Zumbi, lo spartaco nero del Brasile
Il 6 febbraio del 1694 il Cielo era rosso sopra la Serra Da Barriga, un rosso cupo che avvolgeva tutta la capitaneria del Pernambuco brasiliano. A rendere il cielo di quel colore erano le fiamme con cui i portoghesi bruciavano la città di Macaco, la capitale del Quilombo dos Palmares, reprimendo nel sangue una delle più importanti esperienze di libertà e di resistenza che la storia abbia mai conosciuto.
Il Quilombo Palmares sorge nel 1597 da un gruppo nutrito di africani che decidono di liberarsi e fuggire dalle durissime condizioni di schiavitù che vivevano una volta trasportati in Brasile. Si estendeva per più di 150 km di lunghezza e 50 km di larghezza nella zona nord del Brasile. Una regione di colline ripide, alte più di cinquecento metri, ricoperte da fitti palmeti che la rendevano di difficile accesso. Non era una esperienza unica nel suo genere ma quello che da subito contraddistinse il Quilombo dos Palmares fu la volontà di dotarsi di una precisa organizzazione. Ogni mocambo, come venivano chiamate le città nel Quilombo, eleggeva il proprio capo e tutti insieme eleggevano il re del Quilombo con funzioni militari con lo scopo di difendersi dagli attacchi degli Olandesi e dei Portoghesi ma anche organizzare continue incursioni nelle piantagioni per liberare altre persone costrette alla schiavitù dal capitalismo coloniale. Nel momento di massimo splendore il Quilombo dos Palmares arrivò a contare nove mocambos abitati da più di trentamila ribelli quilombitos.
Contrariamente alle imposizioni che vivevano nelle condizioni di schiavitù, all’interno della repubblica gli abitanti non avevano imposizioni religiose, si trattava di una una società multietnica in cui si ha traccia anche di una coestistenza pacifica tra popolazioni indigene precoloniali, africani e anche di bianchi poveri fuggiti a forme di sfruttamento o privazione della libertà che gli imperi non risparmiavano nemmeno a loro. Una comunità che viveva del proprio lavoro e che provava a darsi forme commerciali diverse da quelle coloniali. Un esperienza del genere, con il proprio carico di immaginario, minacciava di mettere in ginocchio l’economia coloniale che vedeva gli stati europei essere ripagati dell’enorme sforzo finanziario solo grazie allo sfruttamento di migliaia di africani rapiti e schiavizzati. E infatti divenne ben presto la meta di un esodo costante di soggetti in fuga dallo schiavismo.
Zumbi nasce libero a Palmares, Alagoas nel 1655. Catturato e reso schiavo, viene consegnato a un missionario portoghese all’età di circa sei anni, riesce a liberarsi all’età di quindici anni ritornando al suo luogo d’origine. A vent’anni era già conosciuto per la sua astuzia nella lotta contro l’amministrazione coloniale. Intorno al 1678 il governatore della Capitania di Pernambuco stanco dei continui conflitti con il Quilombo di Palmares, offre al leader Ganga Zumba un’offerta di pace che consisteva nella libertà di tutti gli schiavi fuggiti se il quilombo avesse accettato la propria sottomissione all’autorità portoghese; la proposta venne accettata ma Zumbi non la riconosce e sfida l’allora re del Quilombo Ganga Zumba, decidendo così di non accettare alcuna sottomissione all’oppressione portoghese.
Zumbi viene eletto re del Quilombos di Palmares e rifiuta immediatamente la mela avvelenata. Guida per quindici anni la resistenza dei quilombitos, diventando un personaggio leggendario (il suo nome stesso richiamava ad una certa immortalità) e alimentando ancora di più il mito del Quilombo dos Palmares.
Nel 1687 il bandeirante di San Paolo Domingos Jorge Velho, già responsabile di altri stermini a danno di popolazioni indigene, inizia una offensiva di ampio respiro contro i quilmbos in tutto il nord del Brasile, non riuscendo però ad ottenere alcun significativo risultato. Nel 1694 dirige un esercito, benedetto dalla chiesa, formato da mercenari, stupratori, assassini e ladri, persone che nell’immaginario europeo erano considerate avventurieri ed esploratori, verso la capitale di Palmares. L’assedio dura settimane. Il tre febbraio gli assedianti vengono raggiunti da tre grossi pezzi di artiglieria, impensabili per quel tempo e per quel luogo. Il cinque febbraio, Zumbi, a corto di munizioni ordina ai suoi un nuovo attacco nelle fila nemiche. La battaglia causa moltissime perdite in ambo gli schieramenti. All’alba del 6 febbraio Macaco cade, è una vera è propria carneficina. La resistenza però dura ancora due anni, ma via via vengono distrutti tutti i mocambos e infine Zumbi il 20 novembre del 1695, tradito e denunciato da un compagno viene trovato e arrestato.
La sua testa tagliata, senza un occhio e con il proprio pene infilato in bocca viene esposta a Recife in pubblica piazza.
Duecento anni dopo, il Brasile avrebbe abolito lo schiavismo con la legge d’oro (Lei Áurea) del 1888 ma, come è noto, lo sfruttamento degli afrobrasiliani è continuato tra condizioni di vita degradanti, di marginalizzazione e sfruttamento.
L’esistenza di un esperienza come quella del quilombo dos palmares, un repubblica autonoma di ribelli fuggiti alla schiavitù, ci insegna che la libertà va conquistata e difesa. Come la vicenda di Spartaco, a cui spesso Zumbi è stato affiancato, ci dice che la libertà non ha tempo e non ha ragione di aspettare.
In Brasile il 20 Novembre è dedicato all’eroe che ha lottato per la libertà ed è il Giorno della Coscienza Nera e la battaglia del 6 Febbraio è il simbolo della resistenza, dato che nonostante la distruzione e l’incendio e la morte di tantissimi neri, Zumbi e alcuni dei suoi sopravvivono. Non si sa bene se donne e bambini vennero uccisi, sappiamo però che molte donne per liberare i propri figli dalla schiavitù decidevano loro stesse di ucciderli, pagando con la morte il prezzo alto della libertà. Nel mese di Febbraio in cui si celebra in diversi paesi nel mondo la Storia nera, l’esperienza brasiliana dei Quilombos, di Zumbi e di tutti i/le resistenti al processo della tratta transatlantica degli schiavi, è un prezioso contributo per la conoscenza della storia della diaspora africana.
“È arrivata l’ora di togliere la nostra nazione dalle tenebre dell’ingiustizia razziale.” (Zumbi dos Palmares)
Guarda “O VERDADEIRO Zumbi dos Palmares”:
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