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Battaglia in Clarea

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 Il 3 luglio 2011 avviene l’assedio dell’area del cantiere tra Chiomonte e la Clarea, occupata il 28 giugno dalle F. O .Memorabile. Fu una giornata di lotta, impressa nelle mente e nel cuore di tutti i notav. Fu battaglia vera, combattuta vis a vis, fu una prova di resistenza che c’insegnò molte cose e ne dimostrò altrettante.
 

Riproponiamo con orgoglio la cronaca di quella giornata.

 

Cronaca della giornata di lotta del 3 luglio.

 

ore 9 – Migliaia di manifestanti sono già sotto il forte di Exilles, uno dei due concentramenti della marcia, affollato da bandiere NoTav e striscioni.

 

9.30 – Per dare a tutti la possibilità di raggiungere i concentramenti (Exilles, Giaglione e Chiomonte) la partenza della marcia è rimandata dopo le 10.

 

10.30 – I cortei sono partiti da pochi minuti. Diverse migliaia i partecipanti da entrambi i cortei. Da Giaglione il corteo, dedicato soprattutto agli “autoctoni”, si apre con lo striscione “resistere con dignità per resistere con gioia” e con una caricatura di Piero Fassino, con in mano banconote da 500 euro, arnesi da lavoro, un fucile e sulla giacca lo stemma di Confindustria.

 

10.35 – Parte il corteo da Exilles verso Chiomonte. Una buona parte si stacca e prende la via che va verso Ramats.

 

10.40 – Da Chiomonte percorrendo la statale 25. Un serpentone di cui non si vede la testa, sta raggiungendo il corteo di Exilles.

 

10.45 – Il corteo partito da Giaglione, aggirando il primo dei blocchi della polizia, sta risalendo attraverso i boschi. L’elicottero che li segue sta volando molto basso.

 

10.50 – I cortei da Chiomonte e da Exilles si stanno unendo in questo momento sul Ponte della Dora. Gli amministratori della Valle aprono il corteo che parte da Exilles, insieme agli amministratori dell’associazione “Comuni Virtuosi”. Seguono decine di migliaia di NoTav, la coda del corteo è ancora al forte di Exilles. Obiettivo del corteo la Centrale elettrica della Maddalena.

 

11.15 – Da Torino treni in partenza ancora con migliaia di manifestanti diretti alla Maddalena

 

11.20 – I vari gruppi del corteo partito da Giaglione continuano a risalire nei boschi. Al concentramento lanciato su questo lato della Maddalena partecipano soprattutto abitanti della Valle che sanno come muoversi nei vari sentieri della zona.

 

11.25 – Il corteo di oltre due chilometri partito da Exilles è arrivato al bivio della Ramats che porta alla centrale elettrica della Maddalena.

 

11.35 – Ultimo bivio per Ramats. Una parte dei manifestanti partiti da Exilles e Chiomonte scende verso la Centrale elettrica. Un nuovo gruppo parte per i sentieri nei boschi. Al concentramento di Exilles si sono uniti la maggior parte dei solidali provenienti dal resto d’Italia ed è stato organizzato per garantire la partecipazione anche di bambini, anziani. Entrambi i cortei fanno però parte dello stesso movimento, della stessa mobilitazione.

 

11.50 – Circola la voce di reparti della celere appostati nei sentieri vicino ai cantieri.

 

12 – Riconquistato il presidio NoTav vicino all’area dei cantieri, il fortino sgomberato dalla polizia lunedì scorso. Applausi all’ingresso, nessuna presenza della forze dell’ordine. Ora i primi manifestanti giunti nell’area da Giaglione attendono i gruppi provenienti da Ramats ed Exilles.

 

12.05 – La polizia lancia lacrimogeni sui manifestanti che stanno scendendo i sentieri da Ramats. Anche dal presidio riconquistato si preparano a cominciare l’assedio. La corrispondenza di Radio Onda d’Urto con Rosangela.

 

12.30 – Continuano i lacrimogeni nel bosco ad altezza uomo dalla parte di Ramats. In campo contro i manifestanti anche gli idranti.

 

12.35 – Partita una carica ma i manifestanti resistono. Continuano ancora i lacrimogeni ad altezza d’uomo, sparati con l’intento di colpire sia chi sta salendo, sia chi riscende dai sentieri.

 

12.40 – I manifestanti proseguono determinati verso la zona delle tende, del presidio assaltato lunedì scorso. Continua il lancio dei lacrimogeni, fittissimo, sparati alla cieca in mezzo ai boschi.

 

12.50 – Sfondato il cordone della polizia. I manifestanti sui sentieri stanno provando a mantenere la posizione. Lacrimogeni a grappoli provenienti da sopra l’autostrada. Intanto dalla parte di Giaglione si mantiene la posizione al fortino del presidio.

 

13 – Continua il corteo anche alla centrale elettrica di Chiomonte. Molta gente accerchia dal fiume e insulta i Carabinieri a “difesa” della Centrale, l’ex ingresso della ‘Libera Repubblica’.

