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8 dicembre 2005-2025: avere vent’anni è avere sogni grandi – Marcia popolare da Venaus a San Giuliano (Susa)

L’8 dicembre torneremo a marciare.

Non è una data qualsiasi: è l’appuntamento che, da vent’anni, unisce la memoria viva e la determinazione di un movimento popolare che non ha mai arretrato di un passo. Vent’anni fa, nell’autunno caldo del 2005, questa Valle mostrò al Paese intero cosa significa difendere il proprio territorio con coraggio e dignità: le barricate di Venaus, le notti al presidio, la cacciata delle ruspe e la riconquista collettiva del luogo liberato. Quel periodo segnò per sempre la storia della Val di Susa e aprì un cammino che continua ancora oggi.

Da allora tante vicende si sono succedute, il mondo è cambiato, ma a non mutare è il sistema che continua a voler imporre un’opera inutile e dannosa ignorando la volontà popolare, la realtà dei fatti e le alternative possibili. A evolvere invece, è stata la Valle e la sua popolazione: più consapevole, più unita, e capace di resistere e di costruire relazioni che vanno ben oltre il perimetro geografico.
Ed è proprio questa consapevolezza che ci permette di leggere con lucidità anche ciò che accade oggi, qui e ora. Le recenti prese di possesso da parte di TELT delle case di San Giuliano sono l’ennesimo pericoloso tentativo di trasformare la nostra terra in un cantiere unico e permanente, un luogo da occupare militarmente più che da rispettare. Queste abitazioni sono state trattate come ostacoli da rimuovere, invece che frammenti di vita, di memoria e di comunità. Così come chi le abitava è stato trattato senza vergogna come una pedina sacrificabile.

Ma ogni volta che provano a cancellare, silenziare e riscrivere la nostra storia, la Valle risponde che non vuole essere un territorio da gestire solo come un problema di ordine pubblico: è un luogo abitato, vivo e difeso da chi lo attraversa e se ne prende cura.

È per questo che chiamiamo tuttə, da nord a sud, a raggiungere la Valle in marcia l’8 dicembre. Per ricordare che quella forza non si è spenta, che l’eco di Venaus non è storia passata ma continua a risuonare in ogni iniziativa, in ogni difesa del territorio, in ogni passo collettivo da Vicenza a Messina.

Invitiamo tuttə a raggiungere la Valle già nei giorni precedenti, quando iniziative culturali, assemblee e momenti di socialità faranno da spina dorsale a un clima di partecipazione reale. Saranno giorni per ritrovarsi, discutere, prepararsi, costruire insieme il senso della marcia: non un rito, ma un atto politico e popolare.

Marceremo per portare la nostra voce e farla risuonare più forte che mai; per camminare sulle strade che abbiamo difeso e continuiamo a difendere; per ribadire che questa Valle non si piega e non si vende, né si compra.

L’8 dicembre sfileremo ancora con la stessa determinazione di allora, con la forza di oggi, con lo sguardo rivolto ai giorni che verranno. Marceremo da Venaus a San Giuliano, per portare alle famiglie sfrattate, defraudate ed espropriate, la solidarietà di un popolo e un paese intero che non si gira dall’altra parte davanti alle ingiustizie.

Così come vogliamo marciare contro la guerra e con la bandiera della Palestina, perché la vittoria del suo popolo possa essere una vittoria per tutte e tutti noi. La solidarietà e l’alleanza dentro e fuori dai nostri territori non possono essere scisse o separate, ma sono parte integrante di un futuro migliore, per noi e per tuttə che sogniamo da più di vent’anni.

Tuttə insieme, come sempre, No Tav.

da notav.info

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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