InfoAut
Immagine di copertina per il post

Lettera di Davide Rosci

Carissim* compagn*

Da circa un’ora è terminato il presidio che i compagni/e hanno organizzato all’esterno del carcere di Teramo e l’urlo di libertà è rimbombato forte nelle sezioni del penitenziario.

Nei giorni precedenti noi detenuti, dopo esserci confrontati sui temi dell’iniziativa lanciata dal “coordinamento dei detenuti”, abbiamo deciso di intraprendere scioperi del carrello e battiture. Alcuni di noi erano intenzionati a fare lo sciopero della fame ma “l’intelligence” (i confidenti) hanno fatto desistere i più; io, anche se solo, non mi sono tirato indietro e oggi, dopo cinque giorni, ho perso oltre 3kg e sono intenzionato a continuare la battaglia.

Il primo risultato che abbiamo raggiunto è stato quello di essere riusciti a coinvolgere diversi detenuti. Tutti, inoltre, sapevano i motivi della mobilitazione e nessuno, anche grazie al presidio organizzato, è rimasto indifferente.

Nonostante l’isolamento che viviamo quotidianamente siamo riusciti a portare fuori da queste mura le nostre rivendicazioni; anche se, questa volta, nessuno dei politicanti si è degnato di venire a capire cosa ci portava a protestare, non ci meravigliamo.

È chiaro che solo le nostre azioni possono portare alla conquista di migliori condizioni di vita per noi detenuti così come è necessario lottare affinché gli strumenti di tortura legalizzati, chiamati 41 bis, 14 bis e alta sorveglianza, vengano aboliti. Noi non ci tiriamo indietro!

Purtroppo il sistema carcerario, isola e punisce chi ha voglia di fare ed è pertanto opportuno non lasciare soli chi ci mette la faccia; è compito di noi compagni e compagne tornare a parlare del tema carceri affinché le lotte dei detenuti diventino le lotte di tutti/e.

Vi chiedo quindi di dare ampio spazio durante assemblee, incontri, feste e cortei al tema anticarcerario. Solo se avvengono momenti di riflessione collettiva, come quelli avvenuti in vista delle mobilitazioni di settembre 2013, potremo creare le basi per una lotta più diffusa.

Tornando alla giornata odierna posso dire che il presidio ci ha fatto sentire più liberi tutti/e: abbiamo ascoltato le voci dei compagni/e, testi dei detenuti che denunciano le condizioni inumane delle carceri, buona musica e l’armonioso scoppio di grossi petardi.

Purtroppo a me hanno vietato di poterli vedere, mi hanno chiuso in cella e non potuto comunicarci. Alta si è levata la protesta da tutta la sezione che mi ha dimostrato solidarietà ed è stata una gioia immensa ascoltare le note di “Bella ciao” e mezza sezione cantare insieme a me. Penso che questa sia stata la cosa che li abbia fatti andare di più su tutte le furie. Sotto la continua minaccia di farci rapporto o trasferirci, pensavano (le guardie ndr) che ci saremmo stati zitti…non ci sono riusciti!

La giornata è così volta al termine, la lotta no!

Ringrazio, a nome di tutti i detenuti, tutti coloro che si sono stretti a noi in questi giorni e chi lo farà durante le future mobilitazioni.

Possono imprigionare i nostri corpi, mai le nostre menti!

Un abbraccio a tutti/e!

A pugno chiuso,

Davide Rosci

Teramo 14/09/2013

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

carcereDavide Roscilettera

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Un’Anabasi post-sovietica. Storia del Gruppo Wagner

Gli uomini in mimetica camminano soli o a coppie dentro fitti banchi di nebbia, a malapena si intravedono i campi desolati attorno alla lingua di cemento.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il primo vertice antiterrorismo internazionale – Roma 1898

Un evento spesso trascurato dalla storiografia italiana, anche da quella che si è occupata del movimento operaio e delle sue lotte, ma che obbliga a riflettere su una serie di nodi ancora tutti da sciogliere

Immagine di copertina per il post
Culture

Frankenstein, quel mostro nato dalle ombre oscure della guerra

Al mostro viene negato un nome e una individualità, esattamente come al proletariato

Immagine di copertina per il post
Culture

“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy

Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.