 

13.05 – E’ stata sfondata dai manifestanti NoTav la recinzione di protezione al cantiere all’altezza dell’area archeologica.

 

13.10 – Si contano al momento almeno due persone ferite perché colpita direttamente dai lacrimogeni lanciati dal cavalcavia.

 

13.17 – Uno dei manifestanti feriti ad una mano da un lacrimogeno sta per essere portato in ospedale.

 

13.35 – All’ingresso ovest del cantiere il resto dei manifestanti continua ad essere sotto il lancio continuo di lacrimogeni e la polizia sta usando anche gli idranti. La corrispondenza di Manuel per Radio Onda D’Urto.

 

13.40 – Interrotti i lavori del cantiere

 

13.45 – La corrispondenza di Dana per Radio Black Out.

 

14 – La polizia appicca il fuoco al bosco a pochi metri dai manifestanti. L’incendio è stato prontamente spento.

14.45 – Prosegue l’assedio su entrambi i fronti. I manifestanti valligiani e solidali non hanno intenzione di muoversi dai boschi. Ad ogni lancio di lacrimogeni il cambio tra i manifestanti permette di mantenere la posizione. Si comincia a coordinarsi per decidere come mantenere l’assedio nelle prossime ore.

 

15.10 – Dei feriti in condizioni non gravi sono stati portati alla borgata di S.Antonio circa mezz’ora fa.

 

15.20 – Anche sul fronte della centrale elettrica i carabinieri lanciano lacrimogeni ad altezza d’uomo, oltre a spray urticanti e idranti.

 

15.30 – Nella zona dei boschi ad ovest del cantiere la polizia sta avanzando con una ruspa.

 

15.40 – Il Corriere della Sera parla di cinque arresti: tre di Modena, uno da Padova e uno da Bologna.

 

16.00 – Il tentativo di sfondamento con la ruspa per ora è stato fermato. Situazione fluida.

 

16.05 – Avvocati e medici stanno parlamentando per far passare uno dei feriti al volto con lacrimogeni. Alla centrale invece la gente sul ponte sta spegnendo i lacrimogeni nel fiume e continuano a resistere.

 

16.10 – Un carabiniere durante una carica viene catturato dai manifestanti, reso inoffensivo, disarmato e trattenuto nel bosco.

 

16.18 – Fiamme e fumo dei lacrimogeni avvistate da Giaglione. Lacrimogeni usati ad altezza uomo vicinissimi alle persone nel piazzale sotto l’autostrada.

 

16.25 – I NoTav sono sotto l’autostrada, la polizia dall’alto lancia di tutto, pietre, sbarre di ferro, ecc. ecc.

 

16.26 – Portato via su un lenzuolo fra gli applausi il ferito grave fra i manifestanti, quello colpito al fianco forse da un lacrimogeno, è stato portato via sul sentiero per Giaglione su un lenzuolo teso a formare una barella. Al passaggio la folla ha applaudito. Confermati i tre feriti fra i NoTav negli scontri della zona dei viadotti autostradali.

 

16.30 – I manifestanti che hanno catturato il carabiniere si dicono disposti a liberarlo in cambio di un compagno arrestato e ferito seriamente. Gli scontri si fermano. Avuta garanzia, dal questurino più alto in grado, che il compagno sarebbe stato liberato, il carabiniere viene accompagnato alla zona archeologica e consegnato ai colleghi.

 

16.37 – I manifestanti che tornano verso il presidio Clarea vengono accolti dagli applausi della gente. Al presidio 4 feriti per lacrimogeni ad altezza d’uomo.

 

16.45 – I manifestanti della zona archeologica si ritirano non prima di aver consegnato la pistola del CC a un avvocato che provvede a restituirla, naturalmente senza caricatore, ai poliziotti.

 

16.52 – Il presidio dei viadotti si è spostato verso la baita della Maddalena per fare il punto della situazione e medicare i feriti.

 

17 – Vicino alla baita della Maddalena segnalano un incendio scoppiato a causa del fitto lancio di lacrimogeni.

 

17.05 – Una quarantina di persone, isolate, si trova in località San Martino ed è stata attaccata dalla Guardia di Finanza.

 

17.17 -Le camionette della finanza stanno caricando in località Sant’Antonio.

 

18 – Nuova carica a Ramats.

 

18.10 – Blocchi della polizia ad Exilles, chi tenta di recuperare la macchina viene fermato.

 

18.15 – Al municipio di Chiomonte è cominciato un presidio perché un gruppo di persone fra cui amministratori valsusini sono accerchiati dalla polizia. Nei pressi di Ramats continua la caccia all’uomo.

 

18.37 – Il gruppo che si trovava a Sant’Antonio è riuscito a raggiungere Exilles

 

19.30 – Mentre molte persone solidali che hanno partecipato alla manifestazione di oggi scendono dalla Val Susa, molte altre rimangono in attesa che la mobilitazione ricominci dalla baita della Maddalena riconquistata grazie alla mobilitazione di decine di migliaia di NoTav. Chiara fa un bilancio su Radio Black Out.

