InfoAut
Immagine di copertina per il post

Marcia dei Sollevamenti della Terra 2023, territori in secessione da Leporandia

Mentre si innesca la battaglia contro l’ennesimo mostro di cemento, un invito alla discussione

di Sollevamenti della Terra

Vorremmo che questi giorni fossero l’occasione per una discussione adatta alla fase in cui ci troviamo, perché il movimento ecologista bolognese in generale, e quello No Passante in particolare, ha dimostrato di essere vivo negli ultimi mesi, ma ha anche incontrato alcuni ostacoli, dilemmi e nemici che dobbiamo cercare di affrontare tuttx assieme. Insomma, quello che sembra necessario è l’abbozzo di un pensiero strategico.

Versione ITA pdf
Versione française

Cominciamo con un elenco di quanto accaduto negli ultimi mesi attorno al tema del Passante. I gruppi di quartiere attivi contro l’allargamento di autostrada e tangenziale si sono moltiplicati, rendendo l’informazione sul tema sempre più capillare. Le azioni dirette si sono moltiplicate, da quelle anonime contro i cantieri alle spentolate gioiose sotto le sale del Comune. Dai blocchi della tangenziale alle varie occupazioni: prima quella dello stabile di via Agucchi – che sarà sottoposto a esproprio per costruire il nuovo svincolo della Pescarola – e poi quella della zona di fascia boscata nel (ormai ex) parco Virgina Woolf, ridotto a un cantiere. Proprio dall’occupazione di via Agucchi si sono innescate assemblee e momenti di autoformazione sul progetto-Passante che hanno fatto fare un ulteriore passo di consapevolezza a questa lotta. Abbiamo l’impressione che non solo oggi il Passante sia un problema noto e percepito da gran parte della città, ma che nella contrarietà a quest’opera si stia concentrando (anche simbolicamente) il rifiuto della strategia di urbanizzazione emiliana, una strategia fondata sul consumo di suolo, la cementificazione e la riduzione del verde urbano.

Questa strategia va avanti da decenni, e oltre a contribuire al riscaldamento globale è una delle cause dei dissesti imponenti dopo le piogge di maggio. Chi governa sa che il principale asset attraverso cui la regione può posizionarsi nel panorama nazionale ed europeo è la sua posizione geografica cruciale. In una Unione Europea che ha deciso di non investire sostanzialmente sul trasporto ferroviario capillare (ma solo di confezionare alcune tratte lussuose e simboliche ad Alta Velocità), Bologna e l’Emilia-Romagna cercano di diventare un groviglio di strade sempre più scorrevoli per il trasporto privato e le merci, un hub di hub. In una coazione a ripetere quasi ossessiva, le nuove strade incrementano il traffico e richiedono di ripensare in termini di ulteriore espansione il sistema stradale. Così di progetto in progetto il cemento continua a scorrere e ogni considerazione ambientale è solo un ornamento retorico.

A questo fenomeno se ne aggiunge un altro: gli investimenti per i servizi si riducono e si concentrano nei grandi centri urbani, a discapito di periferie e zone rurali. Le città crescono, Bologna sogna di diventare una vera metropoli, ma per mantenere governabile la situazione dentro questo processo di urbanizzazione continua, è necessario garantire spostamenti sempre più veloci: includere le zone periurbane della bassa e dell’appennino nell’area metropolitana attraverso il trasporto privato, necessario per raggiungere ospedali, scuole, cinema, zone di socialità e divertimento… tutto ciò che nelle zone periurbane sta scomparendo.

Il Passante come già detto concentra tutto questo: allargando autostrada e tangenziale si rende più scorrevole il traffico nazionale e regionale di merci e persone… in un primo momento. In breve il problema del traffico si ri-presenterà, ma la portata del sistema si sarà ingrossata com’era necessario ai progetti della metropoli bolognese. A farne le spese saranno tuttx quantx con l’ennesimo incremento di polveri sottili, e in particolare le periferie imbottigliate e intossicate e private delle ultime zone verdi cittadine, quelle su cui si stanno montando i cantieri del Passante.

Nonostante tutto questo, però, il Passante vive ancora nell’immaginario collettivo uno statuto duplice, come un gatto di Schroedinger: per chi governa la città – il sindaco Lepore e la sua giunta – è un’opera necessaria già praticamente realizzata; per un’altra parte di città, è un’opera dannosa che si può ancora fermare.

