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Riverberi del crepuscolo europeo

(Tratto da Radio Blackout) La crisi conclamata della seconda globalizzazione sembra aver ormai guadagnato le prime pagine di tutti i giornali mainstream. Tensioni geopolitiche crescenti, fine della fase ascendente della finanziarizzazione, disoccupazione di massa, montare dei “populismi”. L’Europa, vaso di coccio tra vasi di ferro, rischia di rompersi sotto i colpi neo-mercantilisti di Donald Trump e il protagonismo sino-russo. Sabato un’Unione europea sempre più malconcia festeggia i suoi 60 anni a Roma il 25 marzo, inaugurando la fase delle “due velocità” in cui si cerca di salvare la forma per non attirare attenzione sulla sostanza: l’UE è in agonia.
Con uno dei redattori dell’ebook “Unione Europea: a che punto è la notte?” commentiamo le diverse posizioni su questa fase storica, tra pulsioni nazionaliste, impossibili “sovranismi di sinistra” e ipotesi federalisti

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Al centro del mutato scontro di oggi quella locomotiva europea che è la Germania, che subisce delle ingiunzioni contraddittorie, da una parte la necessità di tenere in piedi il progetto europeo per i suoi fini nazionali dall’altra il bisogno di governare un processo di disgregazione già in atto.
Ne abbiamo parlato con Raffaele Sciortino, ricercatore

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La crisi dell’UE si svolge in un contesto di generale “stallo” dei movimenti sociale dopo la sequenza apertasi con i movimenti delle piazze più o meno indignate. Sabato, in concomitanza con le celebrazioni europee, ci sarà anche una contestazione al vertice organizzato da diversi collettivi studenteschi, movimenti territoriali e sindacalismo di base. Un corteo che ha l’obiettivo di indicare chiaramente i reponsabili delle politiche anti-popolari degli ultimi decenni ma ache sta subendo un’intimidazione mediatica senza precedenti.
Ne parliamo con Dario, un compagno di Roma

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