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Aggiornamento da Gela: occupato l’aeroporto di Comiso

 
Continuano, a otto giorni dal corteo che ha sfilato per le vie della cittadina, i blocchi da parte degli operai dell’indotto del petrolchimico di Gela. Da ormai 2 settimane gli operai portano avanti la protesta bloccando tutti gli ingressi della città, creando disagi alla circolazione e ai trasporti (anche di greggio lavorato in raffineria), e coinvolgendo la cittadinanza che ha dimostrato solidarietà ed interesse alla lotta portata avanti strenuamente in queste settimane dagli operai. Dopo l’ultimo corteo che è stato espressione di questa solidarietà, ormai da giorni, si intensifica la presenza ai blocchi con la partecipazione di gran parte degli agricoltori (in protesta per l’aumento delle tasse irrigue) e che ha condotto questa mattina all’occupazione dell’aeroporto. Più di un centinaio di operai si è riversato all’interno dall’aeroporto per richiedere l’immediata presa di posizione da parte degli organi competenti sulla riconversione della centrale, attuando i lavori di bonifica. Si aspetta intanto la riunione della commissione alle attività produttive sullo stato di attuazione del protocollo di intesa sulla questione Gela, che oltre la produzione di bio carburanti porterebbe investimenti per 2,2 miliardi di euro. Intanto la protesta continua a proseguire fin quando gli operai non riceveranno risposte da parte del Governo nazionale. Non possiamo che mantenere dunque un occhio di riguardo su una lotta che per portata e durata e soprattutto dimostra un rifiuto deciso e incisivo da parte degli operai di Gela, stanchi di false promesse e soprattutto indisponibili ad accettare che il colosso economico Eni tenga in mano le sorti passate, presenti e future della città. Seguiranno aggiornamenti.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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