Clipboard — Tracce di Potere a Rete
*Da un lato, ci siamo espressi **sulla condizione della rete in Italia e sui suoi processi di governance*; in un processo strisciante e deliberato di depotenziamento di internet come strumento di comunicazione pubblica e di sua obsolescenza tecnologica in favore del mezzo televisivo, abbiamo documentato l’evoluzione di un apparato repressivo (rispetto al protagonismo ed all’effervescenza sociale prodotti dall’organizzazione della comunicazione in rete) stratificatosi su numerosi provvedimenti legislativi e giuridici: tentativi di equiparare da un punto di vista amministrativo la rete ai media tradizionali, taglio di fondi per circa 800 milioni di euro destinati allo sviluppo della banda larga, sovvenzionamento di una tecnologia come il digitale terrestre destinata a favorire l’azienda Mediaset in primo luogo, attacchi mediali censori (come nel caso dei gruppi Facebook pro-Tartaglia), sentenze come “Google vs Vividown” (dove, per la prima volta, è stata sancita la responsabilità giuridica degli intermediari di rete nella diffusione di contenuti ed informazioni), imposizione di tasse sui supporti digitali a beneficio della SIAE.
*Da un altro lato, abbiamo **sottoposto a critica le **letture neo-liberiste, tecno-deterministe e positiviste dei processi di socializzazione della tecnologia, **sedimentatesi** nella cultura occidentale dalla nascita del world wide web nei primi anni ’90 ad oggi*. Letture affermatesi grazie alla capacità della controparte capitalista di piegare alle proprie finalità l’innovazione espressa dagli strati più avanzati ed autonomi del lavoro della conoscenza – e persino la loro stessa identità – facendo del sapere “tecnico” ed “oggettivo” un complemento del libero mercato più che il motore di un'”agorà elettronica” in cui chiunque avrebbe espresso le proprie opinioni senza censura. Una tecnofilia che, oltre a postulare un immaginario isomorfismo tra fenomeni sociali e naturali e tra tecno-scienze e deliberazioni politiche, ignora deliberatamente l’esistenza di interessi sociali in gioco nella produzione del sapere scientifico e tecnico (interessi che determinano tanto l’evoluzione della scienza quanto le sue applicazioni); nasconde la nuova natura, allo stesso tempo reticolare e gerarchica, del potere capitalista; permette ad esso di espropriare il valore creato in rete dagli utenti; permette a stati ed entità sovranazionali di controllare il cyberspazio.
/*Non crediamo all’ideologia di una tecnologia “liberatoria” di per sé ai fini della democratizzazione e dell’autogestione dell’esistente, ma rivendichiamo e proponiamo un percorso di ricerca e dibattito che esamini le articolazioni tra il cyberspazio la sua utenza (operante tramite interfacce sociali che possono essere di reddito, di genere o di classe), i rapporti di forza che tagliano la rete ed il mondo analogico ed i differenti contesti culturali, economici e politici che le reti presentano nei vari paesi. */
Con queste premesse /*Clipboard –*//* Tracce di Potere a Rete*/ vuole essere uno spazio critico a cadenza quindicinale, della e per la comunicazione militante e politica, sul quale – come per i quaderni degli appunti sue controparti analogiche – annotare, confrontare, commentare, mettere alla prova, ricostruire e decostruire fatti, letture ed evoluzioni degli attori e delle tecnologie in conflitto. Un discorso che vada oltre l’aspetto tecnico per comprenderne altri di cui la cooperazione quotidiana con il resto della redazione di Infoaut ci rende partecipe: dalle pratiche di governance mediale al contro-uso antagonista di software e social network nell’insurrezione globale, dal rapporto tra finanziarizzazione ed innovazione ai dispositivi di recinzione dei saperi. E ancora, non solo una mappatura di tutti quei poteri dell’/intermediazione di rete/ e della /finanza politica/, costitutivi di un capitalismo contemporaneo pervasivo, invasivo e foriero di una nuova (info)proletarizzazione, ma anche un presidio di iniziativa sociale: citando McLuhan, sia messaggio che mezzo di confronto e di interazione diretta con i nostri lettori attraverso gli strumenti di Noblogs, Facebook e Twitter.
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