Donne, etica e rivoluzione. Intervista alle compagne del Rojava
Le militanti hanno approfondito in questi anni tale idea, cercando di svilupparla, concretizzarla, precisarla e diffonderla in tutte le aree in cui operano. La rivoluzione del Rojava e la rivolta del Bakur turco, così come l’azione politica svolta nel Kurdistan iraniano hanno rappresentato e rappresentano un vero e proprio banco di prova per la scienza rivoluzionaria delle donne curde, e di questo i quadri femminili (così usano chiamare sé stesse) dei diversi partiti curdi di sinistra sono altamente consapevoli. Le donne coinvolte nella rivoluzione del Rojava occupano ruoli di carattere molto diverso tra loro: sanità, istituzioni, comuni di quartiere, case del popolo, cooperative, unità di difesa interne ed esterne, e così via. Sono impegnate in una lotta che deve fare i conti con una società profondamente patriarcale e con una cultura diffusa che non aveva mai ammesso il loro protagonismo; e non poche donne, in Rojava, condividono tuttora la cultura patriarcale e reazionaria, essendo cresciute in una regione lasciata nel dilagante analfabetismo e nella povertà estrema, per ragioni politico-coloniali, dallo stato siriano.
Per questo le compagne di jineoloji si muovono instancabilmente per il Rojava per offrire alle donne e agli uomini – nelle comuni, nelle scuole, nelle unità di combattimento – la loro perwerde (educazione) riguardo alla nuova scienza. Le abbiamo incontrate in una località del Rojava e ne abbiamo approfittato per approfondire la loro visione della rivoluzione e del mondo.
Il PDF con l’intervista completa alle compagne del Rojava, realizzato e curato da Infoaut e Radio Onda d’Urto, si può leggere e scaricare a questo link.
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