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Pratobello: 50 anni dopo ancora in marcia

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Nel mese di maggio del 1969 sui muri di Orgosolo furono affissi dei manifesti che imponevano alle persone e alle greggi di lasciare i pascoli comunali perché a breve in quelle terre sarebbe iniziata un’esercitazione militare. I documenti e gli avvisi pubblici parlavano di un poligono di tiro temporaneo che sarebbe esistito per alcuni mesi, ma grazie all’impegno del Circolo Giovanile gli orgolesi vennero a sapere che il governo italiano intendeva realizzarne uno permanente. Per questo motivo la popolazione occupò le terre di Pradu per impedire la realizzazione del poligono, che avrebbe sottratto un’importante risorsa alla comunità. La rivolta di Pratobello vinse. Il poligono non venne mai costruito.

A 50 anni di distanza l’esempio di quella battaglia è più che mai attuale. Il Comitato spontaneo “Pratobello 50 annos” vuole onorare le memoria quei fatti sottolinenando l’impertanza dell’impegno e della passione civile e politica che ha animato la lotta del 1969. Una marcia di rievocazione degli eventi di Pratobello si terrà Domenica 30 Giugno a partire dalle ore 17 (Via Gramsci angolo Corso Repubblica) ad Orgosolo. “Vogliamo rivivere assieme ed attualizzare le motivazioni che guidarono la Lotta, riconducendole all’attivismo attuale presente in Sardegna e coinvolgendo le numerose realtà che oggi nella nostra isola portano avanti cause e battaglie di giustizia sociale, difesa della persona e del territorio. La marcia partirà da Orgosolo per snodarsi sulla S.P. 48 con tappa finale al bivio di Pradu, ripercorrendo quello che fu l’itinerario verso Pratobello. Durante la camminata ci saranno delle soste animate da letture storiche, poesia e musica. A Pradu ci sarà l’inaugurazione dell’opera dedicata alla Lotta di Pratobello realizzata da Francesco Del Casino in collaborazione con Pino Muggianu”.

In una nota stampa il comitato spontaneo “Pratobello 50 annos” sottolinea l’attualità di quella battaglia: “Dal 1956, infatti, la Sardegna ha visto la creazione di molteplici installazioni militari, fra cui il Poligono Interforze del Salto di Quirra, il Poligono di Teulada e quello di Capo Frasca, che hanno portato negli anni l’isola a dover sopportare più del 60% del demanio militare del territorio italiano e più di 35mila ettari di terre sottoposti a servitù”.

 

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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