Parliamoci chiaramente: non sono poche le persone in città contrarie a quest’opera, soprattutto nei quartieri periferici è sufficiente scambiare qualche parola con gli abitanti per convincersi che il fronte del NO potrebbe essere vastissimo. Il condizionale però è d’obbligo, perché nonostante tutto è la rassegnazione a farla da padrona: «non c’è niente da fare» è una frase tanto diffusa quanto paralizzante, perché la maggior parte di noi contrari, sente in fondo a sé che la controparte (la giunta Lepore, appunto, il Partito Democratico e i suoi alleati) è troppo forte, organizzata e decisa perché la resistenza diffusa possa spuntarla. E lo sappiamo che questa rischia di essere la più classica delle profezie auto-avveranti, ma nonostante tutto anche a noi viene il sospetto di combattere una battaglia contro i mulini a vento.

Questa riflessione non è un esercizio retorico: ci sembra che l’operazione comunicativa del governo cittadino funzioni proprio cercando di convincerci che non c’è niente da fare, l’opera è già realizzata, l’iter è concluso e tutto quanto sta già avvenendo. Non ci provano nemmeno più a dilungarsi sulla fantomatica utilità delle nuove corsie, e quando si azzardano a elencare i lati positivi sui social network, ricevono centinaia di commenti infuriati.

Hanno abbandonato ogni mediazione argomentativa, ogni giustificazione progressista, e mettono in campo il loro nudo potere decisionale – a volte il loro contrito realismo – sperando che (come altre volte in passato) questo sia sufficiente a sfaldare emotivamente le varie resistenze. Per questo un Passante che ancora non è materialmente costruito, nei loro discorsi è già presente, già edificato. Quello stesso Passante che invece per alcuni di noi è ancora un’opera ben lontana, una colata di cemento che si può bloccare. Nessuno crede al sindaco, ma in tantx sono rassegnatx al fatto che le sue parole sono legge. Questo è il dilemma politico di fronte al quale ci troviamo.

Perché l’opera di demoralizzazione funzioni, è necessario che ogni volta che si manifesta una nuova critica collettiva, l’amministrazione sia in grado di farla apparire come una semplice dialettica interna all’apparato amministrativo, che condurrà verso delle mediazioni istituzionali e la costruzione di correttivi all’azione del Comune. Non un’opposizione radicale, quindi, ma una semplice frizione che non mette in discussione le fondamenta del progetto. In questo modo la porta, aperta da una contrarietà politica, si richiude subito: lo spazio politico per coalizzarsi contro la politica anti-ecologista del PD, viene subito sbarrato dalla gimcana delle microconcessioni e dei microrealismi.

L’abbiamo visto accadere in modo eclatante con Coalizione Civica, anti-passante prima delle elezioni, pro-passante dopo essere entrata in maggioranza, ma sappiamo che questo non è un meccanismo che si limita agli attori del consiglio comunale, riguarda tecnici, associazioni, singoli individui che si spostano per ipocrisia, utilità o per senso di impotenza.

E non riguarda nemmeno la sola realtà bolognese, a ben vedere questo è quello che succede un po’ ovunque si parli di crisi climatica, inquinamento e necessità di una svolta: ogni proposta radicale che metta in dubbio i modelli di produzione e gestione dei mondi, viene riassorbita in mediazioni burocratiche, dentro giochetti retorici o promesse senza una vera data di scadenza… Bologna Carbon neutral fa il verso nel suo piccolo agli accordi globali siglati a Parigi nel 2015, ad accomunare i due patti, oltre all’inutilità, il fatto che non saranno rispettati.

Per rispondere a questo stato di cose dobbiamo approfondire due livelli strategici.

1. Da una parte la moltiplicazione di azioni, volantinaggi, discussioni, contro il Passante e la cementificazione, deve porsi il preciso obiettivo di annullare questo senso di rassegnazione e impotenza. La nostra organizzazione deve essere diffusa e percepita come tale, chiunque voglia attivarsi contro l’opera deve sapere di poter trovare complici e amici con estrema facilità. Non stiamo qui parlando solo della rappresentazione di un fronte-dei-contrari, ma della necessità di affiancare a ogni forza molare “No Passante”, anche una forte diffusione molecolare, perché è suquest’ultimo livello che si gioca la battaglia dell’immaginario: sulla capacità di costruire autonomamente nei singoli quartieri, giorno per giorno, cantiere per cantiere, una risposta ad ogni avanzamento dell’opera.

Alcuni spunti: la moltiplicazione di tante azioni in piccoli gruppi può creare la sensazione di riproducibilità di cui abbiamo bisogno, così come un intenso lavoro comunicativo su immagini, video, e slogan forti, può creare un immaginario forte anche rimanendo svincolanti da pesanti rappresentazioni unitarie. «No al cemento, sì alla redistribuzione verso il basso dei soldi del cemento», organizziamo un modo bello per dirlo senza mai stancarci.