Immagine di copertina per il post
Culture

Israele sull’orlo dell’abisso

Ilan Pappé, La fine di Israele. Il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina, Fazi Editore, Roma 2025, pp. 287

Immagine di copertina per il post
Culture

Se la Cina ha vinto

Se l’obiettivo di un titolo apodittico come “La Cina ha vinto” è convincere il lettore della validità della propria tesi, Alessandro Aresu vi riesce pienamente.

Immagine di copertina per il post
Culture

Mala tempora currunt

Don’t let this shakes go on,It’s time we have a break from itIt’s time we had some leaveWe’ve been livin’ in the flames,We’ve been eatin’ out our brainsOh, please, don’t let these shakes go on(Veteran of the Psychic Wars, 1981 –Testo: Michael Moorcock. Musica: Blue Oyster Cult) di Sandro Moiso, da Carmilla Che per l’Occidente […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Bolivia in fiamme: dentro un ecocidio latinoamericano

Bolivia Burning: Inside a Latin American Ecocide è un documentario di 52 minuti di The Gecko Project che porta gli spettatori all’interno di una delle crisi ambientali più sottovalutate al mondo: la rapida distruzione delle foreste in Bolivia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Scolpire il tempo, seminare il vento, creare antagonismo

Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Anan Yaeesh in sciopero della fame

Riprendiamo il comunicato pubblicato dalla campagna Free Anan e ci uniamo alla solidarietà ad Anan Yaeesh.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: 473 i componenti della Global Sumud Flotilla rapiti. Continua il viaggio della Thousand Madleens to Gaza

Sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla rapiti in acque internazionali dalle forze occupanti dell’esercito israeliano dopo l’assalto alle imbarcazioni iniziato la sera di mercoledì 1 ottobre 2025 a meno di 70 miglia da Gaza.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Milano: convalida degli arresti ai domiciliari e divieto di andare a scuola per i due minori fermati il 22 settembre

La giudice del Tribunale per i minorenni di Milano Antonella De Simone ha convalidato gli arresti e disposto come misura cautelare i domiciliari per due studenti di un liceo milanese, un ragazzo e una ragazza di 17 anni, accusati di resistenza aggravata e danneggiamenti dopo il corteo di lunedì a Milano.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato stampa: sottoscrizione nazionale per Anan Yaeesh

Nei primi quindici giorni della campagna nazionale di sottoscrizione a sostegno del combattente per la libertà palestinese Anan Yaeesh – detenuto nel carcere di Terni e attualmente processato presso il Tribunale dell’Aquila – la solidarietà popolare ha prodotto un risultato straordinario.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Georges Ibrahim Abdallah uscirà di prigione il 25 luglio, dopo 41 anni di reclusione

Abbiamo tradotto questo testo apparso su ContreAttaque in seguito alla notizia della decisione di fare uscire dal carcere Georges Ibrahim Abdallah dopo 41 anni di reclusione ingiusta, simbolo della persecuzione e dell’attacco da parte di Stati Uniti e Israele in primis e, di conseguenza della totale complicità di uno Stato europeo come la Francia, nei confronti di un militante anti-imperialista, rivoluzionario marxista libanese.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Carcere ai Ribell3”: Mamme in piazza per la libertà di dissenso

Presentiamo il libro “Carcere ai ribell3”, scritto dalle donne del gruppo Mamme in piazza per la libertà di dissenso. Con una delle “mamme” ripercorriamo alcune storie di compagn* e attivitst* che hanno incontrato il carcere nel loro percorso di lotta; raccontiamo delle pratiche di solidarietà portate avanti dalle “mamme” in sostegno dei/delle figli/e e delle […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il Consiglio dei Ministri approva il decreto sicurezza

Blitz del governo, approvato il decreto Sicurezza, varato dal governo Meloni nel Consiglio dei ministri di ieri sera.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Ingiusta detenzione, i numeri del 2024 e la facile criminalizzazione al sud

La somma complessivamente riconosciuta nel 2024 dalle Corti di Appello italiane per riparare all’ingiusta detenzione subita da centinaia di persone ogni anno è 26,9 milioni di Euro. di Salvatore Palidda, da Osservatorio Repressione I distretti in cui si concentrano le pronunce di ingiusta detenzione sono quelle di Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro e Roma. Si conferma quindi la […]