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Una giornata epica!

La giornata è stata lunghissima. Un lungo assedio, come si diceva. Uomini, donne, anziani e bambini. Un trasversalità sociale da fare invidia a qualunque partito o associazionismo vario. Pezzi di popolo senza rappresentanza ma consci della posta in gioco che ci si contende in alta valle…….Specialisti nel neutralizzare i lacrimogeni e signore che rifocillano gli intossicati. Hanno voglia a parlare di buoni e cattivi. Oggi sulle pendici della Maddalena c’era un solo popolo che faceva prove d’insorgenza………. La digos potrà ora fare i suoi calcoli, lavorare sugli ingrandimenti o insinuare minacce. Tipico di guarda il dito invece che la luna. Ma tutto questo non cambia il senso e la storia di una giornata epica!

L’avevamo scritto nei giorni scorsi. In Italia, oggi, la primavera passa dalla Val Susa o non sarà. E nei tre cortei d’indignazione se n’è vista davvero tanta. Composita, differente, variegata ma intrisa di rabbia e disgusto per un presente statuale che trova normale occupare un territorio bellissimo per realizzare un mega-mostro senza fine né utilità, gasare migliaia di persone per difendere una recinzione e spendere un mucchio di soldi per garantirne l’esecuzione.

Il popolo NoTav oggi ha dimostrato di poter assediare per ore un territorio che difficilmente potrà essere difeso da ‘loro’ per 25 anni.

Chi è che la spunterà? Noi crediamo di saperlo!

 

A Ramats col bosco a fare da cornice

Molti tornanti, qualche slogan, rifornimenti di acqua lungo la via nei pressi dei paesini attraversati e il corteo giunge a Ramats. Con lo sguardo verso valle si vede il punto in cui la gru con la pinza meccanica è entrata in azione il 28 giugno………

Da lì, due sentieri si dirigono nel bosco, e con una forte pendenza raggiungono l’assedio a quella che fino ad una settimana fa era una libera repubblica e che poi si è tramutata in una Guantanamo alpina, non per questo meno brutale e violenta.

Il corteo si divide in due e prende entrambi i sentieri che, siccome sono molto stretti, formano una lunga e continua coda di manifestanti. Lungo tutta la discesa verso il presidio si sente il rumore dell’elicottero che dall’alto prova a controllare la situazione; sono le 11.00 circa e si vedono le prime tende abbandonate e distrutte dalla polizia.

La volontà è di riprendersi il presidio e la zona recintata e controllata dalla polizia, ma appena il corteo si avvicina parte un lancio continuo e costante di lacrimogeni “normali” e CS.

L’aria è satura e il rumore degli spari dei lacrimogeni è continuo. Uno dei due cortei che si muovevano nei boschi viene intercettato, mentre è ancora molto in alto, dai lacrimogeni lanciati dall’elicottero.

Nel bosco le comunicazioni sono bloccate per lunghi periodi. Ma quel “fronte” è aperto e per ore sarà continuo il tentativo di passare, perché da li bisogna passare!

L’unità di misura, per contare la quantità di lacrimogeni, diventa quella temporale: almeno 5 ore continue……(saranno più di quattromila i candelotti lanciati).

Per respingere i manifestanti, vengono effettuate molte cariche, quasi a scadenza temporale, perché una volta arretrati, gli “assedianti” tornavano avanti. Ad un certo momento entra in azione anche un idrante, che bagnando il terreno causerà i fermi di alcuni manifestanti che sono scivolati durante la carica.

Ma nel bosco ci sono anche feriti, sono quelli che sono stati raggiunti dal lancio ad altezza uomo dei bossoli di lacrimogeni. Voci che giungevano parlavano anche di proiettili di gomma e il numero di spari sentiti rendeva questa ipotesi verosimile.

Il tempo passava e l’assedio continuava, e continuavano anche le ripetute cariche che però non si spingevano mai oltre l’entrata della boscaglia, che a quel punto era diventata un’amica fedele. Nel frattempo, dopo qualche ora, anche il corteo dell’altro sentiero, che era partito da Ramats e che era rimasto bloccato dal lancio dei CS, raggiunge il punto dove sostavano i resti delle tende del vecchio presidio.

Circa alle 17,00 quasi tutt* scendono verso la baita liberata durante le ore precedenti dal corteo partito da Chiomonte. A quel punto la giornata passata in mezzo agli alberi sta per concludersi.

Quel pezzo di terra recintato dove dovrebbe sorgere il cantiere è stato circondato e assediato da tutti i punti da migliaia di persone, ma quello di Ramats, con il bosco a fare da cornice, è stato uno dei tentativi più duri.

 

Dal video “Fermarci è impossibile”

https://www.notav.info/post/il-3-luglio-2011-dal-video-fermarci-e-impossibile/

 

Val di Susa: giovane torturato dalla polizia

 

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