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Boom: Fauchon salta prima di Natale

19 dicembre 1977

Alla fine del 1977, nel cuore della notte, nel tranquillo ottavo arrondissement borghese, ci fu un forte boom! La drogheria di lusso Fauchon, il suo caviale, i suoi litchi, il suo Armagnac vintage… sono appena andati in  fumo!
Le Nouvel Observateur titolava il giorno successivo: “La dinamite Babbo Natale ha fatto saltare in aria Fauchon”.
Fauchon è un simbolo del lusso e, anche se non si bloccherà gli ordini di Natale, è un gesto spettacolare che fece sorridere moltissime persone a basso reddito.

La Sinistra Proletaria, un gruppo maoista, aveva già lanciato nel 1970 l’operazione “Fauchons chez Fauchon! ” e di conseguenza espropriato il negozio di alimentari di lusso per ridistribuire il cibo nei “bassifondi” delle periferie.
L’azione da Fauchon è rivendicata, nell’ordine: dal “Gruppo Autonomo dei Ricchi Natale Nero”, poi dagli “Smicards en pétard”, e infine dal “Groupement pour le Progrès et le Renouveau de la Corse”; tutti vogliono appropriarsene. 
Indipendentemente dagli autori esatti di questa affascinante azione, è nello spirito dei tempi: a metà degli anni ’70 in tutta Europa si verificò un’ondata di riappropriazioni e distruzioni.

È questo il grande momento del movimento autonomo, proveniente da alcune tradizioni teorizzate nel movimento operaista italiano, nel senso di autonomia operaia o proletaria, che intende affrancarsi dalle istituzioni e dalle sue propaggini partiti e sindacati. 

L’autonomia  poggia su basi politiche provenienti direttamente dal consiliarismo, movimento di consigli operai, più comunemente chiamati soviet nella loro forma iniziale, cioè assemblee di lavoratori operanti secondo il principio della democrazia diretta, orizzontale e con scopo insurrezionale.

Le posizioni di principio sono anticapitaliste, rifiutando i rapporti di mercato, e antiistituzionale. Le pratiche sono direttamente ispirate alla propaganda dalla tradizione libertaria e orientate all’azione guerrigliera: distruzione di attrezzature o anche di luoghi di produzione, sabotaggio e appropriazioni. 

A partire dagli anni ’70, gli autonomi in Europa si posizionarono politicamente in opposizione ai sindacati, considerati come agenti di controllo del movimento operaio, in opposizione all’estrema sinistra istituzionale, sia essa ML, trotskista o maoista, e anche contro certi movimenti anarchici o libertari. 

I metodi di autonomia in Francia sono pratiche più visibili di quelle dei gruppi costituiti, creano immediatamente quella che oggi chiameremmo una “controcultura” o contropotere: pratica di occupazioni, autoriduzioni, sabotaggi, pratiche tumultuose (rottura di finestre, incendi, scontri con i poliziotti) durante manifestazioni o raduni, pratica della lotta armata. Le decisioni, a seconda del gruppo, vengono prese in un’assemblea generale  o in gruppi informali.
Anche gli autonomi in Francia sono molto mobilitati contro l’energia nucleare; molti provenivano dalle lotte antinucleari che erano forti in quegli anni, e ritenevano che non fossero abbastanza radicali (soprattutto dopo la morte di Vital Michalon a Creys-Malville nella lotta contro il generatore Superphénix).
L’autonomia è ben consapevole di basarsi sulla solidarietà internazionale: l’assassinio in carcere della “banda Baader” da parte dello Stato tedesco, in seguito al rapimento del boss Hans Martin Schleyer da parte della Rote Armee Fraktion nella RFT, è uno shock che deciderà il movimento autonomo per tentare in Francia ciò che si sta facendo in Italia, in Germania, in Grecia e in molti altri paesi.
A margine di battaglie politiche di altra portata e di cui non si parla in questo articolo, gli autonomi in Francia si troveranno quindi ad affrontare, a partire dal 1977, tutta una serie di cose che ancora oggi rovinano le nostre vite!
È in questo contesto che il negozio di alimentari Fauchon viene attaccato.
Il signor Bory, capo di Fauchon, dichiarò flemmatico: “In questo caso, rimpiango solo le mie collezioni di grands crus e di Armagnac d’annata per le quali provavo tenerezza”.

Guarda “Interruttori autonomi“:

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pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

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