InfoAut
Immagine di copertina per il post

La Resistenza jugoslava e la liberazione di Sarajevo

||||

Il 6 aprile 1945 le truppe dell’Esercito popolare di liberazione iugoslavo (EPLJ), guidate dal maresciallo Tito, liberarono la città di Sarajevo, portando a compimento il processo di liberazione della Jugoslavia senza l’intervento delle forze armate alleate.

Il croato Josip Broz, detto Tito, segretario del Partito comunista, aveva lanciato nel maggio 1941 un proclama che invitava i popoli di Jugoslavia alla resistenza contro l’invasore nazifascista, trovando inizialmente anche l’appoggio dei partigiani filo-monarchici e serbi di Mihailovic (detti “cetnici”) appoggiati da Re Pietro II, del Governo in esilio a Londra e della Gran Bretagna. Nell’estate del 1941 i partigiani di Tito conquistarono momentaneamente gran parte del territorio serbo, ma furono ricacciati in Bosnia dalle truppe tedesche. In Bosnia i gruppi di Tito si riorganizzarono e le formazioni partigiane arrivarono a contare diverse migliaia di combattenti di tutte le nazionalità.

Inizialmente le forze antifasciste si trovarono concordi nell’opposizione al movimento ultranazionalista croato degli ùstasha guidato da Ante Pavelić, che nel 1941 aveva creato lo Stato Indipendente di Croazia con l’appoggio dell’Italia fascista e la benevolenza di Hitler.

Tra i monarchici del colonnello serbo Mihailovic e i partigiani comunisti di Tito scoppiarono però presto duri scontri, dovuti alla visione pan-serba di Mihailovic e alla collaborazione dei monarchici con italiani e tedeschi e, dopo il 1942, alla partecipazione di unità di cetnici in operazioni condotte dai nazifascisti contro i combattenti titini.
Nonostante ciò i partigiani riuscirono a liberare un quinto del territorio nazionale e costituirono il Consiglio antifascista di liberazione popolare della Jugoslavia (Avnoj), virtualmente il primo Parlamento del nuovo Stato, mentre l’armistizio del settembre 1943 vide accogliere nelle file dei partigiani iugoslavi interi battaglioni di italiani sbandati.
Alla fine del novembre 1943 venne costituito il Comitato di Liberazione Nazionale con funzioni di governo provvisorio, che approvò un progetto di Costituzione federale per la futura Jugoslavia, con ampio riconoscimento dei diritti dei vari gruppi etnici.
La liberazione del paese progredì, fino alla liberazione di Belgrado nell’ottobre 1944, anche con il concorso delle truppe sovietiche. Seguendo l’esempio della Serbia pure le altre previste entità federali formano propri governi sulla base del CLN e le elezioni per la Costituente del novembre 1944 segnarono la vittoria del Fronte nazionale e la liquidazione della monarchia, che venne formalmente dichiarata decaduta dall’Assemblea nazionale.
Mentre l’esercito popolare conduceva a termine l’ultima vittoriosa offensiva, i Consigli di liberazione della Serbia, della Croazia, della Slovenia e delle altre nazionalità e regioni, costituirono i rispettivi governi federali, e la Jugoslavia si proclamò “democratica e federativa”.

L’esercito di liberazione nazionale, il più grande schieramento partigiano d’Europa (più di 800.000 combattenti nel 1945), contò 350.000 morti, 400.000 feriti, migliaia di dispersi. Tenendo conto dei morti sotto i bombardamenti e dei civili massacrati dagli ùstasha e dai nazifascisti, le vittime della guerra toccarono la cifra di 1.700.000, oltre il 10% della popolazione: solo l’URSS e la Polonia superarono questa terribile percentuale.

Guarda “Sedmodijelni dokumentarni serijal Partizani na Al Jazeeri Balkans“:

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

jugoslaviaresistenzasarajevotito

Accadeva Oggi

  1. 1872

    Immagine di copertina per il post

    “Bagarre” nella Prima Internazionale

    Socialisti e libertari fecero parte dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori (AIT) – la I Internazionale – fin dalla sua origine, nel 1864. I disaccordi tra Marx e Bakunin portarono a un’amara scissione nel 1872. Per Marx, le ragioni della scissione stavano nelle tendenze panslaviste e nel frazionismo antidemocratico e cospirativo di Bakunin. Da parte sua, Bakunin […]

  2. 1922

    Immagine di copertina per il post

    Amadeo Bordiga e gli scioperi del ’22

    La conferenza del compagno Bordiga (Il Lavoratore, 2 settembre 1922) Durante l’agitazione dei metallurgici noi abbiamo proposto l’allargamento del movimento. Al Consiglio Nazionale confederale di Genova la nostra proposta di allargamento dello sciopero metallurgico è stata respinta dalla maggioranza socialista di tutte le tendenze, meno la tendenza terzinternazionalista. Dopo i fatti di Novara abbiamo ripetuto […]

  3. 1970

    Immagine di copertina per il post

    Fallito attentato del Superclan all’ambasciata Usa di Atene

    Mercoledì 2 settembre, Atene: una Volkswagen azzurra con targa svedese, sulla quale vi sono un ragazzo e una ragazza, dopo aver compito numerosi giri attorno all’isolato dove ha sede l’ambasciata americana in Grecia, parcheggia davanti all’edificio, vicino a molte altre auto. I due occupanti prima di scendere rimangono un po’ di tempo a bordo, poi, […]