Bari. Manifestazione contro il G7 in una città blindatissima
Sfilano in una Bari blindatissima centinaia di manifestanti contro il G7 delle finanze che si è tenuto in questi giorni in un centro città mai visto così militarizzato: una zona rossa attiva da 3 giorni che ha desertificato le strade con fotografie che ritraevano scenari da film horror, elicotteri in volo, centinaia di agenti in servizio per le strade, droni ed addirittura cecchini sui tetti. Non solo gli allarmi della questura sui rischi attentati, i fogli di via “preventivi” ed i fermi in commissariato di attivisti nei giorni scorsi per la loro schedatura, ma all’unisono dai mesi che hanno preceduto il G7 hanno lavorato nella costruzione del clima di terrore anche diverse testate giornalistiche locali. In particolar modo Repubblica e Quotidiano Italiano hanno evocato il solito arrivo di black bloc e il pericolo di fantomatiche guerriglie tra le vie del centro. Così il piatto è stato servito con allarmi che impazzavano sui social al primo cenno di accento Greco di turisti che sorseggiavano una birra in centro. L’effetto? Un centro città sgombro, con la gente barricata in casa, attività commerciali chiuse e diversi commercianti e banche che hanno eretto barriere con tavole di legno davanti le loro vetrate.
Il corteo con quasi 500 persone ha comunque sfilato per le vie avvicinandosi al centro cittadino ribadendo con forti slogan di non cedere al clima di terrore. “Contro sfruttamento, guerra e devastazione dei territori” recitava lo striscione d’apertura, sintetizzando i temi centrali della giornata. Erano presenti collettivi studenteschi, spazi occupati e collettivi da tutta la Puglia, sindacati di base ed un pullman NoTap direttamente dal Salento. Quest’ultimo sorvegliato speciale è stato fermato dalla polizia subendo una successiva perquisizione ed è potuto arrivare al corteo soltanto 2 ore dopo l’arrivo previsto perché scortato dalla polizia.
Una partecipazione estremamente eterogenea, che ha visto sfilare giovani ed anziani, militanti di una certa età e “nuove leve”, che ha saputo far evaporare il clima di terrore costruito in questi giorni da stampa e questura. Il sindaco De Caro, il “delfino” di Renzi, ha potuto avere la sua passerella davanti ai big del mondo in una città ripulita, rattoppata e messa a puntino per l’occasione. Adesso possono pure tornare le buche, la spazzatura agli angoli delle strade, i problemi di ogni giorno: la visita nella colonia è finita.
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