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Ventimiglia, il sindaco ordina lo sgombero dei migranti

Mentre centinaia di uomini, donne e bambini muoiono annegati alle porte dell’Europa, il sindaco Enrico Ioculano, giovane promessa del Partito democratico, continua la sua guerra ai migranti palesando una volta di più quali sono le priorità politiche delle amministrazioni di centro-sinistra. C’è poco da stupirsi, per rendersi conto del livello di questo piccolo uomo, Ioculano era già saltato agli onori delle cronache qualche mesa fa per aver emanato un’ordinanza che vietava ai cittadini di Ventimiglia di offrire cibo ai migranti. Ordinanza ritirata pochi giorni fa grazie alla determinazione degli attivisti noborder che hanno continuato ad organizzare pubblicamente pasti di solidarietà con i tanti che chiedono semplicemente di poter lasciare l’Italia e proseguire il proprio viaggio.

Ieri le forze dell’ordine hanno quindi comunicato alle persone presenti all’accampamento di Via tenda che devono lasciare i propri ripari avanzando motivazioni di carattere igienico-sanitario descrivendo il campo come insalubre. Una scusa pretestuosa che fa ancora più rabbia visto che la situazione difficile del campo è stata scientemente voluta da un amministrazione che intende creare “l’emergenza” per poi gridare al degrado e giustificare gli sgomberi. Già nei mesi scorsi a Ventimiglia è stato smantellato il campo della croce rossa rendendone di fatto impraticabile l’accesso senza dover lasciare le proprie impronte digitali, cosa che giustamente i migranti vogliono evitare perché ciò renderebbe loro ancora più difficile uscire dall’Italia. L’amministrazione comunale, dopo aver costretto i migranti in campi di fortuna, ha fatto inoltre di tutto per rendere la vita impossibile a solidali e volontari che provano ad organizzare con i migranti dei livelli minimi di servizi per garantire a chi è in transito una vita quotidiana decente. Una strategia infame, pensata per mettere contro residenti e migranti impedendo alle persone in transito di lavarsi, dormire e mangiare, creando “marginalità” e malessere per rendere Ventimiglia meno “attrattiva” per chi è in viaggio, ignorando senza vergogna la geografia quanto la storia della città.

Al di là della pagliacciata inscenata ieri da Ioculano, che si è dimesso dal PD per protesta contro l’operato del governo, lo spirito che anima il sindaco è lo stesso del piano Alfano. Annunciato il 7 maggio scorso dal ministro dell’interno, il piano prevede controlli capillari su treni e mezzi di trasporto con la ridicola pretesa d’impedire ai migranti di arrivare alla frontiera di Ventimiglia. Un’idea velleitaria che ha avuto come solo effetto quello di moltiplicare le torture della polizia italiana e francese sui migranti. Nei giorni scorsi le persone in transito hanno denunciato nell’indifferenza generale le minacce, le percosse, le pinze sui genitali per ottenere le impronte digitali e pochi giorni fa un ragazzo è rimasto quasi sordo per le botte ricevute dalle forze dell’ordine.
Aprire le frontiere e permettere a chi vuole di lasciare il nostro paese è la sola soluzione possibile, ma l’Italia continua ad essere schiava delle direttive UE accollandosi l’onere di fare il gendarme dell’Europa.

Ascolta l’aggiornamento registrato ieri con una compagna di No Border Ventimiglia

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