La mano de Dios, il pugno del pueblo
Nello stesso giorno di George Best.
Nello stesso giorno di Fidel.
El Dies più forte di tutti i tempi se ne va da quel Dios che gli tese la mano per il gol più scorretto della storia, ma così nobile da far cadere la corona alla Regina.
Un sinistro da rockstar come la sua vita, spericolata a tal punto di divenire distruzione, dribblando la vita e la morte più volte, con lo stile di sempre, anche quando i chili sembravano non consentirlo più.
Un D10s e non un santo.
Lui è il calcio.
Quello vero.
Quello delle bestemmie, delle birre a bordo campo, quello sporco, quello che si gioca con le giacche a fare i pali.
Il calcio umano di chi cade e si rialza, di chi non baratta due spicci con la libertà.
Di chi non si piega.
Il calcio di chi non si allena e e non fa diete e se ne fotte del sistema. El Che tatuato sul braccio, una mano sulla spalla da Fidel.
La mano de Dios, il pugno del pueblo.
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