Il campeggio antinucleare di Comiso – parte seconda
A partire dal 4 agosto 1983 il campeggio antinucleare di Comiso conosce le giornate di lotta più importanti e di più intensa conflittualità contro l’installazione dei missili Cruise (armi dotate di testate nucleari) nella base Nato dell’ex-aeroporto di Magliocco.
Già nella mattinata del 4 agosto vengono arrestati sei militanti antimilitaristi, che erano riusciti ad introdursi all’interno della base Nato attraverso un buco della recinzione. Da subito la solidarietà da parte di tutto il campeggio è massima e, durante l’assemblea della sera, rifiutando ogni tentativo di dissociazione, si redige un comunicato di solidarietà con gli arrestati (il cui numero, insieme alle altre quattro persone arrestate per lo stesso motivo a marzo e scarcerate solo a luglio, sale ora a dieci), chiedendone l’immediata scarcerazione.
Durante la partecipata assemblea, però, anche molte altre discussioni vengono affrontate in preparazione dell’assemblea organizzata per il giorno seguente nella piazza principale di Comiso. Il cinque agosto, infatti, sin dalla mattina, si moltiplicano in tutta la città i presidi e i volantinaggi che invitano all’assemblea del pomeriggio, la gente esce interessata dalle case, si ferma a chiedere informazione e a discutere con chi porta l’esperienza del campeggio. Ci sono tutti i presupposti per una buona riuscita della manifestazione e, infatti, alle 18 piazza Fonte Diana è gremita di persone. L’occasione si rivela assai efficace per poter comunicare con gli abitanti di Comiso ed invitare, chi di loro non l’avesse già fatto, a partecipare alla vita del campeggio e soprattutto alla tre giorni di blocco dei lavori della base militare che sarebbe partita il giorno seguente. Il 6 agosto la sveglia del campeggio viene data per altoparlante alle quattro e mezza e tutti si avviano alla base del Magliocco. Inizia così il primo giorno di blocco dei lavori della base militare: vengono presidiate le diverse entrate, striscioni contro la Nato e la militarizzazione del territorio vengono affissi lungo il perimetro delle recinzioni, la strada principale che conduce all’entrata viene completamente bloccata, e, dopo un lungo fronteggiamento, agli automezzi della celere arrivati per dare il cambio e portare rifornimenti all’interno della base non rimane che passare da una strada sterrata per entrare ed uscire.
Nel tardo pomeriggio i vari blocchi vengono smobilitati per tornare al campeggio, dandosi appuntamento davanti ai cancelli per il giorno seguente. Il sette agosto però oltre a continuare i blocchi portati avanti il giorno precedente, si decide di organizzare anche una manifestazione per il Nicaragua, un corteo che vedrà la partecipazione di numerose persone, la cui volontà, esprimendo la propria solidarietà al popolo nicaraguegno, è quella di allacciare la mobilitazione antinucleare di Comiso con le tante altre lotte in Italia e nel mondo.
Guarda “Comiso 1983“:
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