2. D’altra parte, è necessario individuare quei gesti, quelle abitudini, quei tic retorici, che permettono a noi stessi di essere recuperati nella macchina di green-washing e movimento-washing della giunta Lepore. L’amministrazione PD in Emilia (ma non solo) ha una grande abilità di gestione dell’ipocrisia, e senza vergogna passa dalle colate di cemento alla retorica progressista, dipingendosi anzi come il mediatore fondamentale della transizione ecologica. Questa doppiezza si appoggia sul meccanismo che abbiamo provato a descrivere sopra: non c’è uno spazio di reale opposizione, quindi il governo cittadino può fare il bello e il cattivo tempo.

È convinzione di molti che in questa situazione di debolezza sia necessario muoversi per accumulo graduale, cercando di guadagnare spazi tattici dentro il dibattito, cercando di spostare “un po’ più a sinistra” le mediazioni verdi. Portando proposte, alternative, nella speranza che questo slittamento progressivo ci porterà su una soglia di attivazione che per il momento non è a portata di mano. Magari a questo giro non fermeremo il passante, ma intanto piantiamo qualche albero in più… Di albero in albero costruiremo un’alternativa verde?

Invece è proprio il gradualismo che riproduce la debolezza strategica dei nostri NO: ogni volta che accettiamo il piano dialettico della “transizione ecologica”, stiamo concedendo all’amministrazione lo spazio per fissare i termini dell’ennesima mediazione politica, dell’ennesima promessa o gioco di parole. Dell’ennesimo tavolo di concertazione che forse concederà legittimità alle nostre posizioni o ai nostri portavoce, ma allo stesso tempo renderà di nuovo esplicito che ogni alterità deve essere filtrata attraverso procedure codificate e riconoscimenti concessi dall’alto. La forza più importante che abbiamo, a ben pensarci, è la sensazione di “essere nel giusto” senza bisogno di nessuna legittimazione esterna.

Questi due punti qui abbozzati vorrebbero fomentare l’inizio di una discussione approfondita. Non soltanto quindi ci chiediamo “che fare?”, ma forse più in profondità ci troviamo a domandarci come fornire una grammatica e un’intensità comuni, capaci di fondare i nostri progetti bellicosi contro il Passante e il mondo del cemento targato PD.

Di seguito l’intervista di lancio dell’iniziativa su Radio Onda Rossa:

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

BolognaCEMENTIFICAZIONECRISI CLIMATICAPASSANTEsoulevement de la terre

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Gli abitanti di Bagnoli e dei Campi Flegrei denunciano la mancata prevenzione e vengono caricati

Gli abitanti di Bagnoli, dei Campi Flegrei e tanti solidali da Napoli oggi oggi erano in piazza per denunciare che nel territorio, dove ci sono più di 400 sfollati e dominano incertezza e paura per il futuro, si tiene un comizio elettorale presso Città della Scienza. da Laboratorio Politico Iskra Gli abitanti sono stati caricati […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Torino: 39 avvisi di garanzia per abitanti e attivisti a difesa del parco, “questa è un’intimidazione senza mezzi termini”

Erano un centinaio le persone riunite in conferenza stampa lunedì 17 marzo all’interno del cortile Campus Einaudi di Torino. Studenti, lavoratori, associazioni, ambientalisti, abitanti del quartiere e alcune delle 39 persone che hanno ricevuto, pochi giorni prima, altrettanti avvisi di garanzia dalla Questura torinese.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Le istituzioni a Lamezia come stanno affrontando la sequenza simica in corso?

Da qualche giorno è in corso uno sciame sismico che sta interessando la provincia di Catanzaro e che dal 13 febbraio alle 13 del 17 marzo ha registrato – secondo i dati forniti dall’INGV – 134 scosse nell’area compresa fra Marcellinara, Miglierina e Tiriolo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TAV, Anno Zero: l’inizio della fine della Torino-Lione

L’Anno Zero non esiste. Nel nostro tempo, che segue il calendario gregoriano, si passa direttamente dall’anno 1 a.C. all’anno 1 d.C. Nel fantastico mondo della Torino Lione invece il tempo ha un significato astratto. Ogni anno è l’Anno Zero, in un eterno gioco dell’oca dove si ritorna sempre al punto di partenza. da notav.info Giovedì […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Contro il porto crocieristico di Fiumicino

Royal Caribbean, colosso statunitense delle crociere, vuole costruire a Fiumicino il primo grande porto a gestione privata in Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Comune di Bussoleno allunga le mani sulla stazione internazionale ed è subito bufera

“Metti la cera, togli la cera”. Chi di noi non si ricorda della famosa frase pronunciata dal maestro Miyagi nel film “Karate Kid” all’inizio degli anni 80.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La violenza colpisce la scienza: gli esperti sono minacciati per aver rivelato gli impatti sulla biodiversità

