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La “Convenzione costituzionale del popolo rivoluzionario”

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Il 7 Settembre del 1970, a Filadelfia, si tenne la giornata conclusiva della “Convenzione costituzionale del popolo rivoluzionario”, un raduno iniziato tre giorni prima al quale parteciparono migliaia di persone.

L’evento, nato con l’intento di scrivere “una costituzione che serva il popolo e non la classe dominante”, era articolato in momenti di discussione su tematiche diverse, che andavano dall’autodeterminazione dei gruppi etnici, ai diritti delle donne e a quelli dei prigionieri politici, fino al controllo delle forze di polizia.

Il raduno vide una consistente presenza del Black Panther Party, gruppo afroamericano fondato nel 1966 con l’obiettivo di combattere il capitalismo di stampo fortemente razzista che opprimeva gli Stati Uniti; le Pantere Nere fecero infatti propria un’ottica marxista, riconducendo la discriminazione razziale a lotta di classe.

Decisi a mettere a critica il più ampio movimento per i diritti civili (sempre più posto sotto l’egida del Partito Democratico), alle istanze nonviolente che lo attraversavano le Pantere Nere opposero il principio dell’autodifesa.

Di fronte al consumarsi quotidiano di violenze sui neri da parte della polizia, questo principio si traduceva soprattutto nella pratica del “patrolling”, ossia nel controllare le azioni delle forze dell’ordine tenendo armi in bella vista, così da dissuadere la polizia dal commettere abusi verso le persone di colore che venivano fermate.

Il partito nacque sulla base di un programma articolato in dieci punti, che parlavano di autodeterminazione, diritto all’istruzione e alla casa, esenzione dal servizio militare, fine delle violenze della polizia per le strade e nelle carceri…

Le Pantere Nere organizzavano inoltre campagne di sensibilizzazione e di aiuto concreto alle famiglie che affollavano i ghetti statunitensi, attraversati da continue ribellioni.

L’attività dell’organizzazione non tardò a preoccupare le istituzioni e nel giro di pochi mesi le Pantere Nere finirono nel mirino dell’FBI, che cominciò ad agire con infiltrazioni ed arresti, arrivando addirittura, nel 1969, a commettere l’omicidio del militante Fred Hampton.

La stessa Convenzione costituzionale si tenne in un clima piuttosto incandescente: Filadelfia era attraversata da grandi agitazioni, che portarono a 17 arresti durante la notte del 7 Settembre, mentre la polizia intervenne anche a New Orleans con una brutalità tale da causare un morto.

L’evento di Filadelfia scontò i limiti connessi all’idea di poter “riformare” il sistema capitalista piuttosto che procedere ad un cambiamento radicale, tanto che Mumia Abu-Jamal, militante delle Pantere Nere che vi aveva partecipato, nel commentare l’evento chiese: “Erano davvero disposti i milioni di giovani bianchi, indipendentemente dalle convinzioni politiche o ideologiche che seguivano, ad intraprendere una rivoluzione, una rivoluzione che non premiava il fatto di avere la pelle bianca?”.

L’evento merita comunque di essere ricordato per la grande partecipazione registrata e per l’aver incentrato le giornate sulla discussione di tematiche in nome delle quali tante persone si stavano riversando nelle piazze nella convinzione che il cambiamento non potesse più aspettare.

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