Dopo 11 giorni, Matteo ai domiciliari! L’antifascismo non si arresta
Rimane ancora in carcere Mauro, l’altro compagno arrestato con Matteo nella mattinata dell’11, per il quale qualche giorno fa il giudice aveva dato parere negativo alla scarcerazione. Amici e compagni sono andati a prelevare Matteo sin sotto il carcere della Dozza dove era detenuto, per accompagnarlo una volta uscito verso la stazione, in un nuovo momento di affetto collettivo e solidarietà.
L’accusa di devastazione e saccheggio per Matteo è davvero ignobile, arrivando a colpire un compagno che a Bologna, dove studia, è conosciuto da tutti e tutte per la sua generosità espressa nelle lotte e per l’intransigente antifascismo per il quale è stato colpito da parte della magistratura. Ricordiamo che secondo la conferenza stampa della questura Mauro fosse accusato “…di aver lanciato un lacrimogeno contro le forze dell’ordine”, mentre Matteo di “aver sfondato la vetrina di una banca”, all’interno di un quadro dominato dall’indeterminatezza di fondo tipica delle veline questurine e ovviamente senza alcun riferimento ad contesto nel quale la polizia difendeva una sede politica di CasaPound che, con la complicità de facto delle istituzioni, aveva quasi ucciso Emilio, compagno del CSA Dordoni, fatto sul quale tutto il complesso politico, giudiziario e mediatico aveva costruito una narrazione tossica di scontri tra bande e risse utile solo a giustificare le azioni repressive accadute in seguito.
Ovviamente la battaglia per la liberazione completa di Matteo non si ferma, e iniziative e nuovi momenti di informazione sull’ingiustizia e la falsità dei fatti per cui si accusano lui e Mauro. L’accoglimento dell’istanza da parte dell’avvocato difensore di Matteo è solo il primo passo di un percorso costante di solidarietà che terminerà solo alla liberazione definitiva di Matteo e di Mauro.
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