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Parlando di ergastolo. La vicenda di Mario Trudu

E perché no? Anche io voglio provare a dire qualche cosa sull’ergastolo ostativo, io che lo vivo sulla mia pelle. Dopo 33 anni di detenzione, pensarci su mi da’ una fatica tremenda regolare il respiro. Qualcuno mi racconta dell’articolo del giornalista Marco Travaglio de “Il Fatto Quotidiano”. Mi sento impotente contro questi mostri intellettuali che non hanno incertezze, solo baluardi di sicurezza. Per loro non si può pensare di abolire l’ergastolo ostativo. E’ una ingiustizia non torturare e non far morire dei “criminali” in carcere. Vedo che lui è molto informato sui traffici poco chiari dei politici, da dove ha costruito la sua brillante carriera, ma vedo anche che non è altrettanto preparato su vive varie situazioni inumane. Ma è difficile costruirsi una carriera trattando le ingiustizie di noi “delinquenti” comuni, e quindi del popolo. Sicuramente per avere una visione tanto striminzita sul fatto delle pene ostative, non si è impegnato tanto su questo campo. Un giornalista dovrebbe avere una visione ampia senza pregiudizi su tutto, e su temi così forti non è vergogna nemmeno avere qualche incertezza. Chiudo questo argomento, anche perché ho letto la lettera inviata al signor Travaglio dal Presidente dell’Associazione Fuori dall’Ombra Alfredo Cosco, e il comunicato stampa dell’Associazione Comunita’ Papa Giovanni XXIII. Credo che la situazione sia stata illustrata molto bene da loro. Tali spiegazioni dovrebbero fare riflettere anche un mostro di certezze come il signor Travaglio. Grazie a Dio, ancora il mondo è pieno di gente sensibile anche nei nostri confronti e degli emarginati i genere. Se fossero tutti come il signor Travaglio, per noi sarebbero stati aperti nuovamente i forni di Auschwitz. Nel campo dell’ostatività siete proprio un misero Travagl-inetto.

Se non fossi veramente forte (e la mia forza l’hanno resa indistruttibile decenni e decenni di detenzione), sentire e leggere certe cose potrebbe portare qualcuno ad arrendersi. Ma qui dentro è proibito, e molto pericoloso arrendersi. Se uno sceglie quella strada non sarà mai un uomo libero. Se un giorno, cosa molto improbabile, un ostativo che si è arreso, dovesse uscire dal carcere, lo farà da schiavo. Ha perso la sua libertà quando si è arreso. Sono fiero di non essere tra questi. Ma comunque non disprezza più di tanto nemmeno chi sceglie di arrendersi. Li capisco, non tutti nascono con abbastanza forza e fegato da poter superare i momenti più critici che la vita alle volte ci riserva, e così poterne uscire vittoriosamente, almeno in fatto di dignità.

L’ ostatività proibisce di avere accesso ai benefici penitenziari. Ma chi ha un fine pena, sa che, prima o poi, tornerà in libertà, mentre per noi ergastolani ostativi, all’ingresso di ogni carcere, è come se ci fosse scritta quella famosa frase “Perdete ogni speranza voi che entrate”. Nell’ultima pagina della mia autobiografia mi sono fatto io stesso la domanda.. “Cos’è l’ergastolo ostativo?” Risposi così “L’ergastolo ostativo è l’annientamento dell’ìndividuo, se non hai il coraggio di affrontare la morte suicidandoti, ti rimarrà appiccicato addosso per anni, per decenni, fino all’ultimo dei tuoi giorni. Non illuderti pensando che un giorno possa morire, ridandoti la libertà, non può essere, il suo respiro si spegnerà insieme al tuo, morirete nello stesso istante, tutti e due morirete, in prigione sarete uno incatenato all’altro, uscirete insieme in una sola bara, questo è l’ergastolo ostativo”. Se un ergastolano ostativo riesce ad avere un’altra visione meno pessimista… tranquilli… sta solo sognando.

