Intervista con “Mamme in piazza per la libertà di dissenso”
Come è ormai prassi comune in questa città (ma tendenza più generale ovunque le lotte sorpassino la soglia di ciò che è compatibile e ammesso “democraticamente”, cioè senza arrecare disturbo), a essere contestati non sono singoli fatti ma la personalità di chi è accusato di averli commessi (e che dovrebbe essere considerato innocente fino a prova contraria e processo consumatosi). Sempre più giovani si trovano così a subire detenzioni domiciliari senza esser passati sotto processo, col vantaggio, per Procure della Repubblica e politica istituzionale, di far funzionare come deterrente politico l’applicazione preventiva di misure di privazione della libertà. A molti di questi compagni e compagne sono inoltre imposte forti restrizioni affettive, lavorative e di studio.
Lo scorso 25 aprile queste mamme si sono prese il palco istituzionale del 25 aprile, leggendo una lettera pubblica di denuncia. In questi giorni hanno lanciato una petizone on line, sottoscrivibile qui. Oggi ci hanno fatto visita negli studi di Radio Blackout per portare la loro testimonianza di denuncia e auto-attivazione politica. Nuove iniziative vedranno presto la luce…
Ascolta la testimonianza di Diana, mamma di uno dei compagni tuttora ai domiciliari:
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