotta alla formazione del contropotere reale, nelle strade e nelle piazze.

Guarda “(terrorismi italiani & Storia) 28 febbraio 1975 Roma: omicidio “Miki” Mantakas, studente di 23 anni“:

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

1977fabrizio panzierimantakas

Accadeva Oggi

  1. 1968

    Immagine di copertina per il post

    La rivolta di Avola

    Verso la fine degli anni Sessanta, la società rurale siciliana era caratterizzata da forti squilibri sociali e da un pesante sfruttamento dei lavoratori agricoli. Da un lato la riforma agraria del 1950 aveva spezzato i gruppi di potere economico e politico provocando la fuga della grande proprietà latifondista; dall’altro però, solo enti statali e speculatori […]

  2. 1977

    Immagine di copertina per il post

    Il movimento 77 romano si spacca

    “TESTIMONIANZA DI VINCENZO MILIUCCI” Alla vigilia della manifestazione dei metalmeccanici, il 2 dicembre a Roma, il movimento si spacca in due assemblee… D – Come due assemblee…? Miliucci – Si defilano un centinaio di compagni e compagne che seguiranno le indicazioni moderate dei cosiddetti “11” – Bemocchi, Mordenti, D’Arcangelo, D’Avossa, Striano… – che si riuniranno […]

  3. 1977

    Immagine di copertina per il post

    L’ultimo “paziente” di Giorgio Coda

    Il 2 dicembre 1977, un nucleo di Prima Linea ferisce alle gambe lo psichiatra Giorgio Coda, a lungo a capo dei manicomi di Collegno e Villa Azzurra. Nel processo di primo grado che lo vede protagonista per le sevizie contro i piccoli pazienti del manicomio di Collegno, Coda viene condannato a cinque anni di reclusione: […]