Messaggi intimidatori, attacchi fisici, avvertimenti. Secondo l’International Council on Science, gli scienziati ambientali latinoamericani sono sempre più minacciati. di Ana Cristina Alvarado, da ECOR Network “Stiamo assistendo a casi di persone che pubblicano informazioni scomode e, alla fine, si attaccano gli scienziati al fine di mettere a tacere il loro lavoro”, afferma Laura Furones, autrice […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messina: corteo No Ponte sullo Stretto in occasione del Carnevale, la polizia carica a freddo i manifestanti

Un’ampia manifestazione a Messina contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto ha animato questo sabato 1 marzo la città siciliana. Un corteo colorato ha legato la giornata di lotta con la festività del Carnevale, da sempre festa popolare e giorno in cui – fanno sapere i No Ponte – “si rovescia, si fa beffe del potere, […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Opporsi al ponte sullo Stretto costa: 340mila euro!

La storia del Ponte sullo Stretto si arricchisce di una nuova, incredibile pagina. di Peppe Marra, da Volere la Luna Presentato come un’opera strategica, il Ponte è in realtà un grande inganno (https://volerelaluna.it/controcanto/2024/02/15/messina-linganno-del-ponte/), tali e tante sono le criticità legate alla sua realizzazione. In sintesi: il territorio dello Stretto è una zona ad alto rischio sismico e costruire una struttura di queste dimensioni su un’area così instabile […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Viaggio nei cantieri del Tav tra mito e realtà. Il sistema “grandi opere” per espropriare, devastare e speculare

Sono passati 30 anni da quando, a inizi anni ’90, nasceva il movimento No Tav in Val di Susa (TO). Parallelamente alla sua storia, emergeva quello che sarebbe diventato il modus operandi di gestione manageriale dei beni comuni, della spesa pubblica, del territorio e della politica in Italia: le “grandi opere”. Un quantitativo ingente di […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Argentina: “Lo Stato Nazionale decide di non finanziare la lotta agli incendi”

Il fuoco devasta territori e vita nel Chubut, Río Negro e Neuquén. Di fronte alla scarsa azione del governo nazionale, abitanti locali, produttori e popoli originari indicano le cause: siccità prolungate e cambiamento climatico, monocolture di pini e mancanza di prevenzione. Un morto, centinaia di case distrutte e 23.000 ettari sono alcune delle conseguenze. Nel […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Aggiornamento a seguito dell’iniziativa di XR alla Regione Piemonte

L’Assessore al Patrimonio della Regione Piemonte ha annunciato un’azione legale contro Extinction Rebellion, accusando il movimento di “deturpamento” del grattacielo regionale per aver incollato manifesti con acqua e farina sul vetro.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Le Valutazioni di Impatto Ambientale: istruzioni per l’uso

Auto-formazione di Ecologia politica e il Comitato Salviamo il Meisino. Il 7 gennaio al Campus Luigi Einaudi si è tenuto un momento di auto-formazione organizzato dal collettivo Ecologia politica e il comitato Salviamo il Meisino. L’oggetto dell’evento sono state le Valutazioni di Impatto Ambientale, uno strumento tecnico, presentato nella sua complessità da Luca Giunti, naturalista […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non è stato un boom ma si sente il crack: l’energia ai tempi di Milei

La rinuncia di Eduardo Rodríguez Chirillo a capo del Ministero per l’Energia [nell’ottobre scorso] ha lasciato innescato un detonatore fatto di massicci aumenti delle tariffe, profitti straordinari per una manciata di imprese e incertezza sulla fornitura di elettricità durante l’estate. di Felipe Gutiérrez Ríos (OPSur-Revista Crisis), da ECOR Network In questo articolo gli alti e […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Dario Paccino: dall’imbroglio ecologico.. alla crisi climatica

Recensione di Louis Perez, pubblicato su La Bottega Del Barbieri

«Oggi diciamo che “l’ecologia senza lotta di classe è giardinaggio” ma se questo è possibile lo si deve anche al lavoro di chi – come Dario Paccino – e come il gruppo che diede vita alla rivista Rosso Vivo aveva già letto presente e futuro».

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Territori provinciali al centro della bufera da impianti eolici: da Imperia alle montagne al confine tra Piemonte, Lombardia e Liguria ci si organizza per difendere la propria terra

Per la serie Esplorazioni di Confluenza un racconto degli incontri avvenuti con il Comitato di InterVento Popolare e il Comitato delle Quattro Province

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il territorio biellese si difende da progetti inutili e dannosi e dalla militarizzazione

La scorsa settimana abbiamo partecipato al presidio ambientalista tenutosi a Biella. A presenziare erano diversi comitati e collettivi che si occupano di salvaguardare il territorio del biellese e piemontese: Movimento Valledora, Gruppo biellesi No Tav, Ambiente e futuro Salussola, La città di sotto, Coordinamento antifascista. Questo presidio è stata un’ottima occasione per conoscersi e avere […]