Mirafori sciopera contro il trasferimento
Nel mese di giugno del 1944, in previsione di un progressivo spostamento della linea del fronte verso nord, le autorità naziste danno l
Il 15 giugno, giorno della decisione del comando tedesco del trasferimento coatto dell’officina 17, vede scatenarsi pronta la reazione operaia, con l’indizione di uno sciopero per il 17 giugno indetto dal comitato di agitazione del Cln.
La manovra in realtà non tende tanto, come dichiarato, a evitare i danni delle incursioni aeree, quanto all’eliminazione delle agitazioni operaie, che sarebbero diventante difficili da gestire, trasferendo l’intero processo produttivo fuori dall’ambiente sociale dei lavoratori, troncando ogni organizzazione operaia ed influenza esterna.
L’agitazione parte dallo stabilimento Fiat Mirafiori, ma ben presto si allarga prima alle altre fabbriche del gruppo (Lingotto, Ferriere, Fonderie ghisa, Acciaierie, Fiat materiale Ferroviario, Grandi Motori), e nei giorni successivi a molte altre aziende, dalla Lancia all’Arsenale Militare, dalla Zenith alla Manifattura Tabacchi.
Le decine di migliaia di operai che scendono in piazza tra il 17 e il 27 giugno non si battono solo per scongiurare la deportazione, ma rivendicano anche un aumento di viveri e salari.
Grazie a questa prova di resistenza gli operai otterranno alcuni miglioramenti economici e impediranno l’invio di macchinari e lavoratori all’estero: lo sciopero del giugno di fatto fornisce ai torinesi l’ennesima prova della grande capacità mobilitativa, e blocca un’iniziativa tedesca che, se non fermata, avrebbe potuto riprodursi su larga scala.
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