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Sulla vicenda di Luca Fanesi c’è un silenzio inaccettabile

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Da ormai due settimane Luca Fanesi è in condizioni critiche all’ospedale San Bortolo di Vicenza [aggiornamento del 22/11 Luca avrebbe aperto oggi gli occhi e sarebbe uscito dal coma NdR]. I medici hanno deciso negli scorsi giorni di intervenire chirurgicamente per provare a migliorare le condizioni di Luca.

A metterlo in quelle condizioni, secondo diversi testimoni, sono stati diversi agenti che lo hanno preso a calci e manganellate mentre Luca era per terra vicino a un blindato, a margine della partita di Lega Pro tra Vicenza e Sambenedettese.

Un qualcosa di inquietante, a dieci anni dalla vicenda di Gabriele Sandri e in un contesto di blindatura da parte dei media, che omettono di raccontare che simili infamie avvengono ancora oggi.

La versione della polizia è che infatti Luca abbia sbattuto la testa contro un cancello, ma non ci sono nè prove nè immagini che lo confermino. Anzi, la richiesta ripetuta da parte della famiglia e dei tifosi di accedere ai video delle telecamere massicciamente presenti intorno allo stadio si è scontrata al momento con il diniego della Questura locale.

La Curva Sud del Vicenza ha emesso questo comunicato per fare luce sull’accaduto:

 “Gentili concittadini, la sera del 5 Novembre, subito dopo la partita di calcio Vicenza – Sambenedettese, in prossimità delle Vostre abitazioni, si è verificato un qualcosa di grave. Parliamo ancora di “un qualcosa” perché non è semplice ricostruire le dinamiche che fanno sì che oggi, dopo dieci giorni, Luca Fanesi sia ancora in stato di incoscienza su un lettino di ospedale nel reparto di rianimazione di San Bortolo dopo aver riportato alcune fratture alla parte posteriore del cranio ed aver subito un delicatissimo intervento nel pomeriggio di sabato. Come Vostri conterranei lanciamo un appello a Voi tutti affinché la verità possa emergere tramite un qualsiasi fotogramma, un video o anche solo un frammento catturato con un dispositivo mobile come già alcuni di Voi hanno recentemente fatto. Il materiale Vi chiediamo di mandarlo al fratello maggiore di Luca, Massimo, che sta vivendo insieme alla moglie, i due figli, la madre, il fratello minore, parenti e amici tutti una lotta di amore e verità con profonda dignità e speranza. Per invio di materiale o altro: forzalucasamb@libero.it“.

Nel frattempo, la Lega Pro ha impedito alla Sambenedettese di scendere in campo con una maglietta per Luca durante il riscaldamento prepartita di ieri con il Bassano. Le campagne di sensibilizzazione a colpi di annunci degli allenatori e dei conduttori delle trasmissioni sportive evidentemente devono essere solo momenti vuoti, slegati da ogni fatto materiale.

Quando si rischia di morire fuori da uno stadio, bisogna farsi di nebbia, cosi come si sono fatti di nebbia tutti i quotidiani sportivi e le emittenti nazionali principali in questi gironi e ai tempi di altre vicende simili come quella di Paolo Scaroni.

In tutta Italia diversi gruppi ultras si stanno mobilitando, raccogliendo soldi, mentre il fratello di Luca ha iniziato una battaglia legale per verificare quanto successo. Continueremo a coprire la vicenda, fino a che non emergerà la verità su quanto avvenuto a Luca!

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