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Perù. Vincono le lotte: ritirata la legge Pulpìn sul lavoro giovanile

Nella giornata di lunedì 26 gennaio, mentre nel centro di Lima in migliaia si erano ritrovati per la quinta manifestazione contro la nuova legge del lavoro giovanile, al Congreso, dopo cinque ore di dibattito, la legge in questione veniva abolita alla prima votazione con 91 voti a favore, 18 contrari e cinque astenuti. Si tratta di una vittoria delle lotte che hanno scosso il Perù in questi mesi estivi, a scuole chiuse, costringendo il Presidente Humala a ripresentare al vaglio del Congresso la legge. Si trattava di un progetto di impianto neoliberista, improntato a “migliorare l’impiegabilità e favorire la contrattazione” ma che di fatto nascondeva riduzione delle ferie, tagli degli assegni famigliari e discriminazioni nei confronti dei giovani più poveri e meno alfabetizzati.

La legge, che aveva, secondo i sondaggi, incontrato la contrarietà di almeno il 75% della popolazione, è stata respinta a prezzo di una mobilitazione massiccia articolata in manifestazioni dure che hanno a più riprese puntato ad attaccare i palazzi governativi. L’entusiasmo per la vittoria lascia comunque sul tappeto diverse questioni che il movimento intende impugnare per rilanciare la propria sfida al governo Humala, dall’alta diffusione del lavoro irregolare, fino all’altissimo tasso di disoccupazione giovanile e di abbandono scolastico.

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