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L’importanza del prossimo sciopero Ryanair

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In pieno periodo vacanziero l’annunciato sciopero dei piloti Ryanair ha, come presumibile, messo in grande agitazione i viaggiatori che temono per le loro prenotazioni. Riuscendo però a far ulteriormente emergere le condizioni durissime a cui sono sottoposti i lavoratori dell’azienda.

Lo sciopero dei dipendenti Ryanair sulle tratte che riguardano Belgio, Portogallo e Spagna è infatti motivato dalla volontà di ottenere migliori condizioni di lavoro e aumenti stipendiali. Gli scioperanti sottolineano tralaltro il fatto che venga violata la propria dignità, in particolare rispetto al fatto di doversi comprare l’acqua potabile durante i voli e di essere obbligati a descrivere i propri sintomi in caso si diano malati.

Quanto sta per avvenire è interessante per la sua capacità di agire su un piano transnazionale, oltre che per l’evidente danno di immagine inferto alla compagnia. Si parla infatti del più grande sciopero della storia della compagnia low-cost, simbolo delle vacanze a basso costo (almeno per i viaggiatori).

Infatti il successo della compagnia di O’Leary è da sempre dovuto alla ancora più low-cost forza lavoro, a cui è di fatto viene messo ogni tipo di bastone tra le ruote in merito alla possibilità di azione collettiva e sindacale.

Come scrivevamo precedentemente sempre su questo sito, attraverso un complesso meccanismo di smembramento dei contratti, di creazione di holding interinali terze e all’appoggio di paradisi fiscali, come nel caso dei big dell’informatica come Apple e Google, la multinazionale riesce ad eludere il fisco degli stati europei e a pagare pochissimo per i contratti dei propri lavoratori, che raramente sono dipendenti diretti dell’azienda.

La scorsa estate un centinaio di piloti aveva abbandonato proprio per quest’ultimo motivo l’azienda. Questi erano, e sono a tutt’oggi, costretti ad aprire una partita iva in Irlanda per ricevere non una busta paga, ma dei “rimborsi spese” per la durata dei voli e per la propria prestazione lavorativa.

Nella giornata di ieri il sindacato belga CNE ha espresso ciò che era più di una ipotesi: il fatto che la compagnia irlandese ricorrerà a crumiri tedeschi e polacchi per sostituire il personale scioperante sui voli e a terra. Una mossa ovviamente illegale, che tenta di contrastare la potenza della protesta la quale mette a repentaglio il 12% del traffico aereo totale della compagnia.

Mentre Ryanair si fregia di connettere gran parte dell’Europa con le sue tratte, evidentemente quando si parla di unità tra lavoratori ha una visione differente dato che ostacola in tutti i modi la possibilità di un contratto collettivo a livello europeo dei suoi dipendenti.

La forza di Ryanair è stata negli anni anche quella di essere sempre più fonte di ricavi enorme per le economie impoverite dalla crisi finanziaria come sono quelle del Sud Europa, come l’Italia, la Spagna, la Grecia o il Portogallo. E’ una componente fondamentale dei processi di turistificazione, e gli introiti che porta ai paesi di destinazione sono incalcolabili per quanto ripartiti in maniera fortemente diseguale a livello sociale. Di conseguenza è senz’altro dovuto che una quota di quei guadagni vada a chi permette ogni giorno di produrli.

Solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici in sciopero!

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