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Autonomia – Editoriale

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LA NOSTRA BANDIERA È ROSSA

 

Compagni, Autonomia riprende le pubblicazioni. Non è stato facile. Considerata da Calogero e Palombarini come un livello di direzione strategico-organizzativa del cosiddetto ‘terrorismo rosso’, Autonomia-settimanale è stata privata con il 7 aprile dell’intelligente collaborazione dei compagni Emilio, Luciano, Piero, Marzio e Ivo. Ebbene, nonostante tutto, il giornale esce con il N.16……..

 

Perché, dunque, autonomia settimanale politico comunista?

Tra i nostri vecchi lettori, ci sarà qualcuno, che ricorderà l’editoriale redazionale del primo numero, l’ormai rarissimo zero-nero. Certamente lo hanno letto i magistrati, i poliziotti, e i politici con le mani in pasta nell’inchiesta-processo contro la Autonomia Operaia italiana.

In prima pagina, ben in vista, a chiare lettere, Autonomia-settimanale si riconosceva nei movimenti autonomi di classe, intendeva calare dentro questi movimenti elementi di dibattito politico, si rivolgeva a tutto il personale comunista formatosi nell’impegno e nella pratica delle lotte proletarie, sosteneva a modo suo lo sviluppo e l’articolazione, nel Veneto e a livello nazionale, delle campagne di agitazione proletaria sui nodi centrali, oggi, dell’iniziativa capitalistica come la spesa pubblica, la repressione, la materialità della scienza capitalistica, il nucleare, la centralità operaia, la nuova composizione di classe dell’operaio sociale, la lotta al revisionismo e ai suoi guasti.

 

Autonomia-settimanale riconferma questa scelta di campo, con maggiore consapevolezza dell’attualità di questi problemi.

Il giornale si identifica nelle posizioni del Movimento Comunista, nelle sue strutture, nella sua pratica, nei suoi militanti.

Gli inquisitori dei Tribunali Speciali di Padova e Roma, a questa sincera dichiarazione di militanza giornalistica di parte proletaria, faranno un balzo dalle sedie della provocazione e del comando antiproletari su cui ben da 8mesi sono inchiodati. Ma cosa credevate, signori, che il rapimento, per vostra mano, in un sabato di primavera, di alcuni redattori e la latitanza di un altro – accompagnati dal tentativo di criminalizzare l’intero giornale – fossero sufficienti a tapparci la bocca?

Dal sette aprile sono usciti i numeri 13,14,15; con questo ne usciranno, comunque fino al giorno in cui (arrestando tutto il movimento proletario organizzato) al comando del Il Celere non riuscirete a bloccarne la pubblicazione.

 

A proposito della nostra funzione di direzione.

Autonomia-settimanale è strumento, voce scritta del movimento, delle lotte, delle idee, dell’intelligenza, della ragione di centinaia di compagni che quotidianamente spingono avanti il carro del programma proletario, degli interessi di classe, dei bisogni proletari, del dibattito tra comunisti, della diversità degli sfruttati.

È un giornale comunista scritto a più mani, capace di rigenerare le redazioni contro i tentativi di criminalizzazione della comunicazione antagonista di classe e l’arresto dei suoi militanti.

Hanno distrutto la ‘redazione e direzione giuridica’ del giornale, piccolo strumento, piccola punta di un iceberg, di centinaia di redattori dai posti di lotta, di dibattito, dell’organizzazione, dai territori dello scontro di classe.

 

Emilio, Luciano, Piero, Marzio e Ivo erano i ‘cervelli che dirigevano’ il movimento?

Convinzione un po’ sciocca e miope – se non fosse anche armata dallo Stato – dal momento che il giornale continua a ‘dirigere’ cioè a essere lo specchio dei livelli reali (proletari) di direzione di massa, nonostante i compagni si trovino in galera o in giro per il mondo.

I tempi in cui viviamo sono difficili. I signori del comando capitalistico, dell’economia e della politica sono all’offensiva. Occorre un grosso sforzo di tutti per preparare una risposta proletaria di massa. Innanzitutto, con una riflessione interna al movimento sulle prospettive di sviluppo dell’iniziativa rivoluzionaria.

