Tempi paradossali i nostri, dove la famosa iscrizione orwelliana “La guerra è pace” non suona così lontana dalla propaganda dei governi. Ci si può spingere a candidare come premio Nobel per la Pace il capo dell’organizzazione responsabile di alcuni dei conflitti più sanguinosi degli ultimi decenni, senza che si sollevino particolari voci di disgusto.
Quasi 100 i morti nei due attentati. Esclusa la pista jahidista. Come volevasi dimostrare, quanti pensavano di sfruttare subito la tragedia per rifomentare la stanca (perché non più corrispondente alla realtà) retorica dello ‘scontro di civiltà’ hanno preso un bel granchio, la realtà dipanandosi piano piano in tutta la sua allucinante consistenza. Il “mostro” è […]