InfoAut
Immagine di copertina per il post

Bombe neo-fasciste a Savona

||||

Il 20 novembre 1974 a Savona esplose una bomba ad altissimo potenziale. Per le ferite riportate una donna, Fanny Dallari, morì il giorno dopo.

Cinque chilogrammi di dinamite esplosero nella scala interna che portava al cortile di un palazzo al numero 22 di via Giacchero, nel centro cittadino. La bomba provocò la distruzione di quattro appartamenti e il ferimento di 14 persone, una delle quali morì appunto il giorno successivo.

Fu il più grave tra gli attentati neo-fascisti che dal marzo di quell’anno alla primavera dell’anno successivo si verificarono a Savona e nella provincia.

La prima risposta alle bombe neo-fasciste fu uno sciopero indetto dai sindacati confederali. Più di trentamila persone scesero per le vie della città; le industrie, il porto, il commercio, le scuole e i trasporti si fermano. Durante il corteo, un operaio attaccò al portone di via Giacchero un cartello: “Vili e neri sono i bombardieri”, dal momento che anche prima delle rivendicazioni era chiara a tutti la matrice neo-fascista delle bombe.

In seguito ai primi attentati, il movimento popolare, in una città storicamente e culturalmente fortemente anti-fascista, organizzò una vigilanza popolare con l’obiettivo di controllare i punti più sensibili della città. Attraverso le reti già presenti, come i sindacati, l’Anpi, i partiti, ma anche e soprattutto con la creazione di comitati e assemblee nei quartieri, nelle scuole e nelle fabbriche la popolazione cercò di autorganizzare turni di guardia e orari di vigilanza.

Particolarmente presente ed organizzato fu il consiglio di fabbrica all’interno dell’Italsider, la più grande fabbrica del savonese. Significativa fu poi l’esperienza del Porto, contraddistinta da una forte organizzazione gerarchica che non lasciava spazio alle forze dell’ordine. I consigli di quartiere, già presenti in altre città, furono particolarmente vissuti e partecipati.

Poco tempo dopo fu creato il Comitato Unitario Antifascista, che se da un lato doveva coordinare la vigilanza, dall’altro finì per permettere a partiti e sindacati l’inquadramento delle forme più spontanee e popolari.

L’autorganizzazione popolare della vigilanza fu la risposta all’operato delle forze dell’ordine. Nonostante le rivendicazioni da parte di Ordine Nuovo e altre organizzazioni neo-fasciste, le indagini non arrivarono a nessun risultato, dopo aver seguito le piste più diverse (piste rosse, piste estere…).

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

Accadeva Oggi

  1. 1943

    Immagine di copertina per il post

    Giorni difficili e intensi…..

    Nei giorni immediatamente successivi al 25 luglio 1943 (cacciata di Mussolini) l’Italia fu percorsa da un’ondata di manifestazioni e di agitazioni. Fra le autorità pubbliche centrali e quelle periferiche vi fu uno scambio di dispacci, rapporti e istruzioni che, seppure in modo sintetico, possono fornire un’idea del clima concitato di quelle giornate. Inoltre, molti movimenti […]

  2. 1972

    Immagine di copertina per il post

    Torino,ondata repressiva contro Lotta Continua

    La mattina del 27 luglio 1972 oltre 300 militanti e simpatizzanti di Lotta continua vengono denunciati per “attività sovversive” ai danni dello Stato dai carabinieri del Nucleo informativo di Torino. Il dossier di oltre 100 pagine consegnato alla Procura conteneva i nomi di alcuni appartenenti di spicco della sinistra extraparlamentare, che si rifacevano a sigle […]

  3. 2007

    Immagine di copertina per il post

    Giovanni Pesce–Senza Tregua

    Giovanni Pesce ci lasciava il 27 luglio 2007. È dalla sua opera più famosa, Senza Tregua, che iniziò a raccontare da vicino la guerra dei GAP (che appunto è il sottotitolo del libro), e resta tutt’oggi una delle poche sull’argomento. È merito di Pesce se oggi conosciamo la figura eroica di Dante Di Nanni, altrimenti […]