Trattando questo argomento è impossibile non ripetersi sia sulle cose già scritte da lui o da altri. Per me non esiste altra pena tanto terribile da paragonare all’ostatività, non esiste altra pena tanto terribile da paragonare all’ostatività, non esiste altra disumana pena detentiva in nessun Paese del modo da richiedere tanto coraggio per essere affrontata. Quindi, in fatto di leggi disumane siamo al primo posto. L’Italia ha questo triste primato. Se nemmeno nei Paesi dittatoriali esistono leggi del genere, come mai l’Italia è ritenuto un Paese civile? Vai a capire chi stila queste classifiche. Berlusconi ha più volte affermato che il governo tecnico ha sospeso la democrazia, ma dimentica che, per noi, dal 1992, non è mai esistita la Democrazia. Forse lui ritiene che quando lui era al potere, essa esistesse. Magari è vero, per lui, visto che si comprava le sentenze e si faceva le leggi ad personam spalleggiato dai mercenari che aveva affianco, gli scillipotiani gente vendutasi per due lire la promessa di una poltrona, gente senza dignità, senza carattere, pezzenti. Quindi ha tenuto in piedi il governo con la melma del Paese, e con questo suo orgoglio da strapazzo. Per un altro anno ha mentito, diceva: non è vero che c’è la crisi. I ristoranti sono pieni, sugli aerei non ci sono più posti liberi. Ha lasciato che il Paese continuasse ad andare sempre più giù. L’unica sua vera arma per governare è stata il ricatto, con l’aiuto della sottomissione dei suoi vassalli. Le azioni di uno stato democratico dovrebbero essere rese al bene pubblico e non al personale. Lui ha conservato i privilegi, il capitale a danno del popolo, la voce del popolo dovrebbe essere al primo posto, democrazia dovrebbe voler dire rispettare le leggi, cosa che lui, al pari di ogni altro delinquente, non ha mai fatto, ma, purtroppo, a causa dei privilegi che si è comprato, non finirà mai in carcere, ma non esageri facendosi bello in televisione. Lui è un pezzo di delinquente, come molti di noi, poi… farsi bello è impossibile. Ha le sembianze di un fusto di gasolio, pieno di frottole e di boria, per non dire di altro.

Io combatto contro questo mostro dell’ostatività da tanto tempo, ma sono sereno perché certo che combatterò fino alla fine. Non ci sarà nessuna resa. Dalla mia parte c’è l’orgoglio  e la dignità a proteggermi, tutte cose non in vendita. Sono abituato a morire un poco ogni giorno. Fino a 1-2 anni fa, tutti volevano un pena certa. Ma qual è un’altra pena più certa della mia? Una pena che mi accompagnerà fino alla morte, almeno che non mi smentisca su ciò che ho detto prima (cosa poco probabile), e al mio posto non metta un altro in cella. L’art. 58 ter è stato introdotto nell’Ordinamento Penitenziario per “agevolare” il passaggio a ritroso da essere umano a quello animale, perdendo libertà, orgoglio e dignità in genere, diventando un collaboratore di “giustizia”, accusando gli altri. Da parte dei magistrati non c’è nessuna riflessione sul fatto che pentirsi  non può essere accusare gli altri. La persona è pentita quando è cambiata dentro, magari a causa di una lunga riflessione sugli errori che ha commesso, e non c’entra niente con il pentimento di comodo preteso e accettato dalla giustizia. Si fa prevalere il pentirsi a quel cammino rieducativo che la Costituzione impone. Questo non è agire da paese civile. Sono solo convulse arroganze di uno Stato che ha perso il diritto e la libertà.

Ogni giorno, guardandomi intorno, vedo aumentare la gente distrutta, sia fisicamente che mentalmente. Sono svuotati di quella forza che ti fa amare la vita. Tempo fa ho scritto, paragonando questo posto all’Averno descritto da Omero nel 24° canto dell’Odissea, quando narra del Dio Mercurio che accompagna i Proci uccisi da Ulisse per vendicare la profanazione della sua casa, la giù si incontrano le ombre dei morti, ci sogno gli eroi caduti nella guerra di Troia, Achille, Patroclo, Antiloco, Aiace, Agamennone, ecc… che vagano senza meta per l’eternità. Forse anch’io mi trovo nel regno di Ade, perché vedo le ombre degli ergastolani ostativi come me, vagare dentro un “recinto” senza mai allontanarci l’uno dall’altro, come se avessimo paura a restare da soli, avanti e indietro senza mai un attimo di pace e, come dice Omero, senza meta per l’eternità. Noi siamo dei morti viventi tenuti in vita dalla malvagità di un parlamento senza dignità, e dalla mala informazione che ha tenuto sempre nascosta l’impresentabile verità sull’ergastolo ostativo.

Forse le cose che affermo nei miei scritti sono ritenute da molti fuori luogo, senza sostanza, ma sapete cosa me le fa dire? Quando uno subisce oltre il limite, ritengo che sia giusto che dica qualcosa. E’ meglio dire cose contestabili che stare zitti del tutto.

Se continuerò a vivere, vi scriverò ancor.

Persone de Ispoleto  1 ‘ennargiu 2013

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