Lasciamo perdere i risultati contrattuali, l’analisi precisa può attendere. Per intanto, ci vengono sbandierati aumenti che in realtà sono ultra-modesti, legati sempre più a flessibilità e produttività e, udite udite, pagati in parte in “natura”. Sì: buoni benzina, buoni sconto, ecc. Senza contare delle misure per il “welfare aziendale”. Messaggio chiaro: in cambio del panettone aziendale i nostri cari sindacati si preparano a svendere altri pezzi di stato sociale, cioè quel poco o pochissimo che resta di prestazioni universali. Infamie neocorporative. Del resto fuori tempo massimo, come si vedrà non appena il secondo tempo della crisi verrà a battere implacabile sull’Italietta.
Il punto non sono i contratti in sé, anche se contengono delle perle che i lavoratori pagheranno care. Il punto è la tempistica. Esattamente come Berlusconi – tutto preso dall’indicare al suo pubblico “moderato”, che comunque non aspetta certo lui, di fare nell’urna esattamente il contrario di quanto dice a parole – ora anche Landini e Camusso si allineano di fatto al diktat del buffoncello di provincia. Per Renzi non male: più di quattro milioni di lavoratori/trici e famiglie con il bonus-contratto. Se poi si conta la platea dei pensionati, non tanto allettati da qualche minima elargizione quanto spaventati dalla paura per i risparmi, l’euro, ecc. è il caso di dire: più democrazia cristiana di così si muore. Solo che ai tempi della Dc (vera) la “sinistra” denunciava e combatteva questo tipo di manovre. Ora ne è pienamente complice.
Non è sola, ovviamente. Prodi, quello delle privatizzazioni anni Novanta, del surplus primario per pagare i debiti verso gli strozzini internazionali, dei tagli alla spesa sociale, lui preferisce succhiare: che cosa? L’osso, piuttosto di un bastone, parole sue, e votare Sì. Speriamo gli resti nel gargarozzo.
Del resto non manca la coerenza. La “sinistra” ha sempre optato per il male minore. Vuoi mica che faccia vincere il… populismo? Che ne sarebbe dei suoi posti para-statali, pardon, che ne sarebbe del bene del paese?!
Non ci urta. Lo sapevamo in partenza, anzi non è male che si gettino le maschere (si fa per dire). Il test interessante nel voto del quattro è su quanta parte di società che lavora sta ancora a questo gioco, credendo di poter scambiare un misero presente di briciole per un futuro sottratto a se stessa e soprattutto ai propri giovani cui magari si illude di risparmiare il peggio. Ma, sia detto senza moralismi, il meno peggio prepara il peggio. Intanto alla premiata ditta Landini&Camusso possiamo solo augurare di godersi, finchè dura, il panettone aziendale-governativo.