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Comandante Carlo Carli

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Il 21 gennaio del 1944 i fascisti uccisero ad Avigliana (Torino) Carlo Carli, un ragazzo di origine triestina che aveva costituito in Valle di Susa una delle prime formazioni partigiane, diventando Comandante di un nucleo. Carlo Carli, dopo una trasferta in valle di Lanzo, rientrò in valle di Susa e dopo esser stato riconosciuto da una spia fascista, fu fucilato da un reparto di fascisti giunti appositamente dalla città di Torino. Fu raggiunto dal nemico nei pressi della stazione di Avigliana e brutalmente trucidato; il suo corpo fu lasciato sulla strada per molte ore, fino a quando la madre fu avvisata della morte del figlio e oltraggiata, si recò sul luogo per recuperarne il cadavere. Lì vi trovò una squadraccia di fascisti che oltre ad insultarla, la percosse. Dopo questo episodio il fratello minore del comandante Carlo Carli, Bruno Carli si recò al comando della 106a brigata GARIBALDI e nonostante la sua giovane età fu preso tra le fila dei partigiani.

Così lo commemora l’ANPI Valsusa:

“Il 21 gennaio 1944 cadeva in un’imboscata Carlo Carli,Partigiano, comunista. Aveva appena 24 anni, ma la stoffa e l’intelligenza di un vero comandante, deciso, determinato e soprattutto senza paura di lottare. Con lui si chiude la prima fase della resistenza in Valle di Susa, quella di avanguardia, fondamentale per creare quella situazione popolare e di massa che di lì a poco dalla primavera del ’44 avrebbe portato a una guerra continua e senza tregua, sui binari della ferrovia, negli avamposti tedeschi, sfidando il coprifuoco continuo, casa per casa fino alla liberazione. Una resistenza la loro simile a quella dei Gap, fatta di piccoli nuclei d’assalto in grado di portare l’attacco nel cuore delle postazioni nemiche dove i tedeschi più si sentivano sicuri. Capace di insinuare il terrore tra le file nemiche e ridare speranza con azioni concrete alla popolazione. Grazie al loro eroico esempio (pensiamo ai suoi compagni Cima, Albertazzi, Fontan) riuscirono a smitizzare la potenza tedesca e fascista. Per giorni il corpo di Carlo rimase esposto impedendone i funerali, quello che doveva essere un monito ai partigiani e alla popolazione divenne un esempio. Attraverso giorni come questo passa la storia della Valle di Susa e del suo popolo.”

Guarda “partigiano di valle susa“:

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