InfoAut
Immagine di copertina per il post

Il congresso dei partiti antifascisti

||||

26 gennaio 1944, da Milano, il Clnai (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) invia il suo saluto al congresso dei partiti antifascisti in programma pochi giorni dopo a Bari, nel quale riafferma che dopo la liberazione di Roma dovrà essere costituito un governo che sia emanazione del Cln; nel frattempo numerosi esponenti di spicco dell’antifascismo italiano giungono nella città pugliese, da Mario Berlinguer ad Antonio Segni, da Carlo Sorza a Salvatore Sale.

Nelle settimane antecedenti al congresso Luigi de Secly apre sulla Gazzetta del Mezzogiorno un grande dibattito politico in cui tutti i partiti esprimono le proprie proposte sui temi da dibattere in quell’occasione, evidenziando che il nodo cruciale su cui si svolgerà la discussione sarà sicuramente la presenza o meno della famiglia reale all’interno di un governo di prossima formazione per una Italia libera.

Il congresso dei comitati di Liberazione Nazionale prende il via il 28 gennaio all’interno del Teatro Piccinni, alle 9 in punto: il primo oratore, Benedetto Croce, si scaglia duramente contro il re: “fin tanto che rimane a Capo dello Stato la persona del presente Re, noi sentiamo che il Fascismo non è finito, che esso ci rimane attaccato addosso, che continua a corroderci e infiacchirci, che risorgerà più o meno camuffato e insomma che così non possiamo respirare e vivere.”

Non sarà necessario attendere la seconda giornata del congresso per sapere quale sarà la mozione finale: il documento viene infatti redatto durante la notte e  poi approvato all’unanimità, “ritenuto che le condizioni attuali del Paese non consentono la immediata soluzione della questione istituzionale, presupposto innegabile della ricostruzione morale e materiale italiana è l’abdicazione immediata del Re, responsabile delle sciagure del Paese.

L’eco del Congresso arriverà in tutto il mondo: Radio Londra lo definirà “il più importante avvenimento nella politica italiana dopo la caduta di Mussolini”, il New York Times ne pubblicherà la mozione finale e il presidente degli Stati Uniti Roosvelt dichiarerà “siamo fermamente determinati a lasciare ogni decisione al popolo italiano”.

Il Congresso del gennaio ‘ 44, come scritto dal giovane magistrato antifascista e antimonarchico Cifarelli, organizzatore dell’evento, “Assolse la decisiva funzione di convogliare le energie politiche più sane e moderne verso la soluzione della questione istituzionale” legittimando la propria presenza sul piano interno e internazionale.

Un momento evidentemente storico, ma quasi mai citato e ricordato dalla storiografia istituzionale.

Guarda “Da Bari, in onda l’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea”:

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

storia di classe

Accadeva Oggi

  1. 1968

    Immagine di copertina per il post

    La rivolta di Avola

    Verso la fine degli anni Sessanta, la società rurale siciliana era caratterizzata da forti squilibri sociali e da un pesante sfruttamento dei lavoratori agricoli. Da un lato la riforma agraria del 1950 aveva spezzato i gruppi di potere economico e politico provocando la fuga della grande proprietà latifondista; dall’altro però, solo enti statali e speculatori […]

  2. 1977

    Immagine di copertina per il post

    Il movimento 77 romano si spacca

    “TESTIMONIANZA DI VINCENZO MILIUCCI” Alla vigilia della manifestazione dei metalmeccanici, il 2 dicembre a Roma, il movimento si spacca in due assemblee… D – Come due assemblee…? Miliucci – Si defilano un centinaio di compagni e compagne che seguiranno le indicazioni moderate dei cosiddetti “11” – Bemocchi, Mordenti, D’Arcangelo, D’Avossa, Striano… – che si riuniranno […]

  3. 1977

    Immagine di copertina per il post

    L’ultimo “paziente” di Giorgio Coda

    Il 2 dicembre 1977, un nucleo di Prima Linea ferisce alle gambe lo psichiatra Giorgio Coda, a lungo a capo dei manicomi di Collegno e Villa Azzurra. Nel processo di primo grado che lo vede protagonista per le sevizie contro i piccoli pazienti del manicomio di Collegno, Coda viene condannato a cinque anni di reclusione: […]