Lupi dice no al cantiere di Susa, meglio nascondersi nelle montagne!
Le motivazioni di questo cambio di strategia sono già state rese note poiché la variante richiederebbe un aumento dei costi di circa 250-300 milioni di euro (sicuramente destinati a lievitare) e sono state ben esplicitate da Lupi: aggirare la protesta No Tav!
In tal senso, lo scavare da Chiomonte nella montagna fino a Susa, permetterebbe a chi fa i lavori di non dover salire in superficie ed evitare che possa aprirsi un altro fronte di lotta a Susa, che l’anno scorso ha votato un’amministrazione No Tav e continua con le attività del Comitato locale a raccogliere consenso sul territorio.
Nonostante quindi le roboanti dichiarazioni mezzo stampa per cui il movimento viene dato per vinto e descritto come fenomeno residuale in una valle che oramai ha accettato di essere distrutta dai cantieri dell’alta velocità, ecco che il nemico No Tav viene ufficialmente riconosciuto come un ostacolo difficile da superare quindi meglio evitarlo, nascondendosi dentro la montagna.
250 milioni in più per evitare le proteste quindi, che vanno aggiungersi ai 7,7 miliardi sanciti dall’accordo tra Stato e Rfi (con l’aumento di 2,3 messo nero su bianco nel novembre dello scorso anno) con la speranza che la restante parte venga messa dall’Europa la quale non ha ancora deliberato il finanziamento.
Tanti miliardi sprecati in un’opera dannosa e inutile, una cifra che potrebbe coprire un’intera finanziaria e che potrebbe servire a intervenire in maniera significativa sulla sanità, le scuole, la disoccupazione e molto altro.
Non a caso il movimento No Tav il 21 febbraio scenderà in piazza a Torino anche per denunciare l’enorme spreco di denaro pubblico che sta dietro alla volontà del governo di continuare a tutti i costi l’opera.
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