Torino,ondata repressiva contro Lotta Continua
La mattina del 27 luglio 1972 oltre 300 militanti e simpatizzanti di Lotta continua vengono denunciati per “attività sovversive” ai danni dello Stato dai carabinieri del Nucleo informativo di Torino.
Il dossier di oltre 100 pagine consegnato alla Procura conteneva i nomi di alcuni appartenenti di spicco della sinistra extraparlamentare, che si rifacevano a sigle quali il Manifesto, Soccorso rosso, Collettivo Lenin e, ovviamente, Lotta continua. Un secondo gruppo di indagine, comprendente almeno 45 persone, viene invece denunciato sotto la sigla di Potere operaio.
Le indagini mirano a colpire l’operato delle diverse sigle a partire dal 1969, l’anno in cui il cosiddetto “autunno caldo” avvicinava il movimento studentesco alle rivendicazioni salariali spontanee e autorganizzate nelle grandi fabbriche.
Le accuse miravano a costruire un vero e proprio teorema (uno fra i tanti) che criminalizzasse i movimenti e spaventasse i militanti politici che ne avevano fatto parte, nonostante che moltissimi nomi della lista fossero vecchi protagonisti del ’68 che non solo non si ritrovavano in Lotta continua, ma per la maggior parte avevano anche smesso di fare politica.
L’incriminazione principale era quella di “aver svolto propaganda sovversiva al fine di instaurare con la violenza la dittatura di una classe sociale sulle altre e di sovvertire gli ordinamenti economici e sociali dello Stato”, ma più nello specifico si suggeriva che, in particolar modo Lotta continua, sarebbe stata responsabile di «associazioni sovversive», «propaganda ed apologia sovversiva o antinazionale» e di «associazione per delinquere».
Nel fascicolo compariva la storia di Lotta continua a Torino, dalle prime manifestazioni di piazza e distribuzione di ciclostilati alla fondazione dell’omonimo giornale, così da far intendere che non si trattava di un’inchiesta volta a colpire singoli episodi, quanto piuttosto un consuntivo di anni di indagini sui gruppi extraparlamentari. I carabinieri del Nucleo informativo tennero a precisare :” Ci siamo convinti che tra i simpatizzanti ed aderenti di Lotta continua esiste uno stretto collegamento e che il loro scopo non è altro che quello di sovvertire le istituzioni dello Stato”.
Tra i denunciati figurano alcuni direttori del giornale “Lotta Continua”, tra i quali Marco Pannella, Pio Baldelli, Pier Paolo Pasolini e Adele Cambria. Nella veste di “ideologi” e organizzatori vengono invece indicati Adriano Sofri, Vitorio Rieser, Guido Viale, Luigi Bobbio, Massimo Negarvile, Alvaro Berlanda, Alfonso Lovisolo, Laura De Rossi, Giuliano Mochi Sismondi e Fabio Levi; un’ultima cinquantina di militanti viene invece individuata tra i promotori degli scontri di piazza, dei cortei non autorizzati, dei blocchi stradali e delle occupazioni.
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