Bologna: terzo giorno di rabbia e riscatto giovanile in piazza!
Dagli interventi e dai cori scanditi dalla piazza emerge tuttavia chiaro uno scenario più ampio. Quando viene urlata a gran voce la richiesta di libertà per Sara e Orlando, i due studenti arrestati ieri, la loro condizione attuale di imprigionamento si fa immagine generale. E’ infatti un grido e un discorso generazionale quello che viene invocato. Ad attraversare le strade è la generazione che non ha mai avuto un futuro, quella del lavoro gratuito e dei voucher, quella messa a valore sin dalle superiori con l’alternanza scuola-lavoro, è la generazione di Michele, della depressione indotta, dell’immiserimento culturale forzato.
E’ contro tutto questo che si scaglia il corteo che, aperto da una grossa bandiera con la scritta “Generazione ingovernabile”, avanza l’urgenza e declama la possibilità di una risposta collettiva. “Siamo le persone che sanno cosa vuol dire amare e quelli delle barricate”, si urla dal megafono, mentre viene scandita un’esortazione: “Nel deserto del presente può germogliare ovunque il fiore del riscatto!”, è l’appello col quale le studentesse e gli studenti bolognesi invitano per giovedì 16 febbraio tutte le università solidali italiane a mobilitarsi.
Mentre il corteo fa un blocco dei viali, per poi dirigersi fino a piazza Maggiore, viene ribadito come queste giornate di lotta stiano facendo argine e dimostrando come sia irrealizzabile l’idea di città che il Rettore, il Questore e il Sindaco hanno mostrato in queste settimane. Quella di una città chiusa, ipercontrollata, in cui “l’ordine dei tornelli” che si voleva imporre alla biblioteca di via Zamboni 36 diviene paradigma generale di un regime dei confini che dall’Unione Europea fino ai più remoti angoli urbani si vorrebbe imporre ovunque.
Il corteo si conclude rilanciando sin da lunedì la mobilitazione per riaprire il 36, ricordando l’assemblea studentesca di martedì e la giornata di lotta del prossimo giovedì.
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