Una riflessione sul movimento, sui suoi errori, ritardi, sull’opportunismo, togliendo il dibattito dalle mani di chi con le lotte e le strutture ha ben poco a che fare.

 

Nel zero-nero si diceva che non eravamo più nel ‘77.

 

Siamo ben oltre compagni.

L’iniziativa capitalistica sposta continuamente in avanti i termini dello scontro di classe.

È necessaria una critica feroce contro le posizioni che danno di fatto finita la possibilità dello sviluppo dei processi rivoluzionari nella loro interezza.

Le difficoltà del momento favoriscono il riapparire delle iene che vorrebbero riportare indietro il dibattito e i termini reali dei problemi interni al movimento, elucubrando sul suo cadavere. Ci dispiace, fugaci compagni di strada, ma le carceri italiane non hanno accolto ancora l’intera soggettività comunista.

Le proposte più vecchie e stantie ricompaiono, vestite quasi sempre con abiti rivoltati.

La lotta politica, quindi, è all’ordine del giorno dentro il movimento fino alla sua periferia.

 

Autonomia-settimanale vuole dare il suo contributo per una attuale ridefinizione della linea di massa in rapporto agli strumenti, per attuarla, che il movimento si è dato: dai comitati di lotta, ai gruppi sociali, ai coordinamenti proletari, ai comitati operai, ai collettivi militanti.

Il giornale, come sempre, è aperto al contributo di tutti i compagni.

Autonomia pubblicherà, come sempre, tutto quello che segna un contributo nel confronto e nella discussione tra i compagni.

Ma Autonomia-settimanale ha, anche, altri problemi: finanziari e di polizia.

 

Ringraziamo Michele Taverna della ‘firma di direttore’ prestata al giornale per uscire – sostituendo il vecchio e caro compagno Emilio in questa obbligata formalità. Apriamo una compagna di sostegno ad Autonomia.

Vogliamo riempire il notes di nomi e cognomi per una redazione di massa, da stampigliare sui prossimi numeri. Attendiamo adesioni.

Chiediamo a tutti i compagni di finanziare il giornale che si è retto, quasi per incanto, sulla vendita. Ma non basta, anche perché Autonomia, da questo numero, è a diffusione nazionale.

Autonomia è nata come cassa di risonanza di un’esperienza politica complessiva ben delimitata territorialmente, il Veneto. Da questa base il giornale vuole entrare dentro il circuito di lotta e dibattito a livello nazionale. Questa ‘l’ambizione’ e la premessa che facciamo ai compagni, ai compagni del 7 aprile, ai compagni galeotti e latitanti della nostra redazione.

 

Da queste considerazioni, dunque, prende forza l’utilità della stampa e degli strumenti d’informazione comunista, in questo particolare momento. Abbiamo fame, tutti noi, di materiale politico, di ‘cose scritte’ che riassumono il punto di vista dei compagni, delle organizzazioni, delle strutture di movimento. Permette la circolazione del dibattito e del lavoro politico. Molteplici sono gli ambiti, le occasioni, le scadenze, gli strumenti, i livelli militanti per fare tutto questo: i fogli di agitazione e propaganda comunista sono uno di questi. Garantire la continuità, anche in questo settore: questa è la parola d’ordine che deve prevalere.

Certo, dirà qualcuno, quando le lotte stentano ancora a rappresentare le odierne contraddizioni di classe, c’è poco da scrivere.

Il problema, secondo Autonomia-settimanale, è mal posto. Prendere atto delle difficoltà del momento è una cosa, ma negare la positività della battaglia politica, del confronto tre linee, delle proposte, delle ipotesi di lavoro dei comunisti, dei ‘proletari strutturati organizzativamente’, al di là dei cicli, (se tutto questo può aiutare la ripresa dell’iniziativa proletaria) è un’altra cosa, che deve essere battuta.

Autonomia-settimanale farà ogni sforzo per garantire tutto questo, per essere uno strumento da usare, utile per il lavoro dei compagni.

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